Castellammare del Golfo

Nuvole grigio-rosa

dopo l’ acquazzone

Una lama di luce

nel mare blu-rosato

Stormi di uccelli

invogliano il sereno

Palme e canneti

danzano con l’onde

Grappoli

di fichidindia colorati

le prime luci

della sera

E’ Cala marina

un lago

di corallo rosa.


Parole al poeta (Dato Magradze)

Georgiani ghirigori
suoni aggettivi
verbi consonanze
spalancano
orizzonti sconosciuti

Folle di oblio …… anneghi …

L’ anima tua
giunge goccia
a goccia
da nuvole
lontane

… un’ ombra
di sorriso …

Vorticano
nebulose di stelle
nei carrugi
i pensieri
della notte

… nel whisky …

-‘Acqua gasata
leggermente frizzante’-
Nel tuo cuore
strizzano
sogni e paure

Folle di oblio …anneghi
un’ ombra di sorriso
… nel ‘ doppio whisky‘ della sera.


La via San Carlo

La scoprii un mattino di febbraio un po’ grigio.
Avevo imboccato la strada nel senso inverso a quello delle auto, ero a piedi.
L’abitudine di andare in macchina fa vedere le strade sempre nella stessa prospettiva : diedi uno sguardo alla villa Cantoni, lessi il cartello vecchio “casa del Custode” e pensai al “giardino del gigante” di una vecchia favola : che bello sarebbe vedervi giocare i bambini insieme ai vecchi che cercano un po’ di sole..
La via si stringe e non ha portici o marciapiedi o balconi , non ci sono vetrine o negozi ; solo un vecchio androne , due portoni scuri , massicci , tante finestre , piccole , velate , che ammiccano curiose , misteriose , stupite della mia presenza…
Sto cercando il Convento delle suore di clausura per far riparare un vecchio ricamo …da corredino.
Spingo lievemente il primo portone e sbircio dentro : è una cappella piena di ombre e di silenzio , è fredda , ricoperta di marmi ; i santi immobili e i fiori recisi vi stanno a disagio ….sa di morte ! non di vita ! un prato fiorito sì , sarebbe una chiesa ! un gruppo di bambini che gioca sì , sarebbe una chiesa !
Penso a la “Messa sul mondo” di Teilhard de Chardin : qui non mi viene voglia di pregare ; esco subito!
La porta del Convento , ormai non c’è dubbio , è quella accanto : ha un battente in ferro e un pulsante rosso che fa da campanello.
Scelgo il battente , ed ecco accorrere una suora un po’ anziana che mi guida in Parlatorio e scompare : due sedie , una doppia grata , una “ruota” per far passare gli oggetti.
Quanto mistero oltre quelle pareti !
Senza far rumore una suora spalanca le antine e sorride dietro la grata : è giovane , mi scruta, accoglie la mia richiesta e mi saluta dicendomi – “pregheremo per lei e per il suo bambino”.
Queste parole mi turbano , guardo la suora , che ha negato al suo corpo la gioia e il dolore della maternità , la sento partecipe della mia attesa , le sorridono gli occhi e gli angoli della bocca …
Vorrei dirle che sarò madre anche per lei, che il suo amore non può essere sterile, che la mia gioia le appartiene; ma non parliamo , ci sorridiamo mentre io cerco nella memoria la formula con cui si salutano le religiose ..
Ripercorro via San Carlo e penso a mio figlio : forse sto guardando con i suoi occhi , forse sto nascendo anch’io ….