I RICORDI – VENEZIA

Il santo brucia
sulla graticola della fantasia
di un grande maestro d’illusioni
ed amori sacri e profani.
Nell’atmosfera infuocata del martirio
i suoi flebili lamenti
sono sopraffatti
dalle voci dei turisti,
giù, nella piazza famosa.
La sala,
vuota e silenziosa
del Palazzo dei Dogi,
risuona, ora,
solo del nostro conversare,
pacato e discreto.
Ma i pensieri si intrecciano,
i cuori si parlano,
con un codice silenzioso ed eterno.


I RICORDI – CASTELFRANCO

Come pellegrini medievali
andiamo su una strada tortuosa,
noiosa,
tante fermate in fila,
in attesa di un segnale.
All’improvviso
appare il borgo incantato,
le mura, le torri, il fossato,
la nobile Madonna con il suo Bambino,
il Santo guerriero
e quello mendicante,
composti in simmetria,
in perfetta combinazione di spirito e materia,
quasi nascosti
agli sguardi indiscreti,
inconsapevoli del piacere immenso
che offrono.


PERCHE’?

Non domandarmi
perché
ho pianto nel vuoto silenzioso,
quando la dura realtà
ti ha strappato ai miei sogni,
ho mendicato una parola, un gesto
che mi riportasse a te,
ho vagato per la città tanto amata
con in cuore deluso,
ho lottato,
ho mentito,
ho provato pena, vergogna, apprensione, impotenza,
ti ho difeso da pregiudizi umilianti
e sostenuto
nel cammino faticoso
che ti riporta a me.
Non domandarmi perché.