Poesie
Freddo manto stellato,
un uomo ora cammina sotto te.
I compagni di un tempo ora morti o dispersi
seguono il suo incedere fiero.
Non il tempo,non l’amore,non Dio
arrecano onta al suo passo
nella dannazione trova egli forza
nella malattia la serenità.
Come ci si sente,fredda coperta stellata?
stanotte tu perdi il tuo figlio più amato
ben altri orizzonti scrutano ora i suoi occhi
ben altri i sogni che lo tengono sveglio!
Il crudele Morfeo portatore di pace
forse per antica offesa rifiuta il suo sguardo
e tu mandi a quell’uomo le tue terribili ombre.
Non capisci?Sei ormai cieca
perchè egli ora fende i tuoi luminosi occhi
librandosi su ben più alte vette!
I tuoi servi strisciano di fronte a lui
disperando per la loro assoluta pochezza!
Stolta notte,offri ora
ambigue e bugiarde promesse
mortali nel tempo.
Porgile pure ad altri,
offri le tue false parole ai mortali
ma china il capo di fronte ai giganti!
Altri verranno a nutrirsi
della tua fallace ispirazione..
e riempiranno d’inchiostro le candide pagine
violentando l’antica musa
con i loro versi stucchevoli!
Con la loro inadeguatezza
con la loro odiosa falsità
si cingeranno il capo col cilindro e l’aureola
innalzando monumenti alla mediocrità
e facendo risuonare le trombe in celebrazione
della loro ipocrisia!
Ecco i poeti di domani!
Ecco i tuoi squallidi servi!
Ma non ora,non stanotte.
Lascialo avanzare,
quell’uomo è ormai un dio.
Stanotte cadono le tue stelle,
sorge un nuovo giorno,
l’immortalità dona la luce.
Pallida,
e dolcemente assorta sta.
scruta,
la flebile danza delle ombre
che sul suo volto disegnan
melodiosi ricami sfumati.
Il freddo vento del mondo
le offre i suoi malevoli doni
irrigidendo il suo corpo
ma non gli occhi suoi accessi,
che stanchi,ma autentici
dimenticano l’adiacente paesaggio
squallido e d’ipocrisia velato,
e si librano su mondi mai visti
dove non osan i più avventati poeti.
La piccola flebile fiamma
illumina fluttuanti pensieri
che vagando nell’aria come foglie
trasportate dalla fredda brezza
le circondano il distratto volto
di bellissime immagini e leggere parole
portando nell’animo tremante serenità
sollevandolo dal quotidiano tormento
e dal freddo inverno dei pensieri.
Sul palcoscenico del suo volto
il fuoco mette in scena la sua farsa
offrendo chiare lacrime di luce
sussurrando evanescenti promesse
fingendo un ingannevole tepore
che riscalda il mortale corpo
ma lascia freddo il cuore.
Ma ecco che lei spavalda ignora
le bugiarde sue parole roventi
e con apparente noncuranza
sfrutta il suo chiarore
traendone semplice bellezza
questa,è l’arte suprema nel mondo.
Quali versi ispirararono tali visioni?
E quanti ciarlatani della penna
hanno rapito nel tempo
con tanta grazia e nobile arroganza
fingendo di prestarsi servizievoli
ai loro languidi versi stucchevoli?
Da sempre capitani di ventura
furfanti e anime nere consumate
furono attratti da tale forza
pur non comprendendone l’essenza
che quasi in maniera beffarda
evidenzia il loro disperato vagare.
Ora il tempo cade,
si cristallizza l’attimo,
tace il tanfo delle bagnate strade
e gli schiamazzi degli stolti,
e lei ancora rimane immobile
così vicina al dorato inferno
che l’opulenza chiamò casa
eppure così profondamente
distante dal nostro triste pianeta
troppo occupato a commiserarsi
per accudire i figli suoi degni.
Pallida,
e dolcemente assorta sta
dirige,
la flebile danza delle ombre
che sul suo volto disegnan
melodiosi ricami sfumati
mentre fiera scruta le stelle
della mente sua viva
Un sospiro;un fuggente attimo;
il momento è perduto
e tutto si muove di nuovo
forse un sogno,una visione,
ora solo i versi ne portan ricordo;
è stato solo un sospiro;
è stato solo un attimo.
Nella città della pioggia e del freddo
ho visto sorgere aurore splendenti
dissipando in un canto le azzurre nuvole in terra
ho visto te,che giacevi tra morbide coltri
di bellezza e bufera coperta
la tua pelle come candida neve
le tue labbra di fresca rugiada
sbocciavano i fiori della tua giovinezza
e fiorivi anche tu di sacrale bellezza
le stagioni danzando porgevano omaggi
a te loro musa prediletta:
la calda estate il luminoso sorriso
e le fredde notti d’inverno gli occhi stellati
primavera le morbide forme dei seni
e l’autunno il tuo manto corvino
riunite insieme leggere
vegliano il tuo tiepido sognare
sussurando a te le più dolci canzoni
che il fremente vento sospirò
ho visto così la natura e il tempo
il giorno e la notte
muoversi in cerchio accanto alla loro sposa
Il mondo tace e con esso anch’io
ammirando con infantile stupore
la sua più perfetta figlia
giacere come creatura divina
a portare luce nel freddo della notte.