Fratello poeta
Imprevedibilmente
son diventata poetessa
e mi son ritrovata
tra tanti poeti
quasi tra tanti fratelli.
Una nuova famiglia
uomini donne
tutti accomunati
da ispirazione poetica.
Me li sento vicini tutti
ciascuno con la propria vena
tutti simili e tutti diversi
ciascuno con la sua stella.
Goccia a goccia
La mano che non si tese
l’ascolto che non si diede
il sorriso che non si aperse
la sosta che non si fece;
l’affetto che fu un insulto
la premura che fu un’ingiuria
l’accoglienza che fu disdegno
la gratitudine che fu disprezzo.
La iniziativa spezzata
la volontà travisata.
Allora al vigore
subentra la fiacchezza
alla gioia la tristezza
alla vita la morte.
Morte che non viene
come una doccia
ma lenta lenta
goccia a goccia.
Una casetta nel cuore
Gesù fammi una casetta
nel profondo del tuo cuore
dove possa ripararmi
dalle mancanze d’amore.
Dove non mi giunga
il veleno dell’incomprensione
dell’ironia
dell’ignoranza e della presunzione;
dove io non senta
il veleno dell’indifferenza
dell’ingratitudine
del vilipendio e della solitudine;
dove non mi arrivi
né l’asprezza o la durezza
ma neanche la falsa dolcezza
della furbizia e dell’ipocrisia,
dove non avverta
il pungiglione della gelosia.
Gesù fammi una casetta così
nel fondo più profondo del tuo cuore
perché io possa ripararmi
all’abbondanza del tuo amore.
Misericordia
Chi sei tu, piccolo uomo,
che ti arroghi il diritto
di fare quel che Dio non fa?
Chi sei tu, piccolo uomo,
che ti arroghi il diritto
di essere quel che Dio non è?
Duro inflessibile
ostinato e fiero
sordo e cieco.
Che ne sai
del tuo fratello
che porta il peso
di un duro fardello?
Forse è una perla
ma caduta
su una dura terra.
Arranca e vacilla
barcolla ed erra.
E tu,
che presumi
di essere
una persona perbene,
hai mai pensato
cosa saresti
se fossi capitato
in un altro ambiente?
Impara prima l’amore
che solo Gesù dona
per poter vedere tutto
con occhi chiari
e dei tuoi fratelli
intuirne i guai.
E’ comprensione
la misericordia
una questione di capire
è esercizio di intelletto
alla luce dell’amore.
Questo è prima di tutto.
Cogliere del fratello l’essenza
sfrondandola dell’esistenza.
Elogio della tecnologia
Quando ero docente
e si dibattè una volta
sull’uso del computer
nella scuola
proruppi indignata:
“Non sia mai
che la macchina
sostituisca la persona!”
E così sento dire ancora
da chi dedito allo spirito
non sa che l’anima
è impregnata di carne
o se preferite
la carne in ogni punto
è impregnata di anima.
Ma fa lo stesso.
Fanno un tutt’uno
e se il corpo,
spirito e carne,
perdesse l’anima
sarebbe un cadavere.
E allora,
come la mettiamo?
Questo l’ho chiarito
perché lo spirito
viene agevolato
se il corpo è aiutato.
Così la tecnologia
influendo sulle cose materiali
viene incontro a quelle spirituali.
Non è perciò contro lo spirito.
Tutt’altro.
Mi son convinta
maturando
che dipende dall’uomo
se la tecnologia
la usa male
e in modo inappropriato.
La tecnologia
è una scienza propizia.
E che benvenuta sia!
Vi immaginate:
fare il bucato a mano?
senza macchina
andare lontano?
non aver notizia
di persone care?
non vederle mai?
Invece grazie alla tecnologia
tutto questo ora si può
grazie al telefono
alla radio e alla televisione
al computer e al cellulare.
La mamma
che sta in pensiero
per il bambino?
Non ci sta più.
C’è il telefonino.
E non è bello tutto questo?
La posta che arriva in un baleno.
Compri, ti informi
paghi tasse e bollettini
senza fare più le file.
Vi pare niente?
La tecnologia
facilita la vita
non distrugge l’uomo
a meno che non
sia lui a volersi distruggere.
