SOLDATO!… ora ragazzo

Il sangue ti cola
fra gli occhi e
perdi la baldanza:
sola ora diventi ragazzo.
Con le armi
eri lupo assetato
di sangue nemico.

Sprezzante, invincibile, fiero,
in quell’aria impazzita
fra urla dilanianti
e sibili di proiettili folli!

L’urto di un’arma
ti ha reso debole,
bambino pauroso,
col volto livido e cremisi.

Hai sentito da vicino
l’odore della morte
che ti precede e ti segue
o rincorre.

E tu, senza sapere, vai verso
il tuo nemico, ch’era prima,
per chiedere aiuto,
ora che hai perso la ragione,
nel panico sconvolgente.

O, forse l’hai ritrovata,
la ragione!

E proprio
il tuo nemico,
ragazzo come te,
ti aiuterà
a salvare
i Vostri anni,
dando senso alla Vita
che Pace riporta.

Liliana Giraldo


IL PRATO E I SALICI

Salgo sul trapezio
di prato vicino
al Campo del silenzio:
godo della vista
dei salici intorno,
mossi dai sussurri
di chi è rimasto,
solo nel cuore
di chi li ricorda.
Il cielo è terso
e mi perdo
nella ricerca
dell’azzurro
nell’azzurro.

Le carezzevoli braccia
dei salici mi avvolgono
e mi invitano ad un ballo,
che il vento dei sussurri
orchestra.
Mi avvolgo
intorno a me,
mi sento libera
e la testa gira,
nel turbinio
di ebbrezza,
che il ballo dona.
Poi una tregua…
tutto intorno tace!
Ed io,
seduta sull’erba,
rimango raccolta
a pregare.

Liliana Giraldo


DIRITTO DI REPLICA

Non son qui per
piangermi addosso,
né per fare bilanci di vita:
ho dato sempre me stessa, tutta,
per avere rimpianti.
Son qui perché devo
riprendermi vent’anni di vita,
che non son stati!

Non posso, forse,
sei tu che decidi Nume?

Che ne sai di una vita vissuta
sempre col cuore a
battermi a mille
per paura del giorno davanti.
Sempre col cuore a
battermi a mille
per paura delle notti davanti.
Di giorni senza luce e senza fine,
di notti senza fine e senza luce.
Alla ricerca di fermare il cuore
che squassava il petto
e rompeva le vene e le viscere.
Brucianti fino alla gola
ma silenti,
nella vergogna
di non essere,
di non essere fino al punto
di negarmi un pensiero fluido,
un pensiero compiuto.
Di non essere
quella che ero
ma quella che
volevano gli altri.
Tutti con i loro fili,
intrecciati al mio
gomitolo di vita,
sempre più intricato,
infeltrito… immobile!

“Stai bene, sei perfetta,
il tuo equilibrio è, senz’ombra
di dubbio il più sicuro…”
Ma che fatica,
con i piedi incollati alla corda,
che ne impedivano i voli
che la mia testa voleva fare,
al di fuori di ogni equilibrio.
Al di fuori di ogni altra vita,
che non fosse la mia,
perché fosse la Mia.

Vent’anni, Nume, per sentirmi
perfettamente normale,
nella quotidiana pazzia,
in una vita spiazzante
ma senza catene,
sorprendente,
perché così diversa,
al limite e al di fuori di tutto.
Per vedere il recinto dei saggi
matti rinchiusi nella norma
fatta di finzioni burlesche
ed esagerate: tutti fantocci!
“No, non voglio barattare
la mia vita con quella degli altri,
mi è costata troppa fatica… e
poi era la Mia, questa!
No, mi devo riprendere
i miei vent’anni di inconsapevolezza,
perché la Vita
è troppo bella per non
essere vissuta!”

Liliana Giraldo