Una carezza

Per quello che sono

e mai diventerò,

troppo attento

a distrarmi

quando chiamato

in causa.

Saggio

al punto di perdermi

se una promessa

mi mostra la via.

Lesto

ad impugnare un tramonto

per trafiggermi il cuore

ma

schiuse,

mani tese

perché una carezza

sa perfettamente

cosa

non bisogna tacere.


Come la nebbia

Ci racconteranno

come si raccontano

inverni di piene e di risvegli,

di carezze in riva al fuoco.

Torneranno ad amarci

come si ama quel sole

che non si mostra.

Quando

come la nebbia,

sulle sponde del giorno

ci poseremo

e ci abbandoneremo

alla pietra in tumulto,

accarezzeranno la chioma

di parole mai nate.

Ogni istante sarà

già

istinto di memoria,

sulle spente labbra

di un tempo che non perdona.


 

Desideri

Quando scongiuro il tuo respiro

quando imploro le tue mani

come esule,

penosamente

anela al ritorno

tu non ti nascondere.

Quando ti chiedo un tenero sguardo

quando confido nel tuo abbraccio

per sopire i miei tormenti

non distrarti.

Continua a cercarmi

quando l’inverno

appesantisce i passi,

continua a chiamarmi

quando il silenzio

annichilisce i venti e quando,

infine

deciderai di perdermi

tu,

almeno

dedicami un’attesa,

l’incanto dell’ultima vista al faro

prima del mare aperto.


Notte

Dimmi notte
chi scorre sulla mia pelle.
Hai espugnato il firmamento
e sei caduta senza dire
una parola.
Dimmi a cosa pensi
risalendo il fiume.
Per salvare la pioggia
ti apro le mie stanze,
per ingannare la luna
ti dono i miei occhi.
Dimmi notte,
dimmi in cosa speri,
se riposi tra rami di stella
o pensi di cacciare ancora.
Ci sono giorni possibili,
solchi da riconoscere;
i tuoi artigli
non sono un ripiego.
Dormi notte,
dammi torto
e dimmi
per chi hai scelto di restare,
a quale inferno dobbiamo rinunciare.


 

Bisanzio

Fra me e gli orizzonti
battelli d’ambra, alteri
declinavano inviti.
Seducenti isole
fuggivano la solenne impresa,
coltello di labbra e zenzero
piantato nella gola.
Bisanzio restò un gioco
una reputazione,
per salvarla
bastava un mercante d’oro.
Di pregiata seta si vestì il tramonto
venerato suddito ogni mio respiro.
Fu l’ultima volta che
mi piegai al volere degli dei;
andai poi per il mondo
sino a stancarmi i sogni
riposando infine
sulle spighe del perdono.


 

La mia vita

Mi è bastato un nome
che nessuno voleva,
mi è bastato inciampare
in un mattino ubriaco
o in un lamento del mare.
E’ servito nascere sbagliato
per scoprirmi in vita,
affezionato al silenzio
della mia stessa pelle.
Ho vissuto malgrado il vento
che mi cercava tra i rovi
per farmi appassire
ed è servito perdermi
per morire più dolcemente.