L’inverno passeggero

( Poesia recitata)

Naviga come un pesce

alla ricerca di posti freddi

da vaporizzare,

di bimbi da far stancare,

vivacizza case e parchi,

interi alberi, ma

ghiaccia sguardi.

Con una carezza hai

ghiacciato occhi di

caldo e visi pieni

di autunno…

Piange una bambina,

tu la ascolti come se

fosse musica di una

vita sognata,

la notte, piacevole e silenziosa,

per quel paesino lassù,

in una montagna verde

l’hai trasformata in una

notte di forti tempeste.

Per te sarà pur piacevole

ma menomale che c’è

il sole che, triste, lascia

cadere una lacrima

e, in un secondo,

l’inverno scappa:

impaurito e sconvolto.


Il celeste del cielo

Una celeste spennellata, nel quadro,

che si vedeva attraverso una piccola

finestra giallognola,

su quel tripiede,

con appoggiata una tavolozza di colori,

il pittore faceva svolazzare il pennello

su quella tela bianca. Solo il cuore del pittore

sapeva cosa fossero quelli schizzi sul viso bianco

della donna, che Shakespeare ha spennellato

nel suo pensiero. Il viso del pittore si illuminò

ma i colori furono dimenticati, dal pittore

ormai inesistente.


 

L’aria

Quando di colpo

ti tocca la pelle,

quando fine, pensi

di averla vista,

l’aria, ti tocca senza

paura. Ma quando

i cieli si chiudono,

l’uomo comincia

a temerla.

Diventa sempre più

forte, ma quando, per

pena, si ritira, l’uomo

pensa di essere il

più forte.