Eri bellissima… e misteriosa.. e complice..

Vagavo per le calli, un pallido sole autunnale riscaldava il mio viso, tutti andavano e venivano, sguardi vuoti incrociavano i miei occhi, cercavo solo te; arrivai a Rialto e finalmente eccoti lì, seduta al tavolino di quel bistrot che mai era stato così importante per me, chiusa nella pelle nera del tuo giubbotto, avvolta da uno scialle bianco che ti accarezzava con delicatezza le guance appena rosee; a quel punto, come una moderna Matha Hari, alzasti lo sguardo e mi vedesti arrivare, “ecco lo sguardo giusto” pensai tra me e me.. Mi sedetti al tuo cospetto, non una parola, solo sguardi.. Ed eri bellissima… e MISTERIOSA.. E COMPLICE.

La tua mano andò rapida alla borsa anch’essa di pelle nera, da una tasca ne uscì la busta che stavo aspettando, scivolò sul tavolo fino a raggiungermi, intravedevo la fotografia che vi era contenuta, la curiosità e la voglia che quell’immagine segreta si rivelasse subito era enorme ma non era possibile, potevo solo esserne il fortunato custode; sirene lontane iniziarono a cantare, sempre più vicine, capimmo che era giunto il momento di lasciarci, una lacrima cadde sul freddo tavolino d’acciaio, sapevamo che fino alla prossima missione non ci saremmo più rivisti, chissà dove, chissà quando, le sirene erano ormai vicinissime, con una mano sfiorai il tuo viso, era ora, nascosi la busta col prezioso tesoro vicino al cuore, nella tasca della mia giacca, con il mantello nero chiuso sulle spalle ed il cappello sul capo ora potevo andare, un’ultima occhiata verso di te, i nostri occhi si salutarono e le nostre strade si divisero, perdendosi tra la gente.


PETTIROSSO

Piccolo sei, ma già calore dai alla mia anima.
Sull’albero rosso privo di foglie ti sei appoggiato
quasi a richiamar il colore che indossi.
Il tuo cinguettio appena si ode e impaurito della mia presenza le ali apri.
Quanta serenità mi hai trasmesso più di quanta tu immagini
e stasera nei miei sogni tu sarai.
Vola, vola o mio pettirosso
spero di rivederti in questo lungo inverno che per iniziare sta.


LACRIMA

Una lacrima riga il volto,
lascio che scenda come un rigolo di un ruscello.
dove finirà non si sa … forse alla fine del mento forse sulla gola o ancora più giù fino ad imbrattare ciò che indosso.
Contiene emozione ed è giusto che esca …
come un temporale che prorompe all’esterno, per poi lasciare posto al sereno.
Lacrima che fa maturare una nuova consapevolezza.