A mio padre

Da tempo, ti aspettavo in sogno, padre mio!
“Stanotte sei venuto, mi hai abbracciato
e, con mesto sorriso, hai asciugato le mie lacrime.
In quell’abbraccio, mi hai trasmesso parte di te,
per infondermi il coraggio e la forza
di continuare a vivere,
hai abbattuto il grigio sipario
dei miei tristi giorni,
per mostrarsi la luce di un cielo stellato.
Non sono più la bimba
che riuscivi sempre a consolare
con dolci parole e tenere carezze,
mi sento, oggi, distrutta dai dolori
e dal peso degli anni,
ma la tua voce mi è rimasta dentro,
i tuoi occhi seri e profondi,
pregni, sempre, di affetto,
sanno ancora leggere nel mio cuore,
il tuo amore, in più ampia dimensione,
continua ad essere il faro della mia vita,
la solida roccia della mia esistenza.
Te l’ho sussurrato, ‘stanotte, nel sonno,
te lo ripeto ancora, ad occhi aperti:
“Ti ringrazio e ti voglio sempre tanto bene,
padre mio!”


Tu, uomo, che sai…?!

Tu, uomo, che sai
del dolore di un cane
da te abbandonato,
dei suoi occhi tristi
che non comprendono il tuo tradimento,
della bontà del suo cuore
che ti ha già perdonato,
della fedele sua attesa
che anela il tuo ritorno?!
Tu, uomo, che sai…
dell’animo di un cane
che disconosce la tua crudeltà
e attende solo una carezza e un po’ di affetto?!
Tu, uomo, che lo hai abbandonato,
che sai del suo immenso amore
che non avrà mai fine
e ti accompagnerà… alla tomba
dove può lasciarsi morire accanto a te?!
Tu, uomo, non sai quanto un cane sia migliore di te!


La Verità nella piccola chiesa della SS. Addolorata

Ero molto triste per la recente perdita di un parente e sentivo il bisogno di pregare per lenire il dolore che mi lacerava dentro. Mi avviai verso la chiesa più vicina alla mia abitazione: la SS. Addolorata e, rapita dal silenzio racchiuso dalle sue navate, forse scarse di valore artistico ma, pregne di carica emozionale, cominciai a riflettere sulle leggi supreme dell’universo di Dio. Ripetei a me stessa che abbiamo una sola vita da vivere e dobbiamo decidere sulle cose da gettare via perché non serviranno nella vita eterna, quali: la finzione, l’egoismo, l’insofferenza, l’ansia e su quelle da custodire su questa terra: l’uso oculato del tempo, ad esempio, la ricerca della felicità (che si conquista con la pazienza, la forza, e l’altruismo), l’Amore vero che non recrimina mai e non ha limiti di tempo e soprattutto una fede forte, serena, inestinguibile, che ci farà guardare senza timore la fine della nostra esistenza terrena, permettendoci di vivere i nostri giorni con pienezza e grandezza. Uscii da quella chiesa… rinata, quasi folgorata da una grande Verità, la stessa di cui era stato l’esempio vivente il mio caro estinto e della quale avevo preso consapevolezza, in un momento di forte sofferenza, nella pace e nella luce soffusa della mia piccola chiesa di paese.