Il Cuneo d’Amore

 

Sciogli queste catene:

devo raccogliere i miei frammenti.

Imprigionato dalle tue pene

urlo nel ventre di sere taciute

e tutto sembra fermarsi.

 

Un tempo anche il dolore si consumava

ma ora un cuneo d’amore mi tormenta

ché lo avverto spaccarmi l’anima.

 

Logora le corde che uniscono:

sono i ricordi e prima o poi tradiscono.

Legato al pensiero di noi

mostro un’arrogante fragilità

e il cuore sembra animarsi.

 

Un tempo anche i corpi si consumavano

ma presto un cuneo d’amore ti spaccherà

mentre una lama taglierà i miei nodi.


 

 

Siamo luci (del buio)

 

Sono legna da bruciare

quando nella notte

mi chiedi di osare.

Irresistibile tentazione del male

divenire luce nel buio

per un momento

prima che cenere diventare.

 

Sei un mito da sfatare

quando nell’ombra

ti rifugi perché non sai cambiare.

Inarrestabile desiderio del cuore

nel mentre di una notte

di verità e dolore

assistere alla luce di te

come eterno sole.

 

Siamo luci, luci del buio

sedotte e abbandonate

dalla speranza del futuro.

Inafferrabile esperienza del duale:

la nostra è compresenza

preludio dell’assenza.

 

Il buio traveste l’intenzione

osi, mi accendi,

mi chiami per nome

oso brillare un’ultima volta

per poi da nere nubi lasciarmi coprire

come luna avvolta lasciarmi morire.

 

Io luna, tu sole

siamo luci di un diverso umore

che aspettano l’attimo di cielo comune

che aspettano un’altra eclissi d’amore.

 

[Che aspettano un’altra eclissi d’amore,

un cielo comune, un Dio che le vuole.]


 

La volta dell’Ora

 

Una volta sapevi trovare

il bandolo della mia matassa da dipanare.

Una volta volevi dissetare

la mia pelle arida che non si lascia sfiorare.

Una volta cercavi parole

per irrompere nel mio silenzio fatto di rumore.

Una volta eri la cura

e il mio futuro più non faceva paura.

 

Ora so che hai capacità

di rendere l’abbandono la mia triste realtà,

di fare del mio tempio l’esaltazione della tua deità,

di vivermi col tempo come intermezzo della tua sinfonia.

Ora vuoi che rimanga mentre sei già andato via,

ora vuoi che non pianga se mi rifletto nella nostalgia,

ora vuoi che dimentichi le promesse mancate:

fili che si spezzano, le tue porte serrate.

 

Prigioniero della volta dell’ora

mi lascio trascorrere dalla vita nova

mi lascio guardare dalla serratura

privato ormai della mia armatura.

 

Padroni dell’adesso

lascia che io ritorni a me stesso

lascia che si crei un nuovo groviglio:

mentre tu ti risolvi, io non ho più un appiglio.