DESIDERIO
Vorrei esser nato cieco
per non veder l’ipocrisia che mi circonda,
vorrei esser nato sordo
per non udir le urla dei mostri d’oggi.
Chiuso e stretto al buio
lì, da solo, vorrei giacer.
Vorrei esser nato con più braccia
per colpir più forte la realtà,
vorrei esser nato con più voce,
per coprir, con l’urlo, la cacophonia esterna
Forse, in un’altra realtà
vorrei esser nato.
PALLIDO INVERNO
Timido mostra il suo avvento,
il caldo ancor ci affanna,
ancora scottano i tetti d’ogni capanna,
ed io indugio con ogni mio intento.
Voglio la neve, voglio qui il bianco,
ma sol dolcemente esso ci arriva,
e com’un eco di gelo lontano
sol di riscontro questo s’avverte.
Il freddo si mostra pallido e stanco,
muor la speranza ch’esso nutriva
di restar gelo ed oscuro l’arcano,
e spavaldo lotta con ferite inferte.
Inverno mio, ove tu indugi? Cosa mai aspetti?
Mostrati fiero, se il ruol tuo degno rispetti.
CONOBBI L’UOM CHE PER SUO VOLER SI SPENSE
Conobbi l’uom che per suo voler
si spense, egli non era triste
né felice in cor suo per il viver.
Di quei suoi affanni non recò liste.
Ma sol la vita sua, placido, visse.
Parole dolci, amare ed illuminate disse,
fino a che un giorno, calmo e limpido
si sdraiò in sul giaciglio suo.
Con sguardo altrove, sereno e vivido
chiuse gli specchi nell’eterno buio.