Ricordo

Mentre ancora ti soffermi, per poco ancora incuriosito,
riparami nell’angolo del cuore
più nascosto e buio,
così che per respirare io debba premere
con la forza del respiro…
solo allora dissocia il volto dal nome,
dimentica
continua ad incontrarmi senza sussulti
ma ad agitarti inquieto per riprendere respiro…
svegliati all’improvviso, sudato e stanco
e diventa amico del nodo gonfio di pianto
che saprò trasformarmi per te.
Trasportami inconsapevole in ogni luogo che farai tuo,
sognami nel sonno arruffato senza ricordo,
logoro per un’invadenza sconosciuta senza tratti.
Ricerca ogni sera una solitudine scomoda e speciale
Che incontri la mia rannicchiata e invisibile,
nel desiderio vago e inafferrabile senza contorno né nome…
perché se nel tentativo di conoscere chi…
tu dovessi scuotere forte, fino a scalzarmi da te…
scopriresti che sono io …che lacerandoti senza volerlo le pareti del cuore…
chiameresti confuso…cuore mio…
disperato e ansimante di perderti per sempre.

 

 

 

Incontro

Allora…
Quale paura a raccontarti,
se tutto ho già letto…
tutto quello che è necessario
per aderirti stretta,
morirti sulle labbra,
a braccia aperte
per accogliere senza ritardi
la muta domanda di andare via?

 

 

 

Ieri

C’è chi riconoscendosi in un tempo non più necessario
S’agita rabbioso pieno di rancore,
dimenandosi incauto nell’improbabile nostalgia del ritorno.
Non io.
Ieri, sbirciandoti, cercandoti, chiedendo…
Travolgendoti infine con l’intemperanza
Di chi non conosce attese,
ti avrei costretto alla concretezza del diniego…
E ti avrei sprecato nell’arrogante desiderio
Di riporti in un luogo inaccessibile alla memoria,
per non soffrire
perché i vent’anni trasformano nel nulla
tutto ciò che non riescono a possedere.
Ti incontro ora nel silenzio abituale
Dove l’assuefazione all’assenza
ha percorso sentieri fino a te…
in maturate asincronie…
respiro perfetto e lucido fra mille imperfezioni
che il cuore accoglie
senza soprassalti né sussulti di delusione.
Sospiro di sollievo, lievemente affaticata
nel ritrovarmi intera e sola
senza finti complici in questo lungo, predisposto, infinito grigio
dove ormai
il desiderio di afferrarti il capo fra le mani,
affondare le labbra nelle rughe sempre più evidenti
può semplicemente placarsi nello scorrere gratuito del tempo.