PAROLA D’OMBRA
Scrivere
è aggiungere
una propria LUCE
al mosaico
delle parole,
un proprio riflesso
in un più grande
bagliore.
Io ho aggiunto
un’ombra,
che diventa invisibile
nel buio
di chi non ascolta,
che ha bisogno della luce
per essere colta.
SPAVENTAPASSERI
Noi.
Un sorriso tirato,
lo sguardo
del girasole
verso lo stesso Dio.
Pupazzi di neve
e acqua sciolta
a fine inverno.
Intrappolati
da invisibili catene.
Sordi. Ciechi.
Una prigionia
inconsapevole,
una solitudine
in compagnia.
Stelle
Disseminate nel cielo.
Possiamo
solo brillare
consumarci,
cadere.
Attendere insieme,
il buco nero.
Nessun pensiero
Originale,
nessuna voce
che rompa l’armonia.
Solo luci
solo ombre.
Nessun frutto
fra le foglie…..
Il vestito
elegante
stirato
rassettato
pelle di bronzo,
auree le membra
e nel cuore il vuoto
d’un animo di paglia….
HO ATTESO
Ho atteso
i tuoi occhi,
punti di luce lontano.
Le tue labbra,
vibrare ancora.
Ho atteso
il tuo sorriso,
ritrarsi nel silenzio.
Le tue mani
gesticolare nel vuoto,
disegnando con le dita
le tue ultime parole.
Ho atteso il tuo sguardo
guardarmi di nuovo
per tornare indietro
nel tempo
che ci è stato tolto.
Ho atteso
un segno
sulla sabbia,
un traccia del tuo fantasma
senza forma.
Ho atteso la tua voce
chiamarmi,
cercarmi di nuovo,
nella risma di ricordi
che più non ho dimenticato.
Ho atteso un tuo messaggio,
immobile,
senza volto,
senza sapore.
Ho atteso
speranze,
illusioni,
fari di luce fra la nebbia.
Ho atteso a lungo
momenti di silenzio
e agonia.
E poi un giorno
le tue parole, all’improvviso,
in fila
dietro a uno schermo.
Onde
che ritornano,
mai per restare.
Brevi attimi
già pronti a svanire.
E dopo il tuo messaggio,
sto ancora aspettando
l’immagine
della tua ombra
sull’asfalto.
NON DIMENTICARMI
Non dimenticarmi.
Ti chiedo solo questo,
prima di svanire.
Non dimenticarmi,
i miei silenzi,
i miei sospiri.
li segno tutti,
una fila di formiche,
che fra stormi di gabbiano
si confonde.
Ricordati del mio mare,
sempre in tempesta,
e le onde sulla spiaggia
in cerca di quiete.
Presto sarò solo acqua
e polvere.
Parole
sulla pietra
e Pause,
su questi muri di carta
senza spessore,
impossibili da rompere
che solo il tempo può scalfire.
E come un nome sulla tomba
io qui lascio il mio,
uno scarabocchio,
una frase di buio.
Per i tuoi occhi,
già lontani,
per un viandante distratto,
per chi non ha memoria,
se non quella del futuro.
Per chi non esiste ancora,
per chi già non c’è più.
E scriverò,
fra i sassi e la sabbia,
contro un albero di neve,
sulle labbra,
finché il mio volto,
non avrà il colore della terra,
e lo sguardo del cielo.
MARZO
Torna
languido
il mese più malinconico dell’anno,
sospeso fra l’autunno del rimorso,
l’amaro dell’inverno.
Un mare
d’ombre
e spiagge abbandonate,
un ciliegio in fiore
e il vento dell’estate.
Torna
come un’onda
che porta il ricordo
che lo allontana
per sempre,
mentre il tempo passa
e tu non ci sei.
CAPODANNO
Si vive ogni anno con speranza
di pensieri e intuizione
come ombre nel deserto
in prigione,
di un domani che non esiste,
di un altro anno
che si ripete
con altre speranze
con altre attese,
con una fine.
STARTI LONTANO
Starti lontano
è una notte
che più non passa.
D’insonnia,
d’attesa,
dove si ha sonno,
ma non si ha riposo.