Poesie
UNA BAMBINA DI GAZA
Eri nata e vissuta accanto alla guerra, avevi giocato in mezzo alla guerra, avevi visto morire tanta gente e molti dei tuoi cari con i corpi dilaniati , per terra. Avevi visto l’orrore, nei dolci tuoi occhi il terrore. Appena ieri la mamma ti addormentava , e nei tuoi sogni incubi atroci. Nel tuo braccio era la bambola con le guance lavate dai tuoi baci, resa viva dal tuo amore. Ma la guerra é morte, e gelida e violenta ha preso la tua tenera vita sotto le bombe dell’oppressore. Soffia ora il vento della morte, solleva i tuoi neri capelli che in questo mondo nessuno mai più pettinerà, piccolo angelo volato nell’aldilà. Come posso dirti, mia piccola bambina, che gli uomini di questo mondo di perdenti non riuscirono a proteggere la tua breve e martoriata vita, dai prepotenti? I dolori leggeri consentono di parlare, i grandi dolori restano muti. Sogno che ti risveglierai in una nuvola di luce, circondata da cascate e ruscelli che sussurrano il tuo nome, con dolci suoni che echeggiano nell’aria, fluttuando su un cavallo del vento che trasporta ad ogni essere vivente, ogni granello della tua polvere, del tuo amore e del mio grande dolore.
GIUSEPPE MAURO MASCHIELLA
NEL MIO CIELO AL TRAMONTO
Nuvole colorate d’arcobaleno sull’orizzonte , il sole piano scompare, lentamente scivola via con il suo fuoco che infiamma il cuore . E’ il tramonto che scava , entra in profondità, un misto di malinconia e felicità. Dolori e gioie sembrano volteggiare nel respiro del tramonto, i ricordi, le tenerezze, i litigi, i baci del primo giorno. Ascolto il silenzio vestito del buio che avanza e il rumore, di lacrime che scendono dagli occhi verso il cuore. Medito sulle mille svolte della nostra vita passata e quasi come un sogno finita. Nella mia esistenza soltanto tu sei stata presente nella gioia e nella tristezza e per questo amore profondo, sei nel mio cielo al tramonto.
GIUSEPPE MAURO MASCHIELLA
LA LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA
Il bacio ghiacciato dell’inverno arriva sui poveri , folate di gelida aria sferzanti . uomini e donne escono dai loro tuguri ammantati di neve, affrontano una vita di stenti e la quotidiana lotta per andare avanti. Animali accuditi ed animali uccisi , ghiaccio rotto nei pozzi, per bere. Alberi abbattuti, fuochi accesi, che non placano il freddo dei poveri. Bambini che giocano con un pagliaccio di neve senza pretese, una vita dura, senza attese. Son diversi i colori con cui gli occhi dei poveri guardano gli alberi e guardano il cielo. Il verde non è più l’unico colore della speranza, lo sguardo dei poveri è semplicemente più ricco di colori.
Pensavo a volti sorridenti anche dentro la disperazione, ho visto la tristezza. Pensavo a persone felici del poco che avevano ed ho visto il niente dentro al tutto e chi ha dovuto trovare tutto dentro al poco, ho visto cosa è la povertà. La povertà non è vergogna , ma preferisco stare dalla parte della speranza. Spesso nel tempo non riesci a quietare quello sguardo rimasto bambino che ti mostra un mondo più grande, e tutti gli uomini uguali.
Anche senza speranza, la lotta è ancora una speranza.
MASCHIELLA GIUSEPPE MAURO