Avrei voluto
Avrei voluto
un amore di prima mano,
profumo di bucato,
letti da rifare
in stanze fresche,
il caldo fuori dai vetri.
Avrei voluto
la noia di un banco di scuola,
e il tempo che scorreva lento,
nella pigra attesa
del mare estivo.
E nei nostri abbracci
la casa dei sogni,
sempre più belli,
mescolati in un figlio,
nel quale ritrovare un po’ di noi.
Avrei voluto che tutto questo
fosse un rischio buttato con energia.
Pensa se fosse stato così.
Non volevo credere
Non volevo credere che
in una vita dove tutto è compromesso,
scriverti, parlarti, vederti,
sarebbe diventato normale.
Quando ormai era la stanchezza,
ora basta,
ora non posso più.
Io che non smetto di farmi domande,
ci avrei messo più anni,
insieme a tante fotografie,
per capire una storia arrivata per sbaglio,
così assurda e improbabile
con il potere di accompagnarci per come siamo ora.
Uniti nell’inverno,
senza smarrirci nell’estate.
Voglio
Voglio i tuoi capelli grigi,
la tua esperienza,
il tuo essere padre a metà.
Nei nostri abbracci,
ricomponiamo i pezzi,
in una casa da separazione,
senza desiderio di riavvolgere il nastro.
Guardo i nostri figli trovando in loro un po’ di noi.
Voglio avere più coraggio e
meno desiderio di fuga,
nel timore di essere felice.
E sono sempre io,
distonica e scompaginata,
senza te.