BUONGIORNO
Disteso sul mio letto,
la mente mi rimanda,
come una chiave nel suo cassetto,
ad aprime il mio petto
per sfogliare le immagini di noi due che,
felici e desiderosi,
ci impegnavamo a recuperare, coraggiosi,
ogni attimo della vita quotidiana che ci divora.
Vicini possiamo ammirare quella aurora
che, vista in due, adesso assume una nuova sembianza;
nuovi colori che ci spingono ad un’eterna danza,
fatta di sospiri e di affanni.
Ma insieme daremo vita ad una nuova aurora
negli anni che vista agli occhi del mondo sarà uno spettacolo,
ma non è altro che un quadro
dipinto dal suo oracolo.
Ma l’artista ancora non ha terminato
Per noi quiesto spettacolo,
perché ogni nostro saluto
è come un male avuto,
ma ogni nostro ritorno
ha in se la magia di svegliarsi uniti
e dirsi : “ Buongiorno”.
LA MENZOGNA DELLA PAROLA
Avvolto nella nube dell’afflizione
Dei sentimenti e del passato distrutto,
la parola a fatica riesce a mettersi in fila
per esprimere il segreto linguaggio del cuore.
Ogni verso steso, pur con le più belle e selezionate parole,
è un terribile rimpicciolimento, un terribile sminuire
del forte sentire.
Ma il mondo non comprende
che noi siamo grandi investigatori
pronti ad assorbire ogni bugia umana,
perché ogni parola detta è una grandiosa menzogna.
Cos’è la parola se non un linguaggio che naviga
nei meandri del pensiero e naufraga dal grande dirupo
delle nostre labbra?
Anche ora non credete a questi versi,
ma tendete una mano al vostro naufrago che,
affitto dal viaggio della disperazione
sul litorale di una spiaggia,
accende la sua sigaretta per mescolarsi e confondersi
nei sogni dei poveri mortali.
MUTAMENTO DEL TEMPO
Si avvicina il freddo inverno,
i rami innalzati davano spazio
ai tiepidi raggi che,
tra il nero inferno,
cercavano di espandersi, nello spazio,
per accarezzare il tenero amante
sopravvissuto al suo prefazio.
Il gelido iceberg apparve
nelle tenebre della notte,
fuoriusciva possente salutando con il suo: “ Salve”.
Ed io, carico di ricordi,
ero passeggero su una nave,
non conoscevo le sue rotte.
Tutto era invisibile,
immagini corrotte,
ma decisi di trovare il molo,
ascoltando silenziosi accordi
della fitta nebbia di quella notte.
Non riconoscevo più questo luogo,
eppure vi giunsi quando il sole
emanava il calore del suo rogo
e le acque riflettevano parole,
non immagini dannate come di un guirone.
Ritornando sento il peso,
comeun giogo fissatomi sulle spalle.
Ed io, con il mio vascello, arreso,
mi fingo avventuriero,
come anima dannata, disteso,
sulla barca del grande traghettator nocchiero.
Cittadino di un nuovo Egitto
Ho conosciuto un nuovo Egitto,
le mie acque
sgorgano da sorgenti di sangue,
dalle quali nacque
un tremendo conflitto,
dove il mio cuore tacque
Dio mi hai donato questa visione, che non è come quella di chiunque.
I miei corpi scempiati, nelle elevate torri,
erano le piramidi d’Egitto,
così custodisco il male che è stato inflitto,
O tempo che scorri.
Per questo nel tuo cammino corri,
per trovare le sorgenti di latte e miele
che sgorgano dallo splendido Nilo.
Ma non hai trovato altro che la torre di babele,
nella quale , non capendomi , non ho trovato asilo.
Canzone , che stilli formose lettere insanguinate,
hai visto solo il rosso
di una pozza infettata,
nella quale sono stato battezzato come anima scartata
e bene presto ho visto il mio nome su di un fosso.
Nel tuo verso imprigiono la morte dei miei desideri come posso.
Tu non mi condurrai in paradiso,
ma all’inferno,
dove guardo, da quell’Egitto antico,
i miei morti diventati cittadini di quel fosso mutato in avello.
La Mostra
Ho allestito una mostra di dipinti,
lungo i cancelli del mio passato
e l’ho fatto con sorrisi finti,
perché altro non ero
che la rappresentazione dei vinti.
Le tinte mi apparivano cupe,
Perché i miei occhi non distinguevano,
a causa della grande nube,
il manto segreto
della fioca luce.
Così ho scatenato tempesta
Su di un nido , forse informe,
per costruirlo ad immagine di una mia festa.
Ma le gocce d’acqua cadevano
Sulle tenere piume
dalla quale si era mossa la grande protesta.
I cancelli scomparvero come bolle e sui tristi quadri,
una ruggine indelebile.
Per questo ora sono folle,
perché la mia arte si è tramutata in parole,
aprendo numerose zolle.
Il pericolo della menzogna
Le tue menzogne hanno istigato il mio assassinio,
si sono armati cavalieri in guerre
che non erano loro ,
così da studiare tutto ciò che occorre
per il mio sterminio
e godere del mio corpo mortale, accompagnato da un angelico coro
Sei sempre presente tra i potenti cone puro oro.
Solo adesso posso capire quello strano presagio,
ma più nulla ora ha senso,
perché la mia anima é salita come incenso,
durante una vita culminata nel suo naufragio.
In questo modo, così malvagio,
hai seppellito il mio corpo d’alabastro rifinito
e mi hai condotto allo scandalo,
in un reato ben costruito ,
per vedermi scendere nella terra come un petalo.
Tranquilli , non c’è problema,
hanno ucciso anche Otello,
per erigerlo all’umanità
come emblema.
Così decido di farmi uccidere dal veleno di questo coltello.
Vedrete, in questo modo, la mia anima in ogni suo brandello.
Questo é lo scrigno dei miei versi,
di un uomo ucciso dicendo il vero,
che, senza muoversi, ha fatto sentire gli altri diversi
al prezzo di essere davvero libero.