Sommo sottraggo

il sole a scaldar l’onde impegna
la forza d’uno sbadiglio nemmen
calca il solco rosso rugginoso
livella i sogni e ogni pensier

mondi lontani ancor verranno
tardi a vegliar le notti d’affanno
son sali e flutti or già a danzar
sull’orizzonte a sera ove migrar

tace il gallo danza il vespro
sorge fioco il tenue ardor
lesta pace d’ogni addio
il mondo taque cosi il suprem

in fondo vado accompagno il dio
che mai funesto e nemmen giocondo
s’invede vacuo nella di lei imago
luna bianca del nero ciel

acconcio m’e’ l pane che a tarda cresce
lo ghermisce il tordo lo possiede in crosta
e ad ogni istante fugace il cuor
d’istinti e giuochi sgambetta ognor

ristoro a sorsi che fan del fresco
mattino ancor lento ivi a tornar
la nima mia mai esistita
chi vuol il nulla lo serbi in cuor

e dunque a cosa mirar del meglio,
cosa acciuffar di sazio il senno
le piume del plume custodi del sonno
immote attendono il di che verra’

e’ oggi evviva il di che conta
quel di che’l diman piu’ mai verra’
e passan l’ore in la freme tesa
di quel che’l sommo van a predicar.


Un punto del lago

C’è un punto del lago
dove l’acqua se ne và per sempre,
il velo pullula di insetti e le rondini volano abili..
sempre in coppia col loro riflesso.

Dove il salice cauto carezza l’onde
e di sè la natura verde confonde,
immoto, esangue eppur suadente
ma austero pacato ed imponente.

Incessante e lenta ogni cosa s’avanza,
fluttua, incede.. e di un bagliore s’avvede,
dissimulando ombre tenui e fatue
al par d’un cielo mai arreso all’oblio.


Il tempo

Il tempo passa suo malgrado
e neanche un attimo si sofferma,
giusto il tempo di passare
fino a che realtà sogno divenga.

Tesse la tela, riempie la fonte
senza mai tregua, senza premura
tutto chiarisce e tutto confonde
s’erge su tutto e su nulla perdura.

Chissà se passando il ricordo conserva
se s’allieta del sole e dell’aria fresca
o forse sol come una muta comparsa
senza un lamento di buio si vesta.