Poesie
Leggermente
L’esistenza le si mangiava il cervello,
le consumava ogni granello di energia.
Lei la privava di tutto;
giaceva, finta senza vita,
nell’anima del cielo.
Essere leggera, chiedeva solo quello.
Chiedeva alla vita che la morte la portasse via.
Nel cuore il lutto,
dell’età ormai finita,
sepolta sotto un pallido velo.
Le ossa voleva schioccanti
ormai senza rivestimento,
l’abbandono del corpo era
l’ambizione
in assenza dell’eterno tormento.
Le voci degli uomini giganti
chiedevano di dar loro consenso,
ma avanzava la putrefazione;
e la sua anima fu presa dal vento.
Marzo 2004
Tra acidi di persone scadute
liquefatte nelle proprie certezze
ho rivisto in sogno persone perdute
ho riavuto le loro carezze.
Tra gorghi di falsità
le ho pregate che
la mia mente brilli nella sua rarità
indisturbata da chi non capisce il perché.
Luminoso e scintillante, l’acciaio
aspetta di nutrirsi delle mie carni,
e nell’incenso del mio sangue l’inebrio.
Sto per tornare dal viaggio
non voglio abbandonare nuvole e stormi.
Accetto, dall’acciaio, un passaggio.
Incertezze
Impazzita per una virgola,
l’umana che dicevano saggia,
ora il suo cuore cigola
attraccando all’ultima spiaggia.
Notti insonni
passate a cercare la ragione,
l’han condotta
sulla riva di Mauro, il nome.
Colui che lancia la cometa
per pescare il flusso
necessario al suo pianeta
ha rapito la vita
d’una donna ripiegata
per nascondere la luce della meta.