Patria d’ulivo

Respira la terra, notte

umida e gelida

zolle giacenti ombrate

dal basso sole

e corposi effluvi d’olivi e d’erbe

al mattino

penetrano il respiro

d’intensa pace e brezza

che pettina i pensieri sparsi

nelle cave di pietra

ove rimbombano passi

nelle rughe d’ulivo

ove corrono vene di tempo

e radici

radici ancora , ovunque

radici di vita intrecci di fatica

ovunque templi e colonne

di specie antiche,

le scelte:

padri ulivi

e vastità

e chiome d’argento

inclini al vento:

lo sguardo li conta

nei viaggi dal treno

righe continue di mare

ai confini del reale

lontano.

Vicino lo sguardo

conta gli squarci

lutti di tronchi

forze di padri caduti e

sradicati da quell’inganno

che disperde vita nostra

in tombe vuote e furti di tesori

ma dentro la mia voce di terra

grida

grida ai poeti

grida fermate la strage

ora.


 

In punta di penna

Traccio percorsi

d’emozioni mute

vibranti agguati

che mi colgono

impreparata

e fendono

il fare affaticato

di giorni pesanti e solitari

o destano leggiadri

fantasmi di parole

fra sonno e

veglia respirati.

Ma da essa, penna romantica,

di ambra e giada rivestita,

sgorga l’amaro intreccio

di provate solitudini,

gridi inespressi di richiami elusi,

d’amore e intesa

chiusi.

Oppure in punta accenno

timidi balzi,

quegli estrosi lanci

nel mondo aulico delle cose,

a me eluse,

fuori dalle fatiche

fuori dai sordi dialoghi

con persone astruse.

E danzo l’attesa

di una risposta

d’amore , infine,

di là dal mare,

in punta danzo l’anima che mi viene

così, di slancio,

presa da poesia, l’assalto.


 

Credere ancora

Crederò ancora

una volta

ad ogni tua

parola

mi perderò per dimenticare

tuffandomi nel suono della tua voce

che di nuovo m’inganna

per crederti ancora una volta

ad ogni tua parola

ingoierò il groppo della verità

che sale forte in gola

e mi fa parlare di vera disperazione

per crederti ancora

domani

mentre aspetti che io perda le forze

e smetta di combattere

sfinita.

E mi rimarrà il vuoto

il solito vuoto

dopo il silenzio delle mie parole

e in esso il nulla

se non l’unica via possibile

per continuare a vivere:

credere ancora

oppure morire pian piano.

 

Lecce, 28/12/2015