L’alba

Vedo sorgere l’alba…
Alba, divinamente benedetta!
Presto la sua luce si sparge avvolge
ed io, io con lo sguardo al ciel m’inchino.

La gioia che c’è in me, la voce mette.
Voce, che innalza questo trionfo di alba!
Ho voglia di viverla assaporarla,
mettermi dentro questa felicità!

Ma come? Come? Come, non sentire?
Il cantar del gallo e dal gallo i monti,
le rose i balconi, le voci i sogni,
le pietre i tronchi il giorno, tutto canta…

A me, sul volto la sua luce nuova
perfino il mio animo e il mio respiro
sono nell’estasi di poesia che affiora.
Poesia che con garbo, decora il mondo.

E il palpitar del cuor mio quando guardo
la soleggiata riva unita al mare
assaporando il dono dell’essere.

E l’aria che soffia e ristora vita
al mio sorriso acceso come un faro
nella notte, buia notte.


Al profugo

Devastato di guerra
è il paese che lasci;
dove non cresce un filo d’erba e un fiore,
dove non si sente l’odor del pane
e i bimbi giocando sul prato verde.

Vai, sopra quella barca d’avventura
con le tue lacrime, i tuoi singhiozzi,
il ripetersi delle tue speranze
e il cuore tuo che batte di ragione
tenendo in braccio il figlio caro, stretto
con l’aria, l’ansia dell’Italia bella
e l’affacciarsi alla gioia della vita.

Poi tutto affondato, spietato in addio!
Se non la tua voce, che sempre resta.

Basta! Mai più nel mare blu! Mai, mai più!
Gli immensi sepolcri e l’indifferenze!
Basta gli sguardi tristi sulle coste!
E vette “Sicule” che si stendono
con solennità operosa al sole
e danno colore e profumi del Sud.

Il mondo cambia, c’è il miracolo!
La dignità, l’unità, l’uguaglianza,
la vita, il valore di un fratello;
sorridono di pace,
attingere possiamo!


ARTE ANTICA…

Laggiù, verso Est ed Ovest,
dove fioriva la gioia, il coraggio
e nel cuor si elevava l’amore!
Fra calde fantasie d’ispirazione,
l’arte prendeva la sua amata vita…

Affiora nel dipinto di “Oriente”
la donna dea, dai bei capelli rossi:
un fiore vellutato, un violino,
un cielo, un mare, un sole nato.

Diffusi in raggi, scintillanti raggi,
i cari beati versi che fremono,
amore di Patria, amor sensuale,
amore che apre la via del bene,
donando, “estasi di Paradiso”.

In seno del tempio di Pietro e Paolo,
antica volta e tocchi di colore;
cena che fraterna con biondo pane,
antichi bronzi e angeli illuminati,
le spine, una croce, un perdono.

Candidi marmi, vivi d’emozione,
la madre, che in braccio il figlio tiene
e le sudate impronte di chi fiero,
generò l’arte di splendore eterno
che a te, Signore innalza!


ROMA…

La nostra dolce Roma,

vestita dalle ombre e di luce e gloria

sotto l’azzurro cielo che vagheggia,

fiorita di marmo e scalpello lustro

e tela che arde e parla di pennello.

 

Storia, che racconta e non ha tramonto,

monti, che guardano vasti orizzonti;

il fiato della notte al chiar di luna

con le coppiette belle innamorate,

il canto del barcaiolo sulle bionde

dolci acque del Tevere che scintilla

e osterie con l’ardor del cuor felice.

 

Tu, dolce nostra Roma:

con l’uomo mite, grande, che ci porta

parole di pace e perdono sacro

con la sua mano buona sopra di noi.

 

Su, dalla cupola di Pietro amato,

ride il tuo nome: Roma.

Con te la nostra vita…


Italia…

Italia nostra Patria,

fra ombre di croci e luce di vittoria.

 

A essa le meraviglie di Sardegna,

le vette Alpine il mormorar del Piave

e quel “Vessillo” rosso d’amaranto

che sventolava al fragor del mattino

attorno per la piazza di San Marco.

 

Firenze, che di arte infiorò il mondo

fra versi in prosa e di gentili rime,

blocchi di marmi bianchi scalpellati

e sorsi di color soffiati puri.

 

E il tempio prodigo di Pietro e Paolo

in beltà divina adorante al Padre.

 

E illuminati raggi Vesuviani

con tracce scintillanti di civiltà.

 

E mare Calabro, fremente azzurro

fra misteriosi antichi bronzi bruni

e zolle d’intorno il ricamo il grano.

 

E una alba “Sicula” che allora trionfò

fra gli aranceti e un tricolor d’unità

“… Che Dio creò!”

 

Ora, in ogni cuore appar quel canto

quel canto “Verdiano” che in alto andava:

“… Pace, pace mio Dio!”


UN VIAGGIO NEL MONDO…

Io viaggio, sempre viaggio

in questo mondo che amo.

E guardo… Mentre guardo

il dolore nel petto

di sconforto mi batte.

 

Non vedo i verdi prati,

non vedo il cielo rosso

nel tenero tramonto.

Non vedo lo stupore

nei cuori e negli sguardi

e non vedo più sogni

estasiati incantati

nella notte stellata.

 

Da questo cupo Mondo,

da questo Mondo in pianto,

io con viva speranza

mi volgo al ciel divino;

da esso… Pace sorgerà

con fratellanza vera

e si canterà beati

da Oriente ad Occidente!

