I USED TO LOVE HARD ROCK

Lento fomentatore produttore
di calde sciolte endorfine
il cosmo ti perdonerà
il perfido gioco della tua voluttà.
Faxato cablato laserato
sul silicio tragitto chippato
intersecato digitato
Orfeo dalla uranica lira
porti le borchiate fiere all’umido sonno
corta la vista – affondi silvato
nel plumbeo macadam atrofizzato
mentre
la dissonanza omogeneizzata
salva la vita parcellizzata
contro i fasci di coesione
albeggia il tetro alone.


Sferza la scorza ma con accortezza.

I liquidi lugubri lenti languidi lamenti
ricordano una razza rozza grezza avvezza attenta.

Scivolano i voti, nei vuoti sento sciamare
le scelte disciolte dei nuovi sciamani.

Torna il senso comune spudorato
rinnegato sfidato edulcorato.

Dammi la chiave che apre il castello
é vuoto è freddo è bello.


Semantica

Nel campo semantico
della maledizione
e della superstizione
nel sogno e nella profezia

nella precarietà del segno
e nella labilità del senso

le passioni non inevitabili
le azioni non necessarie

ci facevano
soggetti di mancanza

nel momento elettrizzante
del Super-Io agonizzante.