Diamo a ciascuno il suo.
Cercate di capire
voi che ignorate
o fingete di non sapere
perché voi li usate
tutti i mezzi tecnologici
anche in casa:
frigorifero lavatrice
e lavastoviglie
telefono radio e cellulare
per tutto quanto fate:
la tecnologia
aiuta l’uomo
gli viene incontro
nelle sue necessità.
Soltanto
una raccomandazione:
non abusarne.
Concludo infine
con una costatazione
amara e sorprendente
nello stesso tempo:
il senso di fraternità
sviluppatosi in facebook
forse neanche
nei duemila anni
di religione cristiana!
Palermo
Come bellissima donna
ma trasandata,
dal cuore buono
ma resa cattiva
dal perverso tuono.
Ti stendi ridente
tra monti e mare
in larga pianura
illuminata
dall’astro solare.
Gente o nobile e altera
o misera e fiera,
dalla presunta aristocrazia
quando al servizio è restìa.
Povera e superba
preoccupata di apparire
e i suoi guai
di ben coprire.
Diffidente e chiusa
nei propri capannelli
che difficilmente si aprono
agli altrui campanelli.
Furba e ingannevole
lesta a far lo sgambetto
per tenersi a galla
in qualunque colpetto.
Bricconcella e spavalda
spesso si vanta
di quel che è vergogna
da metter alla gogna.
Linda la casa
ma sporca la strada;
sfarzosa nel lusso
e volgare
delle automobili
nel flusso.
Mia cara Palermo,
perché così ti degradi
rovinandoti
con le tue stesse mani?
Sei grande stupenda
ricca di storia e di arte
le tue menti
son ricche di ingegno
fulgide e vivide
pronte anche al sacrificio.
Ma ti perdi
in un bicchier d’acqua!
Sì, sei ospitale
di fronte ai forestieri
cordiale ed umana
nei rapporti sociali.
Però, perché non ti svegli?
perché non ti sbracci
e ti risollevi?
O voi tutti,
di questa terra
o di altrove,
salvate la mia città
che affonda senza
neanche lo sappia!
Fate venir fuori
tutto il gran bene
che pur se nascosto
eppure c’è invece.
Il culto del vero:
le chiese son piene!
il culto del bello:
musei e gallerie
mostre e concerti;
il culto del bene:
la cultura e lo studio
la ricerca e l’impegno.
Voi tutti vi prego
salvate Palermo.
Non deve sfiorire
questa rosa stupenda!
Portate al decoro
questa splendida gente
che nel suo volto migliore
vive essenzialmente
di fede famiglia e lavoro.
Un’altra cosa ancora
dimenticavo:
di fronte all’iniziativa
affiora uno spirito maligno
pronto a demolire.
E poi il vandalismo:
non si arriva
neanche a godere
di una cosa ben fatta
che l’indomani
è scomparsa.
E se si deve gettare
un rifiuto,
non ci si sfila
se si fa un passo
verso il cestino!
Oh disastro!
Ma perché?
No, non sono gli altri
che devon salvare Palermo.
Palermo si deve salvare da sé.
Il guaio è che ad esempio
di fronte alla intraprendenza,
della cattiveria
nessuno ha coscienza
e sempre si continua
con la solita musica,
musica funebre
e la vera tragedia di Palermo
sapete qual è?
Che dei suoi mali
che sono nel fondo del cuore
nessuno ha coscienza
e tutti si senton persone perbene.
Evviva Palermo!
Tutto fa brodo, tutto vale.
E’ veramente un carnevale!
Per non parlare
di fronte al mangiare!
Rispettabili signori
e raffinate signore
si lanciano a razzo
come fossero affamati.
Non parliamo se devono salire
su un autobus o su un treno!
Pare che perdano
il posto in cielo:
urti e spintoni
a più non posso
un assembrarsi smanioso
che è veramente penoso.
Palermo, ma quando
ti renderai conto
che questo è
uno spettacolo schifoso?
Sì, ci culliamo
del sole e del mare
della storia e dell’arte,
ma ancor più colpevoli
perché calpestiamo
con questi atteggiamenti
la nostra grande civiltà.