Pace… Felice pace…


 

Al Mendicante…



T’incontro Mendicante
che solo per le vie vai
col vento che tempesta
senza un quieto rifugio,
senza parole amate.

Fra le tue stanche mani
porti la delusione
di questa indifferenza,
di questa “ingiustizia”
che ti rende diverso.

Ma tu fratello “uomo”
chiamato mendicante
hai “il tuo fiato pieno
dell’umiltà”, hai poesia
e fervore di forza
creando perle di vita.

A te, do la mia mano
col cuore caldo caldo
e il mio sorriso amico.

L’amicizia Divina
vorrei vivere con te;
il Cielo sorriderà…


 

AL SOLE…

 

Finita è la notte

e dappertutto nelle vicinanze

e nelle lontananze tu, mio Sole,

Sole profumato di cielo puro.

 

Col tuo bagliore grande di conforto

indori il mio volto, i miei capelli,

il mio sorriso, il mio cuore caldo…

Ogni ora, ogni giorno, tutto di me

si nutre di te, della tua armonia,

l’aria consolata il mistero insieme,

i fiori, i bei colori, il vivere

e tutto l’altro che si sveglia gioito,

in questa creazione così divina.

 

Ed io, piccolo essere affascinata

con gratitudine infinita innalzo

questa tua luce che da un capo all’altro

promette di tornare sempre con te;

Sole, supremo Sole…

 


VERSO LA PACE…

 

Questa volta alti muri;

le stragi, il dolore

e la tanta vergogna…

Tutto, tutto svanisce!

 

Le fredde ombre dei mondi

e le tante coscienze

al sole dell’amore

si prendono il tepore

che mai più si spegnerà.

 

Ora dolce la vita

porta verso la pace;

la pace che ci aspetta.

 

 

Maria Pedullá


AMORE PROFANO…

 

Amore mio ti aspetto

al rosso del tramonto

sotto il remoto albero.

 

All’apparire di te

mi sento emozionare

il cuore intensamente.

 

Effondi sul mio corpo

romantiche carezze

e baci innamorati.

 

Ti sento che mi avvolgi,

che mi avvolgi, mi avvolgi

nell’estasi dell’eros

in questo luogo soave

che palpitano con noi.

 

La luna scivolosa,

il raggio delle stelle,

la sera che procede

e l’aria assai cortese.

 

Contemplano il bel dono

del nostro amor profano

che qui in cuor ci regna.

 

Maria Pedullá


L’AZZURRO AMORE…

 

Io, io volgo lo sguardo

verso l’azzurro amore

che appaga la mia armonia

donandomi “energia

come l’alba che nasce

per riportare la luce.

 

Per questo, io m’inchino

dove vive l’amore

che mi sfiora, colora

e mi aiuta a camminare

tra sassi di silenzio

o un dolor che mi segna

e le guerre arrivate

ed il vento infuriato

e le bufere e le onde…

Tutto, tutto si placa.

 

Guardo con lo stupore

che mi brilla nel cuore

d’infinita emozione

conquistata, provata…

 

E allora! Io, io dico:

mi godo e amo la vita

con l’amore divino!

Ama anche tu l’amore…

 

Maria Pedullá


 

L’alba…

 

Vedo sorgere l’alba…

Alba, divinamente benedetta!

Presto la sua luce si sparge avvolge

ed io, io con lo sguardo al ciel m’inchino.

 

La gioia che c’è in me, la voce mette.

Voce, che innalza questo trionfo di alba!

Ho voglia di viverla assaporarla,

mettermi dentro questa felicità!

 

Ma come? Come? Come, non sentire?

Il cantar del gallo e dal gallo i monti,

le rose i balconi, le voci i sogni,

le pietre i tronchi il giorno, tutto canta…

 

A me, sul volto la sua luce nuova

perfino l’anima mia e il mio spirito

sono nell’estasi di poesia che affiora.

Poesia che con garbo, decora il mondo.

 

E il palpitar del cuor mio quando guardo

la soleggiata riva unita al mare

assaporando il dono dell’essere.

 

E l’aria che soffia e ristora vita

al mio sorriso acceso come un faro

nella notte, buia notte.

 

Maria Pedullà


IL VASCELLO ILLUMINATO…

 

Il vascello ancorato

assorto, silenzioso illuminato

sull’ampia distesa del mare appare

unito nella pace della notte

sotto il ciel d’estate pien delle stelle

che da lassù brillano belle e chiare.

 

Senza stanchezza con pensier di pace

ardendo di stupore e di “emozioni”

su per le fluttuanti acque si dondola

cullato dallo sciabordio delle onde

nell’aria sorgente di rossi sogni

e il raggio della luna che lo bacia.

 

Splendono attorno ad esso affratellati:

un faro antico che di luce abbaglia,

un canto di sirene “ondeggiante”,

un orizzonte immenso che promette

e un’alba come madre che risveglia

l’addormentato mare.

Maria Pedullà


UN VIAGGIO NEL MONDO…

 

Io viaggio, sempre viaggio

in questo mondo che amo.

E guardo… Mentre guardo

il dolore nel petto

di sconforto mi batte.

 

Non vedo i verdi prati,

non vedo il cielo rosso

nel tenero tramonto.

Non vedo lo stupore

nei cuori e negli sguardi

e non vedo più sogni

estasiati incantati

nella notte stellata.

 

Da questo cupo Mondo,

da questo Mondo in pianto,

io con viva speranza

mi volgo al ciel divino;

da esso… Pace sorgerà

con fratellanza vera

e si canterà beati

da Oriente ad Occidente!

Pace… Felice pace…

Maria Pedullà