MAMMA

Quali parole trovare
per far il mio Animo parlare?
Io non lo so,
non lo so da dove cominciare.
Tu sei mia Madre,
questo dice tutto.
Tutto il resto è fronzolo,
tutto il resto è silenzio.
Questo posso dire:
finalmente il mio Cuore ha Perdonato.
Ha perdonato te,
se stesso, il passato.
Finalmente ti ho Perdonato,
finalmente mia Madre ho Ritrovato.
Il buio avvolge il passato,
il nostro Amore l’ha cancellato.
Tu non c’eri, eri Assente,
totalmente impotente.
Prigioniera dello sconforto,
prigioniera della tua Mente.
Io schiava.
Schiava del corpo,
schiava della malattia inconsistente.
Della mutilazione onnipresente
l’Anima sorda era dipendente.
Aggrovigliata nell’Abisso.
L’Abisso del richiamo abbandonato,
del sangue seccato,
dell’Amor rigurgitato.
Schiava di me stessa,
Vittima di me stessa.
E tu eri presente,
ma il tuo occhio assente.
Ma ora il Tempo i pianti ha curato,
le ferite ha rassicurato.
Me stessa ho Perdonato,
accettando ciò che son stata,
accettando ciò che c’è stato.
Adesso ti ho Perdonato.
Io non lo so,
non lo so come farò,
quando senza te la Vita affronterò.
So che al trapasso delle Ombre
la tua mano sorreggerò,
con il rumor delle lacrime
tornerai silenzio e polvere,
ed io ti saluterò.
Ma quando sarà quel Tempo,
non importa,
so che tu ci sarai ad Aspettare
all’Eterna Porta.
Tu mi Abbraccerai,
quando mi abbraccerà la Morte.
Per sempre Riunite
in una nuova Sorte.
Così sarà quel lontano,
o vicino momento.
Ora, in questo tempo,
finalmente ho Perdonato,
nuovamente la Mia Mamma
ho Ritrovato.
E una lacrima di commozione
scende perché,
in Verità ti dico:
Non so immaginare
un solo giorno senza Te.


LIBERA DA TE

Si strugge l’Anima,
rapita da antichi pianti.
Talvolta ancor m’immergo
in amabili sospiri
senza tempo.
Sospiri che svolazzano
con la Nostalgia,
sospiri affogati
nelle memorie
di quella Magia.
Ancor non ha trovato
il mio Cuore,
il nido della dolce Rassegnazione.
Ancor si trascina
alla Ricerca
d’una qualsiasi distrazione.
Si dondola l’Anima
tra il Ricordo
e l’Evasione.
Ora ti rivedo,
in quel momento,
lo sento:
un anno fa fu,
un anno fa la Fine fu.
Ma perché Ignobile,
così pacificamente
mi hai Abbandonata?
La pace qui
ancor non l’ho trovata!
A scivolar nella tua Vita,
Mai ci son riuscita.
E infedele
d’altri Amanti
mi son nutrita.
Mai da te Amata,
di altre carni
mi son impossessata.
Ma l’Irrequieto Animo Mio,
sordo restava nel suo Oblio.
Si negava la visione
dell’altrui possibile Amore.
Rincorrevo il tuo alone
di Fumo.
Non sentivo,
pur di non privarmi
del tuo profumo.
Ma ugualmente
alla Solitudine
mi hai affidata.
Infine,
a me stessa
mi hai Abbandonata.
Ancor si strugge l’Animo,
dalle lacrime travolto.
Guardalo:
in una parte è Morto.
Ma quando l’occasione
si era affacciata,
da te non più son tornata.
Non più ti ho inseguito,
Perché
la metà sopravvissuta
del Mio Cuore
si sentiva Libera,
finalmente Libera da Te.


FIOCCO

Fiocco, ti chiamai come i fiocchi di rugiada
che inondarono la nostra esistenza,
quando le tue nocciole di occhi abbaiarono
per la prima volta la loro essenza.
Perdonami, solo ora riesco a trasformare i pensieri in poesia,
senza rimaner uccisa da questa stessa sinfonia,
senza restar crocifissa dallo strazio della nostalgia.
Oggi sono tre anni, tre anni son passati,
quante albe e tramonti son morti e resuscitati.
Ancor fresco il giorno in cui alla Vita ti eri affacciato,
limpida quella tenera mattina d’estate in cui sei nato:
quel giorno il più grande Amico in me era approdato.
Il mio corpo di bambina il tuo fragile esserino custodiva.
Fragile, fragile come le lastre sull’universo avvolte
che la Vita distrussero il giorno della tua Morte.
Undici anni mi hai accompagnata,
per undici anni Mai mi hai abbandonata.
Una Vita maestosamente hai colorato,
Tu che sempre a me sei tornato.
Oggi nel Cuore la colpa struggente
è un macigno che abita nella Mente.
Per quanto ti abbia Amato, avrei potuto Amarti di più,
come dirtelo ora che fluttuante Vivi lassù?
Perdonami, spero ai tuoi occhi
di aver decretato la sentenza migliore,
quando volli togliere loro ogni bagliore.
La malattia inghiottiva il tuo corpo,
e spietata divorava ogni tentativo già morto.
Spero d’esser stata una buona Amica
quando scelsi di sottrarti alla Vita.
Forse non è Rimpianto, è semplice Dolore.
Semplice, semplice come le lacrime.
Ti guardavo, in lacrime: nessuna sofferenza
ancor sposa delle tue ore sarà,
nessun torpore ancor il tuo fiato sfiorerà.
I tuoi occhi dolcemente abbandonati,
i miei impetuosamente dal pianto imprigionati.
I tuoi occhi in un soffio hai chiuso,
ti abbracciavo accasciata sul tuo muso.
Ti abbracciavo: nell’abbraccio un cenno di colei
che la siringa sguainava. Il mio cenno, un bacio.
Ti bacio ancora e la fine è giunta: Dormivi.
Dormivi ed io son morta.
Morta, quando l’ultimo velo di Vita scappò dal tuo petto,
quando quell’aria accarezzò le mie orecchie, senza rispetto.
Accarezzai la tua testa ed il tuo Spirito fedele,
il quale parte della mio rapì con strappo lieve.
Ora prigioniera del corpo
ciò che resta attende d’esser raccolto.
Raccolto da te quando recupererai, un giorno,
ciò che è rimasto dell’Anima mia,
quando impotente e priva di forma, mi porterai via.
Un bacio nella fronte ancora.
Il momento in cui l’ultimo raggio hai esalato,
tutto intorno si è fermato.
L’Attimo in cui la luce è fuggita, il Cuore è crollato.
Così un brandello dell’Anima Mia
con te è scappato per farti compagnia.
Ma l’Amore ancor qui dimora,
e te lo restituirò quando scoccherà la mia ora.
Fiocco, ti ho detto Addio, ma non è un Eterno saluto.
Ci rivedremo in un nuovo destino mai vissuto,
in quel luogo dove le Anime che si son Amate regnano,
ovunque sparse, come le stelle il cielo impregnano.
Come quelle stelle risplenderemo,
quando nuovamente ci ritroveremo.
In qualunque luogo, in ogni tempo,
insieme in un abbraccio torneremo.
E ci sarà concesso nel profondo,
di essere un’Unica Realtà nell’Anima del mondo.