La terra degli Dei

Un emozione grande… più grande del previsto,

sale piano piano fino in gola,

accarezza il mio sguardo

e plana sul confine orlato della costa greca,

in un contrasto terso tra cobalto e argenteo !

Rannicchiata nel mio piccolo spazio fronte oblò

mi lascio assaltare dai ricordi arruffati del passato.

Sono qui dopo 18 anni!

Diverse le vicissitudini , artefici di cambiamenti, su di me e sulla mia vita;

quel che resta, ora, è la capacità di astrazione,

come un sano baluardo di una sensibilità profanata

e così, la mia mente lievita, nei meandri di una giovinezza passata in fretta.

Seduto qui accanto, oggi, c’è anche un adolescente scanzonato ,

dalle sue cuffie echeggiano le note dell’ hip hop…

lui non guarda fuori, non si scompone affatto, né prova eccitazione alcuna,

aspetta solo di tuffarsi , presto, in quel mare sconosciuto

ma così tanto decantato, negli anni, da me e da suo padre,

quel tratto di mediterraneo che ha generato eroi e leggende ,

costellato di isole,

mezzelune dorate tra le acque cristalline ,

dove i caicchi ondeggiano pigri,

i profumi speziati invadono i vicoli,

i vecchi siedono su sedie di paglia,

i tavolini azzurri… invadono le piazzette bianche!

La terra dei templi e degli Dei!

Il rombo dei motori si fa più forte e l’aereo scivola sulla pista polverosa.

L’emozione sfugge al controllo….

e tra le lacrime.. io cerco, là fuori,

l’immagine irreale dell’altra me, rimasta qui ad attendermi per tutti questi anni.

Lei non è invecchiata e, radiosa , mi sorride felice, nel vento …!

Eccoci Hellas, siamo tornati!


I Balcani del 96′

A prima vista…

sembra che non sia successo nulla!

Un paese come tanti,

gente comune in un contesto comune;

un tram tram quotidiano

che si adegua alla dimensione della regolarità.

Poi… a tratti,

lo sguardo più accorto stana l’ inquietudine ,

il dramma , la violenza,

e tutto prende forma attraverso i tetti sventrati,

gli intonaci divelti.

Cumuli di macerie agli angoli dei marciapiedi , in fondo ai vicoli,

laboriosamente celate sotto i cantieri dei “lavori in corso”.

La realtà sottotraccia!

Poi, fuori città, la realtà diventa più tangibile,

le carcasse di ferro svettano sopra cammini desolati;

i crolli non soffocano il grido di dolore mai placato.

Dal pilone in pietra romana del vecchio ponte

si guarda verso la riva opposta…

Lì sorgeva il simbolo della città!

Ora l’originale è… sulla cartolina

che io, costernata, continuo a guardare!

La terra soffre per l’anima violata

che ha generato sangue e sconvolto il mondo !

Una bocca di fuoco senza tregua

che ha cambiato la storia

ed oggi, io, ne sono testimone.

E allora pensi…

e pensi ancora.

Rivedi le immagini sulla tv,

dal nostro guscio riparato di civiltà mediatica,

rivedi le carneficine propinate delle cronache dirette,

il fuoco delle granate,

i colpi spietati dei cecchini.

Tutto ciò alle soglie del 2000,

nel nostro occidente evoluto!

E tu, ora, sei proprio lì….

Che giri indisturbato per i grad

scattando fotografie al “disastro”.

Ieri c’era la morte ovunque,

si respirava fuoco e sangue.

Oggi, la gente sorride ,

i bazar vendono frivolezza,

le donne flirtano sotto il velo

ed i bambini schiamazzano.

E’ tutto miracolosamente “normale”…

E’ la grande forza della vita!


Rinascita

Schegge di dolore fluttuano

nella mia consapevolezza irreversibile.

A volta attonita, a volte decisa,

riconfiguro la mia identità

danneggiata dagli anni,

dall’appiattimento degli altri e dalla noncuranza.

Nei confini impervi della mia ineluttabilità

ricercherò i miei passi smarriti;

vagando nella pietraia desolata dei fallimenti sterili

raccoglierò i pezzi di me stessa, come parti di un mosaico,

li pulirò da polvere e detriti e assemblerò il tutto con cura.

E nell’amarezza intima di domani mai nati,

mi erigerò di nuovo

lievitando sulle meschinità … fino a non vederle più!