“La mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo.”
È difficile prendere delle decisioni, delle scelte. È difficile non sapere dove girare ad un bivio, sapere se andare a destra o a sinistra. Se si è soli in questo mondo è praticamente impossibile. Non possiamo sempre rivolgerci alla religione, a Dio. Dio non è dappertutto, ed è proprio per questo che ha creato le madri. Prendere decisioni in un mondo così grande e spietato diventa facile quando si ha una madre. La mamma è la persona che ci conosce dapprima che nascessimo. Sa praticamente tutto di noi. Ci conosce più di noi stessi. Il legame che si instaura tra un figlio e la madre è indubbiamente il più forte di questo mondo. E non importa quanto tu possa essere cresciuto, non importa quanto potiate stare distanti, lei ci sarà sempre per te.
Avete mai provato a descrivere la vostra mamma? Io, mai. Eppure “scrivo”. Un piccolo scrittore in erba che non ha mai provato a descrivere la persona che sa più di lui. Me ne vergogno. Ma sapete non è facile parlare della mamma. Descriverla significherebbe scrivere di un uragano in tutta la sua potenza. La mamma è quella persona che se le fette di torta sono quattro e siamo cinque persone, dice che non le sono mai piaciuti i dolci. La mamma è quella persona che non importa quanto tu sia un disastro, lei sarà la prima a farti sentire un re. La mamma è uno chef, meglio di Cracco in MasterChef. La mamma è un pompiere che spegne i fuochi dell’animo quando siamo turbati. La mamma è la persona che più si avvicina ad Hulk quando si arrabbia, ma è la prima a battere la Nutella in dolcezza. Alla mamma non importa di quante volte tu le dica che lei è importante, potrà anche ricevere mille parolacce, ti amerà sempre come quando dormivi da piccolino. Penso che la mamma sia la mamma. Non credo sia possibile descrivere una persona così.
Mamma, ciao. Ho ormai sedici anni. Sai sto crescendo e ripensando a tutto quello che ho fatto da piccolo e durante tutta la mia breve ed ancora lunghissima vita, non penso sia stato il prototipo del figlio perfetto. Ho vissuto circa 240 giorni (8 mesi) in te e non ti ho mai detto grazie. Grazie per ogni abbraccio che mi hai dato da piccolino e grazie per ogni altra volta che mi hai asciugato quelle lacrime. Grazie per ogni volta che mi hai dato forza, la forza di crescere con la sicurezza che tu ci sarai sempre, anche quando non saremo distanti una stanza. Grazie perché mi hai fatto capire quanto sia importante amare qualcuno nonostante i suoi mille difetti, perché non sono un cesto di pregi, ma credo invece di essere più un mondo di difetti. E scusami se il mio difetto più grande è che non ti abbraccio quasi mai e non ti ricordo quanto tu sia importante per me. Scusami per tutte le volte che non ti ho fatta dormire, e non penso che mi svegliavo perché avevo fame, ma perché l’abbraccio della mamma è la più bella culla del mondo. E grazie perché tutte le volte quando mi prendevi da quella culla nonostante avessi solo 2 ore di sonno alla spalle eri la donna più raggiante di questo mondo, nonostante il buio della notte. Il sole nella notte. Scusami per tutte le volte ti ho fatta arrabbiare. Scusami se molte volte non ti ho aiutato. Scusami se molte volte ti deludo, e solo che forse non riesco ad essere il figlio che tu vorresti. E mi dirai che:”Ogni scarafone è bell ‘a mamma soje.” Ed io non ti risponderò, ma sorriderò. Perché è l’unica cosa più sensata che riesca a fare, perché penso e credo che tutte le parole del mondo siano sciocchezze. Credo che tutte le frasi d’amore, i film da oscar, le canzoni che hanno fatto la storia, le invenzioni scientifiche ed ogni altra cosa su questo mondo sia senza alcun senso ed abbia un valore effimero, non appena una donna venga chiamata:”Mamma.” È vero mamme si diventa. Ma credo che in ogni donna di questo mondo ci sia l’istinto materno, quello che fa girare il mondo. E non mi importa quanto tu possa non sapere l’inglese, o la geografia. Non mi importa se per te “Twin Set” inizia per “S”. Non mi importa se non sai fare i dolci. Non mi importa di niente, perché alla fine TU SEI LA MIA MAMMA, e credo che sia uno dei miei pregi più belli. Giuseppe La Gatta 02/12/2015
“Mia madre è una poesia
che non sarò mai in grado di scrivere,
anche se tutto quello che scrivo
è una poesia a mia madre..”
-Sharon Doubiag
«Papà, cos’è un uomo?»
