COME NESSUNO TI HA AMATO MAI

Amerei di te ciò che nessuno saprebbe amare mai
Scriverei di te racconti
capaci di colmare di emozioni l’aria
Bacerei di te ogni livido,
ogni cicatrice e ogni ferita inferta
dall’altrui incapacità di amarti
Vorrei essere una magica nuvola
che ti accompagna ovunque senza farsi notare,
senza stancarti
Solo per riempire i momenti tuoi
di tutta quell’energia bella che sviluppa il mio cuore amando te
E poi ti amerei in ogni istante…
Con tutto l’ardore del fuoco vivo
Con tutta la forza di un fiume in piena
Con tutta la dolcezza di un bocciolo di rosa
Con tutta la follia di un pazzo incosciente
Con tutti i colori di una primavera perfetta
Ti amerei. Come nessun umano ti ha amato mai.
E lo farei liberando la mia vera natura.
Che è amare te. Senza misura.


ANIMA SEZIONATA

Dio era alle prese come ogni giorno nel lancio di
nuove anime mature per il pianeta Terra. E come
sempre aveva stabilito il numero di esseri umani da
vivificare, un po’ per gioco, un po’ per autocontrollo
perché amava dare vita a quelle piccole sfere bianche
e ,altrimenti ,non si sarebbe mai fermato.
Quello era il momento giusto per dare vita a 716
nuovi piccoli umani, pensò tra sé …
Ordinò quindi ai suoi Arcangeli di portare la Cesta
delle Anime perché potesse cominciare subito la Sua
immensa e giocosa opera.
Prese la prima sfera, le soffiò dentro un po’ di Scintilla
Divina e lanciò quel piccolo dono luminoso sul
pianeta Terra. Così fece anche per tutte le altre: 2…
3…504…713..714… finché si accorse che nella cesta le
sfere erano solo 715! Ma lui era Dio! Se aveva deciso
di lanciare 716 anime, sarebbero state 716 anime!
Tolse l’ultima sfera dalla cesta e, accorgendosi che
era più grande di tutte le altre, la soluzione Gli
sembrò evidente: l’avrebbe divisa …
Con l’entusiasmo di un bambino soffiò la Scintilla
Divina che illuminò all’istante la sfera facendola
diventare morbida e plasmabile. Con le Sue mani la
strappò in due pezzi che subito si ricomposero in due
piccole sfere bianche e luminose. Le portò all’altezza
del Suo viso e con voce dolce parlò loro:
“ piccola mia, tu sei stata divisa per soddisfare un
gioco del Padre tuo. Ora tu da sola darai vita a due
esseri umani che faranno lo stesso percorso su due
strade differenti fino a quando non saranno pronti a
ricongiungersi in quell’Uno dal quale provengono. In
quel preciso momento i loro corpi si uniranno in una
fusione che cancellerà l’illusione del tempo e dello
spazio e finalmente tu tornerai ad essere una sola,
completa e unica come lo sei sempre stata.
Non ti preoccupare, tutta l’assenza e la mancanza che
sentirai prima di ritrovarti verrà ripagata e annullata
non appena i due corpi umani s’incontreranno. A te
non resterà alcun ricordo doloroso di tutto ciò.
Ritroverai te stessa e Me in un’unica volta.”
Detto questo l’ Altissimo lanciò le due anime sulla
Terra e da quel giorno mosse i mari, i monti, i vulcani
e gli eventi per concedere a quell’ essere di
ricongiungersi in nome Suo e della Sua Promessa.
Ora il Padre può riposare, ora quell’anima è tornata
ad essere una …


Estratti di Ennesima

Ho sempre sentito dentro di me una forza strana, un’energia potente. Qualcosa che a volte diventava
davvero difficile da gestire. Era come un fuoco, che prendeva impeto all’improvviso e io non potevo
fermarlo. E questo fuoco aumentava con l’età, non diminuiva. Non era qualcosa dovuto agli ormoni
dell’adolescenza come avevo creduto all’inizio, questo impulso non mi abbandonava mai. A volte era
semplice brace, gestibile, a volte invece aveva l’irruenza di un’eruzione e mi terrorizzava. Cercavo di
combatterlo. Cercavo di domarlo, ma mi accorgevo che più gli opponevo resistenza più lo alimentavo.
Ogni tanto allora gli permettevo di essere. Lo seguivo, mi lasciavo trascinare e quando lo facevo mi
sentivo bene, mi sentivo forte e potente. Amavo. Solo questo. Amavo con la forza di un vulcano.
Amavo annullandomi per gli altri e dimenticando me stessa. Questa forza mi permetteva di non
guardarmi, di andare oltre il mio peccato originale, di rimediare a quella colpa primordiale di essere
venuta al mondo sbagliata. Perché se mi meritavo esperienze di vita come quelle che avevo vissuto
voleva dire che una colpa l’avevo.