Poesie
AMARTI ANCORA
Italia, Italia, patria mia perduta,
Cucita nella vita di chi
in cambio del suo sangue ebbe l’oblio.
Tu che lasci le tue strade ai topi
E le tue piazze all’urto dei barbari
Sposa adorata che vendi Il tuo corpo
Per monete di plastica, giardino
D ‘Europa ove chi vuole
Vomita resti di coito, sberleffi
Conditi di finta sapienza:
Come donna umiliata dimentichi
La tua grandezza. Svegliati, dunque!
Quale buio t’avvolse? Quale droga
Ancora t’avvelena? Svegliati, torna in te
Non tutto è perduto. I tuoi figli dispersi
Sognano ancora i borghi sereni
Ove si parla quella dolce lingua,
Che servi a raccontare il paradiso.
Han bisogno di te, non li lasciare
All’orrida bruttezza, al disamore
Al vuoto senza storia e senza cielo.
Torna in te, possiamo amarti ancora,
Amarci ancora.
MURI
Cieli marmorei come labbra chiuse.
Bizzarri muri, lordi
Di silenzio, al chiarore senz’ombra
Assetati di cenere si guardano.
Alcuni hanno ancora cicatrici
D’antichi vetri balenanti
Altri si elevano sbilenchi
E vittoriosi, e senza tempo grava
Ad essi stretto , cunicolo buio,
L’universo. Si distingue un incrocio:
Una scarna figura va cantando,
Musica senza note, suono senza onde.
Si avanza nello spazio ordinato,
Sempre più prigionieri di corte
Morte strutture, gli occhi pieni
Di fango, camminando carponi.
DURCHBRUCH
Il pulcino uscirà dal guscio
Disperatamente, dolorosamente
Senza nessuna certezza eppur con fede
Col becco ancora tenero
Si aprirà un varco, prima che sia tardi
L’aria che irromperà nell’uovo
Lo gelerà, lo colpirà con dolore,
Eppure sarà vita
La luce ferirà i suoi occhi,
Ma la ferita sarà la sua vista.
Il suo custodito universo
Andrà in frantumi
E nel terribile mondo reale
Nulla mai gli sarà assicurato
Se non la stessa incertezza
La stessa suprema fatica.
Ma sarà salvo.