Adriana Zammarchi - Poesie

Tratto da: I mostri dell’anima

Poesia che dà il nome alla collezione

I mostri dell’anima
Oscurano tenebre
L’abbraccio del tempo
In cui ho vissuto
Senza vedere ne sentire.
Per caso mi sono svegliata
In un luogo sconosciuto,
fra gente strana .
Da anni vivevo in quel luogo
E come per attesa
Mi son trovata
A vivere una diversa realtà;
circondata da esseri mostruosi
di un luogo decadente, gretto,
uniche figure due ragazzi;
mie copie viventi
in cerca d’evasione.
Vivere vorticosamente in vuoti mistici è impossibile,
insopportabile!
Meglio evadere
Sì, sospendere il tutto
È la migliore ipotesi
Per fuggire il presente
Che vigila indisturbato,
che non voglio affrontare!
Cosa fare?
La mia mente si fa assorta,
senza sosta giorno e notte
“deve esistere un modo per vivere!”
Quei mostri avanzano verso di me,
dai loro occhi esala
un fluido di maligna essenza.
Il male che genera se stesso.
Appare un nuovo essere
Senza corpo, né stagione,
un Dio!
Ovunque Egli passa
Qualunque cosa Egli tocca
Forma calore.
Nei suoi occhi è il potere del sole.
Ecco ciò che da sempre mi ha chiamato
Adesso nulla v’è più di malefico,
i mostri temono quest’immagine;
la loro essenza
non può scalfirla
e neppure sfiorarla.
Essa mi guarda bendisposta
Mi indica la strada da percorrere.
Il suo sguardo placa le mie torture,
il suo animo solleva il mio tormento.
I ragazzi si consolidano in me ,
i mostri divengono quasi belli,
l’immagine si fonde fra noi
e diviene aria.

 


 

 

Tramonto

Hai rapito i miei pensieri
La mia vitalità.
Adesso a me rimane
Questa sospensione
Ed un alito di silenzio
Evocando bianche colline
sorvolo campagne irrorate
Da papaveri rosso sangue.
Era tempo giovane
Quando il meriggio fluiva
Nei colori del tramonto
E il cielo in maschera
Pareva provenire
Da un inferno di fiamme scoppiettanti.

 


 

 

Tramonto

Ho visto i miei capi piangere,
la terra morire poco a poco:
arsure,
che non basterà un fiume in piena
a ricongiungere.
Ricordo ancora i tuoi sani frutti,
le tue chiome al vento
come briglie sciolte,
di fronte il sole tendeva le sue frecce.
Eppure terra mia
Soffristi con me,
mi fosti compagna
offrendo ogni forza.
Lontana patria d’anime
Anche tu perdesti te stessa.
Ti hanno chiesto troppo,
hanno fatto di te
un corpo senz’anima.

 


 

 

La voce del cielo

Guardando l’imminente cielo
Mi sorprendo a fantasticare ,
immagino un mondo
sospeso tra le leggere cotonate nubi.
Seguendo il mio passo
sembrano voler giocare,
mi fermo, rivolgo gli occhi al cielo,
sconcertata meraviglia
nel vederle muovere con estrema velocità.
Or sembro io a muovermi,
m’invento chissà quali segreti
celati da queste leste impalcature.
Potente linguaggio del cielo,
solo volendo possiamo capirlo,
come le molte cose
offerteci dalla natura per cornice.
All’alba che assonnato a stento ti alzi,
Oggi giornata nera lanci tuoni e fulmini
Continuando a stupire.
Dopo il pianto raro ti levi arcobaleno
E la sera ci dai l’ultima
Più fantastica immagine prima del crepuscolo

 


 

L’ arcobaleno

Tratto da pensieri: in libertà (saggi)

Poesia è purezza di Spirito.
Il poeta è il maniscalco che forgia fantasia e realtà.
La conoscenza degli altri ti porta alla vera solitudine.
Non v’è compagna più sincera della solitudine.

Comodo è fratello di scomodo.
La saggezza del mondo è accettarsi.
Accettare ogni essere comunque egli sia. Ho trovato più ricchezza nella povertà, povertà nella ricchezza.
Nell’abbraccio un bambino chiede solo di essere capito.
L’amore è la forza che alimenta il mondo, ossigeno della mente, motore dell’uomo
Disprezzare la propria natura è disprezzare se stesso.
Cattiveria è erede di insoddisfazione.
Chi ha più vuol avere.
Piccolo passo è sicuro.
Se l’amico non ti ascolta, stai tranquillo Ha già capito.
Il mio amore estraneo al cuore mi ha offerto un fiore.
La ricchezza del povero è l’amore,
l’amore del ricco è il denaro.
Potere ma non volere.
Viviamo con la consuetudine che la scarpa vecchia non sia più in grado di fare passi, mentre è la nuova che si rompe con più facilità.
Quando sei solo il mondo ti pare immenso.

 


 

 

Tratto dalla favola: Oltre l’Empireo

Poco distante nota della biancheria tesa, ruba dei jeans ed un golf: indossa questi indumenti abbandonando l’abito regale. Cammina senza meta quando ecco di nuovo il piccolo cane, lo abbraccia colma di gioia, non spiegarsi la ragione ma quell’esserino tanto fragile riesce a darle un senso di benessere. Riprendono il viaggio insieme alla ricerca di qualcosa di indefinibile. Arrivano al centro della città, per lei luogo strano, ci sono altri ragazzi, la gente si muove in fretta, corre…
Impara la differenza fra l’immaginario( che scorre tranquillo) ed il reale (frettoloso).Incontra un signore di nobile aspetto, un benestante, egli è in compagnia di due signore che fingendosi divertite alle sue battute, ridacchiano. Signore “Sapete ci sono persone che non nasceranno mai!” Dice mentre le due donne si guardano ammutolite. “Certo, quelle di gravidanze interrotte” risponde una di quelle signore. La principessa “Ci sono persone che credono di essere vive ma in realtà non lo sono” si inserisce nel dialogo. Adesso lo sciocco signore si fa seri e tace riprendendo il suo cammino mentre un ubriacone si avvicina alla principessa, le gira intorno, la fissa e le dice barcollando “Tu! Dammi la mano!” La principessa risponde di no, ritraendo la mano sotto il golf…

 


 

 

Tratto da: Rocco e bastia

(battibecco tra due generazioni)

Bastia: certo, le conquiste della donna sono giuste e accettabili, anche se bisogna ammettere che questo ha contribuito alla disgregazione della famiglia; poiché l’emancipazione della donna ha modificato il suo ruolo nella società.
Rocco: la donna ha subito per secoli, è giusto che oggi le venga riconosciuta la sua indipendenza. Ciascuno di noi è libero di esprimere le proprie idee; ma rifletti sei stato tu a darmi l’esempio, che futuro potrei avere con il matrimonio? Un futuro da galeotto.