Lei

Lei,

lei può tutto,

farmi passare dall’estasi alla precarietà.

Illumina con un sorriso tutto intorno

e me,

un’ombra che vaga alla ricerca di una salvezza,

lei.

 

Il pensiero la mattina, i ricordi nel giorno,

i sogni e le speranze di notte.

E’ tutto e niente, è la farfalla nello stomaco,

è il mistero della vita,

è l’inspiegabile, l’irrazionale,

è vita.

 

La paura nel parlarle,

come quella di un pittore nei ritocchi della sua opera.

La felicità nell’esserle vicina

come una farfalla in una distesa di fiori.

La spensieratezza come un uccello in volo.

 

Io,

mente libera, bocca spalancata,

occhi come fuoco vivo.

Lei,

bellezza del primo mattino.

Fuori preoccupazioni e dubbi;

dentro vita, onde, tempesta viva, energia, la felicità.

 

Permettimi di avvicinarmi completamente

o di allontanarmi per sempre.


 

Cosa saremo

Non può essere il passato,

non riesce a rimanere nel presente,

E’ tutto ciò che ho vissuto

ma sembra perdersi nel futuro.

 

A volte manca, manca veramente tanto,

la sua dolcezza, il suo esserci sempre, nel bene e nel male.

Il suo amarmi come nessuno,

con tutto ciò che possedeva, con tutto ciò che poteva.

 

Io, l’errore, il caos, la convinzione, la fretta.

Noi, l’indecisione, la brace che rimane e non si spegne,

la rabbia del perdere ciò che abbiamo costruito.

Io sono il male che ti logora,

io sono colui che dovresti odiare,

per essere tutto più semplice,

tutto più netto, definito, sicuro.

 

Invece è un noi che rimane,

è un noi che tace nelle parole ma che resta nella mente,

nel cuore, nelle foto, nei ricordi,

negli attimi di serenità e pace insieme.

 

Perdonami di non riuscire ad eliminarti dalla mia vita,

e mai ci riuscirò.

Perdonami di non riuscire a rigare dritto,

a scappare dal fantasma di noi che mi segue ovunque,

in ogni luogo, in ogni circostanza, in ogni gesto.

 

E poi c’è la paura,

la paura nel sentirti anche se muoio nel fermarmi,

la paura nel farti ancora del male,

a rallentare un processo che dovrebbe continuare

ma non abbiamo il coraggio di lasciare scorrere.


Fuoco che arde

Mi sento come un fuoco che arde,

privo di dimora, di pace,

senza un motivo per cui esserlo.

 

Un’irrefrenabile voglia di cambiare,

senza sapere cosa e come.

 

Il bisogno di riflettere, di rilassarmi.

Miccia di pensieri

che innesca una mente pronta ad esplodere.

 

Ma chiudo gli occhi e cerco

di placare tutto questo.

 

Un forte dolore al petto,

come il grido del rancore,

del lasciarsi tutto dentro,

del non darlo a vedere;

il desiderio di gridare al mondo il mio dissenso,

le mie paure, le mie angosce,

ma forse per timore di non essere accettati,

di non essere come la corrente,

ci si tiene tutto qui, in questo punto,

dove tutto batte all’impazzata,

dove tutto è confuso,

come il mio futuro.