Inverno

giacchè mi copro

non lo sento.

Non coi sensi umani

ma con li divini

che ogni uno possiede

nel doppio fondo dell’anima

laddove, non cè giusta causa

vi è solo il vero

che annulla il falso

che mi tiene insieme

molecola dopo molecola

nonostante ogni mia cellula

morirebbe per assaggiare

il freddo abbraccio del cielo

in forma di bianche piastrine

che pare voglian arrestare

il dissanguamento

di vita

di madre terra.


Respiro

indomabile,

padrone di me stesso

semplice e candido,

libero scruto

soldati in manette

di freddi rivali

ed intoccabili;

ma io, c’amo

e subisco questa vita

colma di vuotezza,

che solo un gesto

onnisciente può cambiare;

il tuo Respiro.


Grazie, ricordo

non c’è stallo

tra ciò che accadde

da poco o tanto

solo

 

lungimirante

la mente maestra

che con maetria insegna

di segni propri impregna

 

ogni secondo

in cui non temo,

non gemo,

silenzioso     rifletto

 

e poi

scompaio.

Non cè trionfo

per ciò che accadde

 

da poco o tanto

solo…

azzero diretto

il rifletter proprio

 

perché ancora

affondo

come àncora

nel dimenticato oceano

 

a cui ero pronto.

Non per desiderio

dell’aria, che in me scalpita

ma per il grande peso

 

a cui rinunizia

rinunciai,

il peso di un ricordo

che con me portai.