Non sono cose insignificanti
cose cui non dare importanza.
E’ dal rispetto e dalla benignità
che si vede la civiltà.
O negli ambienti culturali
dove l’arrivismo
è proprio un cannibalismo.
O Palermo,
sulla scia di San Paolo
ti dico:
pur se hai
il mare il sole
la luna e le stelle
ma non hai la carità
tu non sei niente;
pur se hai l’arte
la scienza la storia
e di simili a queste
ma non hai la carità
tu non sei niente.
Anzi a maggior ragione
colpevole perché
dei doni e dei talenti
ricevuti abbondantemente
tu non ne hai fatto niente.
Rifletti perciò
o città bella
e pensa che da te dipende
la tua futura stella.
Se invece alla carità
tu baderai
allora sì
veramente una perla
tu sarai.
Aria salmastra
Vengo sempre a te, o mare,
impaziente di inebriarmi
della tua infinità,
di incantarmi all’azzurro
delle tue acque,
di respirare l’aria salmastra
che come tonico
mi rinfranca.
E soprattutto vengo qui
spinta dall’ansietà
di assaporare in te
l’essenza della divinità.
Una voce nel deserto
In questo deserto
di umana follia
una voce sembra
levarsi: è la poesia.
Ma troverà chi l’ascolti?
O essa è nata già morta?
Finchè però ci sarà
un cuore sensibile
che l’ascolterà
c’è la speranza
che il deserto
in oasi si trasformerà.
Preghiera
Gesù,
dammi l’ardore
del tuo cuore,
la delicatezza
del tuo tratto,
la conoscenza della verità,
la fortezza del tuo rigore.
La giostra
E’ l’attrattiva
più spasmodica
dei bambini
che con gioia
e con apprensione
smaniano di salire.
E’ per loro
una grande emozione
mista di entusiasmo
e insieme di timore.
Ma tutti vi si lanciano
nessuno indietreggia
perché è il culmine
della letizia e della gioia.
Lì vibrano di vitalità
ebbrezza e libertà.
La mia nipotina Irene
la prima volta che
è andata in aereo
ha osservato:
“E’ come la giostra!”
Eh sì. L’aereo la giostra
stesse emozioni:
gioia e insieme timore.
E così è la vita.
E tutto ciò che
dell’uomo
è sua iniziativa:
libera gioiosa
ma non priva
di apprensione.
Maria Elena Mignosi Picone
Misericordia
che ti arroghi il diritto
di fare quel che Dio non fa?
Chi sei tu, piccolo uomo,
che ti arroghi il diritto
di essere quel che Dio non è?
Duro inflessibile
ostinato e fiero
sordo e cieco.
Che ne sai
del tuo fratello
che porta il peso
di un duro fardello?
Forse è una perla
ma caduta
su una dura terra.
Arranca e vacilla
barcolla ed erra.
E tu,
che presumi
di essere
una persona perbene,
hai mai pensato
cosa saresti
se fossi capitato
in un altro ambiente?
Impara prima l’amore
che solo Gesù dona
per poter vedere tutto
con occhi chiari
e dei tuoi fratelli
intuirne i guai.
E’ comprensione
la misericordia
una questione di capire
è esercizio di intelletto
alla luce dell’amore.
Questo è prima di tutto.
Cogliere del fratello l’essenza
sfrondandola dell’esistenza.
Speranza
Speriamo in un mondo migliore
dove non ci siano più guerre
e non ci si combatta più tra fratelli.
Dove nonni zii e padri
non siano più emarginati
e a feste e riunioni si ritrovino
insieme tutte le generazioni.
Dove i bimbi siano voluti e accettati
e i giovani siano tutti occupati;
dove la famiglia sia regno d’amore
e tutto si faccia con il cuore.
Dove la natura sia rispettata
e l’ambiente si consideri la propria casa.
Dove Dio sia amato e adorato
e nessuno sia sfruttato ma onorato.
Dove ciascuno abbia tempo per gli altri
e si accorga dei loro disagi
dove bianchi e neri vivano insieme
e nessuno conosca miseria.
Dove non si oda grido o lamento
e ogni uomo viva felice e contento.