LA PARTENZA
Il viavai dei treni dei carrelli, dei bagagli
il vocio incessante dei viaggiatori
frastornano la mia testa
un lieve senso di nausea si alza dallo stomaco
e si propaga nella gola
Sei ancora qui nel mio cuore
saldo nei miei pensieri
forte anche nella tua assenza
Non vorrei mai dirti quanto temo di perderti
Non oserei incrociare il tuo sguardo
per paura di leggervi che non mi desideri più
Allora non potrei vivere
neanche nel più piccolo angolo della terra
Continuerei a scrivere questi versi
nella neve che si scioglierebbe
sotto il primo raggio di sole
Eternamente
sentirei l’eco della tua voce nel vento
vedrei la tenerezza del tuo sorriso
l’incanto di ogni tuo gesto
la dolcezza dei tuoi occhi
Il mio treno aspetta sul binario
un ultimo annuncio
si sale, un fischio
la partenza.
nell’anima risuona il canto del silenzio…
la tristezza è un delirio che strazia la mia anima fragile quanto un vaso di cristallo boemo le rose esangui custodite nella teca del tempo intrecciano toccanti poesie di due amanti baciano i tasti ingialliti di un vecchio pianoforte scordato un feeling intenso una carne sola aurore di ombre cinesi risvegli su nuvole di seta a pois il profumo della vita sulle tue labbra un milione di fuggevoli tormentosi bacetti pizzicotti carezze suadenti una terra lontana una spiaggia bianca rovente bambini sorridenti nudi senza pensieri visi sereni all’ombra di palme rigogliose mani bramose affondare i denti in un soffice krapfen alla crema sploverato di zucchero a velo sentire il delicato ripieno gonfiarsi sotto la pressione delle labbra l’estasi proibita tra le dune bianche sotto i magici raggi di luna valli vellutate boschi fitti di impenetrabile dolcezza intangibili amplessi di respiri angelici a cosa alludevano quelle parole ti mancava il tempo ma il tempo per cosa per vivere per amare per morire mi mancò la terra sotto i piedi sentii il tutto sgretolarsi sminuirsi smontarsi come il cambio di scena avrei voluto essere su un altro pianeta nel profondo delle viscere dell’universo allontanare quel tormento che già si insinuava infidamente dentro di me serpeggiando mordendo la mia carne lasciando tracce di veleno fatale non saprai mai quanto mi avevi maledettamente ferita ma nemmeno quanto profondamente io ti abbia amato meta di un desiderio errante avevi offeso la mia gioia di esser nata urlava disperatamente a perdifiato correva sul filo dell’orizzonte un’alba dalle tinte smorzate lambita da foschie dense distante sulla tua isola remota sperduta in mezzo all’oceano cullavi i tuoi pensieri tessevi le tue trame quotidiane freddo discostato da me dalla realtà dall’amore smarrito nel mosaico di una pace mai trovata sordo alle mie parole conversazioni unilaterali armonia stonata note disperse senza destinatario risuonavano come trombe squillanti scivolavi taciturno tra le mie dita nel vortice senza fine avrei voluto ricoprirti di baci e di parolacce se tornassi sui miei passi diventerei una statua di sale il mio cuore di pietra la mia anima di alabastro la mia esistenza di sabbia…
volare via sulle tue ali era stato come iniziare il cuore immacolato di un
fanciullo alla musica new age dischiudere i suoi profondi segreti inconfessati il tuo corpo si muoveva al flusso ammaliante della mia anima impazzita i nostri sensi tessevano canti all’unisono ascoltavi il mattino il tuo desiderio prorompente il fiume di acqua dolce aveva portato via ogni tua incertezza nelle tue braccia sorgeva un altro sole le magiche note ci prendevano per mano ci stringevano nel cuore ci spingevano verso la veemenza di un amplesso che durava un’eternità…
