Caramelle.

Le nostre sincere
falsità
quotidiane …
Bugie come caramelle,
che prendiamo
ed offriamo
per noia
o perché non abbiamo
altro da dare.
Queste caramelle
che fan sentir
tradito
il traditore
e giustiziato
il giustiziere
e lasciano
sapor fruttato
in bocca.


Chi.

Chi ce lo dona un istante in più?
Un’altra possibilità?
Chi ci offre la mano tesa?
Chi sa come farci ridere o piangere?
Chi sa davvero cosa ci occorre?
Chi se non noi stessi?
Chi se non gli stessi?
Chi?!


Sole di nubi.

Sole di nubi,
che implora un sogno
di astenersi
dal sognare,
per fargli compagnia,
per donargli tregua
soprattutto da sé,
dalle sue inutili parole,
dalle folate
di pensieri.


Mare

Divampi di fiamme gelate.

Mi inondi di fumo schiumoso

e di bianche e limpide sfumature

a tutti dipingi…

Ma un cielo incendi,

lo incanti e poi divori.

Ti fondi col tutto ed Io

resto qui sulle tue rive.

Ti attendo da lungo tempo.

Ti attendo senza tempo.

Smarrita per un soffio di goccia,

abbandonata dalle tue nuvole

piene di vitale rinascita.

Ti assaggio perché un antidoto

mi par che Tu sia.

In te Magnifico

Mar rinasco,

in me tornando.


Soglia

Una preghiera mentale

in un luogo fuor

di orizzonte

non può condurti

che ad una soglia.

Sotto un uscio mal curato,

e di appassiti fiori contornato

scruto la tua figura, che

con dolorosa difficoltà

ritrovo.

Dove eri sparito?

Forse in un’altra soglia

o da un’altra parte irraggiungibile

hai compiuto, uno ad uno,

i tuoi pienissimi anni.

Ora tardi forse ti rivedo

e sento il cor in sé

confuso. Non temo

tuttavia di perderti ancor.

Ho intravisto la soglia.


Scommessa

Scommessa che agli occhi maledetti

appari. Tu sei gli anni trascorsi sui macchinari

di una fabbrica, dove promesse infrante

consumavano le mani ai poveri operai stanchi.

Tu sei i giorni non vissuti a fare quello

che amiamo, per paure indicibili che,

come zanzare, ci pungono sempre sugli stessi punti.

Fastidiosa e insopportabile scommessa

di quell’amore che è finito nel vetro

sporco del bicchiere.

Scommessa persa di quel figlio immaginato

e tanto desiderato, che non vedo corrermi intorno.

Scommessa dubbia di quella pace con i padri senza ventre,

che le disgrazie han mangiato affamati

dal tuo ventre. Catene delle catene

che ho scommesso di spezzare.

Scommessa vinta, che paranoie

uccide e lega con nuove,

profumate e golose scommesse da fare,

scommesse da combattere e scommesse da vincere.