Rovine

Cerco i segni di una vita trascorsa
tra i ruderi di vecchie case nel bosco,
rovine del passato.
Solo mura e una smorfia di dolore.
Una strada, un sentiero,
dei gradini interrati, i ricordi,
tutto è sepolto in quelle macerie.
Il mio cuore, una rovina,
un rudere di casa.
Ho pianto in silenzio, tante volte
scendendo da quella valle
da non avere più lacrime,
parole per pregare.
Il mio cuore è indurito
come roccia che affiora nel bosco.
Se tu potessi far parlare quelle rovine
ed estrarne il pianto
per imprimerlo nel cuore
dalla roccia sgorgherebbe acqua
per far rifiorire quel bosco
profumarlo di colori ed essenze,
risa e voci di vita
rinata e amata.
Se tu volessi …


Ricordi

La mia casa ha crepe e ferite.
Le pareti parlano di lacrime e silenzi,
di foto strappate,
portano i chiodi e il pianto
e appeso l’unico ritratto,
il tuo volto
e un vuoto immenso.


Secchio

Sono solo un secchio vecchio e bucato,
quanti calci ho ricevuto dalla vita,
disperdo acqua nel mio errare,
una goccia mi basta, il resto
lo dono a te, mio sposo
e ai figli del mondo.


 

Pakistan

È guerra la tua terra, un deserto di fuoco
e di lame. E tu, figlio di questa madre,
sei radice fuggita alla violenza, alla morte
senti ancora l’odore del fumo e del sangue
la croce calpestata e i chiodi nel cuore.
Ora il Pakistan non ha più il suo grano
e i suoi fiori.


 

La fuga

Scappi dalla guerra, straniero
del tuo stesso paese, attraversi confini
di filo spinato e bandiere ostili,
lunghe le attese sotto lune e tenebre.
Fuggire, correre e scorrere,
corrono le parole alla coniugazione
dell’infinito.
Avverto il fiume di adrenalina
fluire nelle vene
dentro il cuore percorsi di sangue
le torce puntate verso un guado
lungo traiettorie di attese e paure
sotto i fischi di proiettili
nel calcolo freddo delle probabilità
una fuga, gli spari
la vita e la morte, un caso.
Un fiume e la sua gola
inciampare e cadere su pietre e terra,
cespugli ed erbe, nascondigli e silenzi
di lune e di sorrisi spenti.


Calza il futuro

Calza le tue scarpe e calpesta la terra
che ha sepolto i tuoi morti,
corri e cammina,
corri e fuggi con lo zaino sulle spalle
corri e vai con uno zaino nel cuore.
Calpesta la terra che ha abbandonato
i tuoi compagni, corri e non voltarti o
gli occhi piangeranno sale.
Calza la libertà sui sentieri battuti di
morte, calpesta i fili spinati dell’ostile.
Valica monti e guadi, sali sui versanti
e arrampicati.
Raccogli le tue ultime forze, anche se
il braccio cede e lo zaino rotola in un
baratro
tu, calza il futuro e cammina.