KAFKA

Conobbe Kafka al bowling di Praga. Divennero subito amici. Kafka lo invitò nel suo labirinto. Vi passeggiavano mano nella mano per ore parlando del più e del meno. Talvolta Franz gli leggeva certe cose che stava scrivendo. Ricorda perfettamente di averlo visto trasformarsi in uno scarafaggio mentre declamava con enfasi da imprigionato alcuni passi della disastrosa metamorfosi di Gregor Samsa. A causa delle gelosie amicali di Max Brod smisero di frequentarsi. Al bowling non si fece più vedere. Tuttavia, capitava che gli comparisse in sogno e che ballasse soltanto per lui un imbarazzante tip-tap da marionetta, tenendo sotto il braccio destro uno dei suoi leggendari quaderni.


Archetipi

A mezzogiorno in punto diluviò
sul nostro nascondiglio,
sull’edera dimenticante
che rammendò se stessa
senza dissolvere gli archetipi
coi loro argomenti impolverati.
15/4/2015


La pagina tace

Mentre la pagina tace
io rifletto sulla grammatica dei compleanni
e sulle furbe finzioni di Borges
che illuminarono i miei giorni-delfino
e le angustie contemporanee
senza che niente accadesse
se non l’ignoto con le sue
vendemmie istantanee.
14/4/2015


Febbricitante

Ero febbricitante

mentre scrivevo una poesia sull’assenza d’amore

e venivo meno

al gesto visionario di rivelarsi

nella paranoia della partitura

che aveva una sottile

spina dorsale e forse

un cuore rotolante,

innamorato dei multipli di sé

e della vacuità dissonante

di ogni piacere.

09/11/2015


 

Arcadia

La provincia ti nuoce

come l’acqua salata

nel vino che berrai domani

distesa sui prati dell’Arcadia

fornicando con i fili d’erba ossessionati

e ripensando a ciò che avrebbe detto

tua madre a proposito del torbido

che abita il tuo vestito.

08/11/2015


 

Monotonia

Il sentiero delle cose

produce una monotonia da sopravvissuti.

Siamo i riflessi di un’assenza perdurante

e tutte le nostre angustie

sanno di giostre malate

e di claustrofobie compromettenti.

03/10/2015