Cielo d’estate

Lunghe sere d’estate, in questa antica pace
mi sembra di trovare emozioni perdute,
nel silenzio dell’ore che trascorrono pigre
mi sembra di ascoltare antiche voci amiche
che sussurrano al cuore…
Così tenero è il cielo in queste lunghe sere
e così vivo il sole che non vuole morire
e avvampando resiste all’incalzante notte;
mentre freschi profumi di giardini fioriti
lusingano l’olfatto e larghe chiazze rosa
alle falde del colle accarezzano l’occhio
pur non placando il cuore…
Ecco… al chiasso dei grilli sovrapporsi improvvise,
iridate esplosioni: il cielo è ravvivato
da una pioggia di stelle, di crepitanti fiori
che sbocciano fulminei in tripudi di luce.
Una festa lontana … ci ricorda che ancora
può esistere la gioia, può vincere l’amore.
Ma in notti come questa il cuore è sempre in guerra:
vorrebbe non sognare, mai più desiderare
mai più cercare invano…
Dolci notti d’estate, potessi ritrovare
nel vostro quieto incanto il mio tempo perduto!


Forse ancora ti cerco

E ancora ti pensavo. Lungo strade affollate
e per lidi deserti ancora ti sognavo.
Figurandomi spesso di sederti vicino
per parlarti sommessa del mio innocente amore.
Di quello strano amore che tu stesso hai evocato
svolgendone i frammenti dal tessuto dei sogni
e che poi un cieco impulso ha voluto appassire
perchè non era degno di un’umile fatica.
Perchè non era degno, ultimo tra gli amori,
di una paziente cura.
Ma al confine del sogno a lungo io l’ho nutrito
per preservarne intatta la più viva scintilla.
Che s’è perduta infine nei meandri del tempo.
Se ti ho visto morire, mio incredibile amore,
lungo spiagge straniere e per silenti mari
forse ancora ti cerco.


Chi sei tu, sconosciuto passeggero che mi fissi distratto da un angolo assolato del metrò?
Fermo in piedi, mi rivolgi la fronte con lo sguardo perduto in chissà quale sogno…
Niente di te conosco, non ti ho mai visto prima, ma continui a osservarmi, aggressivo
e discreto, guardando a tratti intorno tra la gente del treno che dal mare fa ritorno in
città. E più ancora mi fissi senza alcuna ragione, forse per lusingarmi forse pensando
a qualche donna della tua vita.
Non so che cosa cerchi, forse insegui smarrito il ricordo lontano di qualcuna che un giorno ti ha lasciato da solo nella grande città, forse sei solo in cerca di una frase d’amore.
Davvero mi dispiace non poter ricambiare quel tuo sguardo al contempo timido ed impudico
né dare una risposta al suo ambiguo messaggio. Non potrò che ignorare quel tuo sguardo
ostinato, che mi mette a disagio; ma ti sono anche grata perché hai riconosciuto la mia
essenza di donna. E ti osservo curiosa mentre lasci il trenino forse un poco deluso o forse
indifferente…
Chi eri mai sconosciuto passeggero confuso tra la folla del trenino del mare che nel sole
d’agosto fa ritorno in città?


Fiaba

Il sole negli occhi,  tra i capelli il vento,

nell’anima il fresco profumo del mare,

danzavi leggera su prati di sabbia

con piedi nervosi sfiorando la riva.

Il giovane corpo abbracciava la vita,

e il cuore innocente si apriva alla gioia…

ma un’ombra discesa da un cielo irreale

copriva di gelo la sabbia lucente.

Intorno ai tuoi piccoli piedi di ninfa

sorgevano altissime torri di ghiaccio,

grovigli di lacci cingevano grevi

le tenui caviglie, frenando ogni slancio

del corpo sinuoso.

Non sai più danzare, creatura del mare,

da quando un inverno crudele e precoce

ha invaso il tuo piccolo mondo di bimba

che niente chiedeva se non di danzare

su prati di sabbia nel vento d’estate.

 

 

 

Stagioni su stagioni si sono avvicendate

sulla fragile vita della ninfa del mare,

ma né sole né vento hanno dissolto il gelo.

Le maree hanno baciato i tappeti di sabbia

per ritirarsi lente; la luna si è affacciata

ogni sera radiosa ascoltando in silenzio

la canzone del mare.

Ma tu… dal tuo silenzio, dal tuo rifugio estremo,

figlia del mare, sei riuscita a fuggire?

hai potuto spezzare i legami perversi

che frenano i tuoi passi?

Stagioni con stagioni si alterneranno ancora,

ma chi verrà a salvarti per trascinarti lieve

nel ritmo di una danza?


Non era amore

Ti ho amato ma non era vero amore…

la mente coltivava un sentimento vivo  segreto

senza mai speranza mai desiderio

di realizzarlo.

Lo vedeva salire fino al cielo, confuso tra le nubi

del tramonto, leggero come il volo d’un pensiero,

come un ricordo lieto o un moto di speranza.

E lo cercava inerte in ogni movimento

della vita interiore, in ogni circostanza

della vita reale.

Era sempre lì accanto quel fantasma d’amore,

quella parvenza muta, fatta di trasparente

pulviscolo di stelle – lieve ma pure viva,

accompagnava ovunque l’espressione del cuore,

forse un po’ adolescente…

Non era vero amore… era un forza antica

sopita e risvegliata in virtù d’un prodigio?

Ma chi mi potrà dire a cosa mai tendeva

quel prodigio d’amore?


Nello sguardo di un uomo

Se qualcuno ti guarda, se qualcuno ti pensa,

sei una dea ch’è discesa dall’Olimpo,

un angelo innocente che lascia le sue sfere

per vivere la terra.

Quando un uomo ti vede, quando un uomo ti sogna,

sei la Musa che ispira il suo poeta,

sei il poeta che invoca dalla musa

la dolcezza di un verso.

E mentre sai che esisti nello sguardo di un uomo,

ritrovi il tuo segreto… dell’anima e del corpo

ignori le ferite.

Solo per quel suo vago, astratto desiderio.