Trovami

Ora sentimi, sono nell’aria,

brezza d’ordito, intrigante profumo,

volteggio, rincorro la vita,

palpitante sorrido…

e con la mano tesa

oggi intreccio affetti.

Guardami, leggimi,

sono in quella goccia che cade,

in quel solco salato,

in un abbraccio allentato…

e con l’ala piegata

attendo sognante.

…perché, credimi, è li che vivo,

tra il cielo e la terra,

tra il riso e il pianto,

tra il perdersi e il ritrovarsi…

e con un’amara virata

ogni volta rinasco libera.


Giallo pantone

«Maestra, qual è il tuo colore preferito?»

Voce gaia, occhi vispi.

Da cuore a mente è reazione immediata,

cascata degravitata di immagini e colori,

tavolozza di pensieri da cui fiorisce un giallo, giallo pantone.

Non è più un sol colore, ma è schiera di dorate tonalità,

è tripudio di visioni, un ventaglio di emozioni.

Ecco il giallo anticato dei racconti di mio padre,

storie intrise di essenziale, volti semplici senza pane,

occhi, tanti, fissi al fuoco del camino,

c’è chi canta, c’è chi ride nella stalla di cascina,

regno di serenità.

C’è poi il giallo arroventato di quell’Africa sognata,

di savana e di deserti,

luoghi ambiti e mai raggiunti.

109 ed è polenta dal sapore contadino,

lenta gira nel paiolo, profumata per le vie.

Giallo caldo di finestra quando stai nell’imbrunire

scalda come un focolare, sa di abbraccio familiare.

Giallo ipnotico di luna, irresistibile pallore,

giallo sogno è delle stelle, firmamento del desire.

Giallo!… vivo, energizzante,

poi splendore rilassante.

Grano è il giallo di un legame

di volpe e principe, di sabbia e mare!

Così mi perdo in questo immenso gialleggiare…

«Maestra, qual è il tuo colore preferito?»

Voce gaia, occhi vispi e la mano lenta e tonda…

… non ho dubbi: «Giallo, giallo come il sole! »


Via Nirone 7

È la mia bici, è una Bianchi.

Ha un nome un po’ strano, di quelli che non ricordi facilmente e che devi ripetere più di una volta per

evitare che venga storpiato.

Non è esattamente un ‘peso piuma’ tra le bici da corsa, è una modesta, poco sofisticata, semplice.

Ha dei bei colori: celeste e bianca come i colori del cielo, le ruote con i profili neri. Mi piace!

Quando il mio sguardo l’ha individuata fra altre Bianchi, è stato amore a prima vista: «Tu sei fatta per

me!». E così è stato!
È una fedelissima, non delude, viaggia imperterrita e silenziosa, cambia con prontezza; talvolta, in salita,

si fa sentire con qualche cigolio strano, ma in discesa sfreccia che è un piacere, con un suono tutto suo

che, unito al vento che mi fischia nelle orecchie, genera una sorta di musica ‘adrenalitica’.

È una bici che difficilmente mi ha dato problemi e le poche volte che è successo, l’ha sempre fatto in

modo ‘elegante’, senza crearmi grandi disagi, come per una Ferrari avere problemi tecnici a 20 metri dal

pit stop.

Si fa amare la mia bici, non solo da me: quando su una salita si sentiva uno strano ‘toc…toc…toc…’, mio

marito disse, senza nascondere un po’ d’ansia: «Ma che problemi ha la tua bici?!!!» Ed io: «Non è la

bici, è il mio ginocchio! », lui rispose: «Ah, meno male! …cominciavo a preoccuparmi! ».

Compagna inseparabile per centinaia, migliaia di chilometri! …io e lei, quasi amiche, complici.

Al termine di ogni uscita, il rientro è quasi un rito: varco il cancello di casa e, per scendere due gradini,

la sollevo, mi sembra di prenderla in braccio e sempre, con doveroso e riconoscente rispetto, le

sussurro: «Grande baby, anche questa volta ce l’abbiamo fatta!»

Magari, in un futuro non troppo lontano, mi capiterà di acquistare una nuova bici, forse più bella, più

leggera, più tecnica, ma per la mia Via Nirone 7 ci sarà sempre un battito speciale, quello che si riserva

alle nº 1.

Rileggo il mio scritto e mi rendo conto di quanto incredibilmente la mia bici mi assomigli!

Ad entrambe però manca qualcosa: a lei manca la parola, per ovvie ragioni bio-chimiche, a me qualcuno

che mi prenda in braccio, per evidenti ragioni bio-fisiche,…ma siamo comunque felici!


Sola                                 

Migro errante sul sentiero,

passo passo lo cammino.

Odo voci, incrocio sguardi

ma nessuno ho al mio fianco;

il mio piede oltre il sasso,

e nel buio celo il pianto.

 

Scendo cauta dentro l’onda

e respiro quell’abisso.

L’insonoro par d’ovatta,

calmo, fluido abbracciare,

offre tregua al mio affanno;

mai uscirei da questo mare!

 

Quando sogno, sogno il volo

ch’è rifugio, luogo illuso,

è distacco, leggerezza,

evanescente gravità;

la mia anima, nell’immenso,

volteggiante nudità.

 

Vibro alla vita, danzo gaiezza,

pulso dentro un pentagramma:

suoni e ritmi abbracciati

dov’è perdersi immediato

tra viventi melodie,

cosmopoliti i pensieri,

polifoniche le vie.

 

Tutto è fermo, tutto tace,

non v’è suono, non v’è luce:

è la notte che mi avvolge

senza inganni, spoglia, sola,

dalla giostra dei pensieri

un sussurro: «… Ora vola! »


Frammenti di un diario a mille

…È per quella palpitante emozione che canto,

sentimento che si fa musica,

e la mia anima, declinata in sette note,

così vive e danza…                     (Il coro)

 

 

…E mentre corro, vivo: emozioni

e fatiche condivise

che trovano massima espressione

al traguardo raggiunto,

quando tutto sa di sale e di gioia!…        (La mezza maratona)

 

 

…E alla fine è arrivata quella risata a crepapelle

soffocata nel tempo, quasi dimenticata.

Ah che piacere, quale calore!

Energia pura che regala splendore.

Mi scivola addosso, tremante, irruenta,

pare infinita ma già so che, tra poco,

asciugherò lacrime di gioia

e sarà traboccante benessere…                     (L’allegra brigata)

 

 

…E ancora ritornai, con un bagaglio aggiunto,

un solco nuovo, quasi un graffio.

Così ritrovai la casa e l’infinito che mi abita…              (Il viaggio)


 

Campelli scalvini

Isolato silenzio

cieco di tempo e d’ affanno.

 

Verde accogliente

di pace vivo e d’immenso.

 

Ti vengo a cercare,

incastonato rifugio montano.

 

In quel dolomitico abbraccio,

su manto fiorito d’incanto,

lo sguardo si perde in meraviglia

e, come sposa fedele, viver mi lascio.

 

Dove fu battesimo dello spirito,

ora è nutrimento dell’anima,

è melodico sussurro, silente preghiera.

 

Qui le mie ceneri

a far pace col mondo.