«Un uomo è chi si prende cura di te, chi ti protegge»
«Da grande diventerò un uomo, come la mamma»
-Anonimo
“Ci litighi perché non la comprendi o perché pensi che sia lei a non farlo. La critichi nelle sue decisioni, non capendone il motivo. La giudichi credendo che sia in torto, quando a volte ti dice un “no”. La accusi di intromettersi nella tua vita. A volte la fai anche soffrire con le tue parole, con le tue azioni. E lo fai perché è difficile comprendere, che in tutto ciò che dice, che pensa, in ogni sua decisione c’è solo infinito amore. E nonostante tutto, quando nel momento del bisogno ti volterai, lei sarà sempre lì, sempre al tuo fianco, sempre pronta a perdonare, sempre pronta a lottare per te, sempre lì con il suo amore. Sempre e solo per donarti il suo cuore, perché per lei tu sei la vita. È lei, la tua mamma.”
-Anonimo
Philofobia
La PHILOFOBIA è un disturbo mentale, di cui sono affette quelle persone che hanno paura di innamorarsi. Già la stessa parola non vi fa un po’ paura? PHI-LO-FO-BIA. Bhè a me un po’ di paura fa, anche perché io ho paura di questa stessa paura. Un paradosso? Lo è. Sì, perché come si fa ad avere paura di innamorasi!? Come fa l’amore ad essere una cosa brutta, che mette addirittura paura? Mi dispiace per chi soffre di questo disturbo, perché significa che non è mai stato veramente innamorato.
Innamorarsi può sembrare brutto, a volte può fa star male, ma è questa l’emozione che ci fa sentire vivi, quell’emozione che ci permette di scalare l’Everest solo per provare la sua linea Wi-fi, che sicuramente sarà meglio della nostra, quella stessa emozione che fa dei cantanti degli idoli, quella stessa emozione che io ho provato e che sicuramente vorrò riprovare, riprovare e riprovare. L’amore, ma in particolare l’innamoramento, è una delle cose più belle che il nostro corpo può provare. Quando si è innamorati cambiamo in tutto. Tutto quello che facciamo, pensiamo, guardiamo, ascoltiamo, lo facciamo per lui/lei. Quando stiamo con lui/lei, bhè, è una cosa indescrivibile. Su questo foglio di carta non si possono descrivere le emozioni che si provano, non si possono mettere le mille sfumature di colori che riusciamo a vedere, non posso raffigurare il tremolio alle gambe o le farfalle nello stomaco, non posso tutto qua. Penserete giustamente che è una schifezza, anche perché se poi va male; ci stiamo male, malissimo, ma sinceramente è un rischio da prendere. Tutto questo è la miglior droga in natura, nemmeno forse 100 g di cocaina farebbero lo stesso effetto, o forse si? Sta di fatto che drogarsi d’amore non è stato ancora catalogato come reato, quindi che dirvi, drogatevi d’amore non di polvere.
Siamo partiti da una malattia, se così vogliamo chiamarla, quindi continuiamo con le malattie.. anche io sono malato, sono malato d’amore. È più forte di me, è quella cosa che ti fa andare avanti, nonostante mille, anzi mille e uno ostacoli e delusioni, sono sempre qua sorridente e felice di quello che sono. Sono malato, ma non voglio curarmi, perché se l’amore è una malattia, allora lasciatemi morire! Voglio vivere d’amore, per amore, con amore, insomma per quelli che sanno un briciolo di latino, voglio un ablativo d’amore.
Se siete arrivati a leggere sino a questo punto, o magari non vi siete annoiati ad ascoltare, sicuramente avrete capito che sono un tipo romantico, insomma uno di quelli che preferisce una cenetta a lume di candela o ammirare le stelle sul bagnasciuga invece che una serata in disco o un concerto. Sono fatto così vecchio stampo, un tipo alla Winnie the Pooh, un orsacchiotto. Per alcuni sono troppo un bravo ragazzo ma a me piace così, perché penso che un giorno tutto quello che ho seminato, mi ritornerà indietro, forse a rate, ma meglio tardi che mai.
Voglio concludere questo testo dicendovi che non dovete aver paura dell’amore, non dovete aver paura di voi stessi, perché siete voi stessi siete il vostro ostacolo, cosa che però non riesco mai a capire; forse è vero siamo così bravi a dare dei consigli ma alla fine non li seguiamo nemmeno noi. Pensate però se quasi la totalità della popolazione fosse affetta dalla philofobia, non ci sarebbero più i cantautori, i canti degli uccellini in primavera, le notti insonni pensando a lui/lei, le bevute con gli amici per provare a dimenticarlo/a; bhè non saremmo più VIVI solo perché abbiamo smesso di AMARE.
Giuseppe La Gatta 26/06/15