in un attimo avevi riacceso un fuoco spento in un attimo tutto era riemerso come un’isola vergine che si era scagliata verso il cielo una luce folgorante abbagliante mi rallegrò il cuore il mio mondo si era illuminato riscaldato nell’attimo fuggente di un sorriso sotto i portici dell’upim quella sera di fine novembre ore undici e un quarto un montgomery blu le mani in tasca i tre bimbi un’aria gelida intorno al collo due vasche lungo il corso una scintilla nei tuoi enormi occhi teneri lucenti un brivido imprevedibile una simpatia reciproca un caffé a casa mia un fiume ininterrotto di parole vibranti di desideri furtivi i giochi con le carte storie spezzate le due e mezza…
penso a te ai tuoi anni alla tua vita al tuo cuore ingannato al tuo sorriso spento chi amerai nelle notti solitarie chi abbraccerai al posto del tuo cuscino un fragile ricordo una canzone che ascolti ripetutamente un nome ti batte forte nella testa ossessivamente batte come un tamburo primitivo scandisce i tuoi pensieri nel vuoto spietato popolato solamente da ricorrenti incubi che minano la tua tranquillità vorresti cancellare gli ultimi due mesi della tua esistenza ricominciare dall’ultima intimità che ti fece rinascere uomo formulare il mio numero parlarmi come se niente fosse accaduto ridimensionare i tuoi impegni…
penso a te a me ad un amore dimenticato in fondo ad un cassetto di un cuore disperatamente solo in cerca d’affetto che non ha conosciuto il trasporto delle tue braccia il fuoco selvaggio dei tuoi sensi l’impeto dei tuoi desideri più indomiti perversi…
penso troppo voglio lasciarmi morire lentamente che senso ha nascere se poi possiedi un’esistenza nella quale non ti senti viva palpitante assapori la gioia delle cose degli affetti per poi scivolare impotentemente nel nulla…
ora alberi spogli mi fanno compagnia nudi ricordi fredde giornate parole vuote timori ingiustificabili appesi a ragnatele sguardi taglienti cuori lacerati da un dolore cupo un dubbio una verità nascosta emozioni incontrollabili che riaffiorano come fantasmi su un palcoscenico frasi sbagliate la consapevolezza della fine un gesto che non ha potuto risparmiare il nostro destino un salvagente di carta che si dissolve nell’oceano dell’impotenza…
tutto ciò che sei tutto ciò che sarai è un sospiro nel buio una pavida lacrima una dolce carezza un alito sulla punta delle dita un ricordo seducente che attanaglia l’anima ogni piccola cosa di te ogni tenero sguardo ogni dolcissimo bacio ogni bugia è oramai una vela bianca che solca l’oceano sconfinato nel mio cuore straziato abbandonato a se stesso il tuo sguardo aveva risvegliato uno stormo di gabbiani che si era alzato lentamente verso le nuvole bianche un nuovo orizzonte…
ora nella mia anima penetra il dolce soffuso canto della brezza al tramonto…
NEL PROFONDO SILENZIO
Nel silenzio profondo della mia stanza
uno squillo penetrante,
la tua voce al telefono;
le due di notte:
“Sento ancora il soave profumo della tua pelle e…
già mi manchi.”
Ricordo il dolce saporedei tuoi baci
impressi sulle mie labbra
e i sensi si destano;
il cuore si riscalda;
l’anima si dilata
fino a te e ti abbraccia.
I ricordi si sciolgono
e si disperdono nell’aria
come mille gocce di rugiada.
OGNI SERA
Ogni sera alla stessa ora
aspetto il tuo ritorno
da quel paese lontano dell’oblio.
Come il ritorno dell’alta marea
nel mio cuore cresce il desiderio
di stringerti ancora
tra le braccia
di accarezzare
il tuo viso
i tuoi lunghi capelli biondi.
Come il tramonto
vorrei scendere lentamente
nella tua anima
sussurrarti
la buonanotte
e vivere un’altra alba con te.
O ANIMA MIA
O anima mia,
perché innalzo il mio canto
nel cuore di questa notte silenziosa
scandita solo dal ticchettio
dell’orologio al muro?
Perché il mio cuore già
muore un po’ per te
al sol ricordo della tua dolcezza?
Perché sento ancora
la tenera forza delle tue braccia intorno a me?
Perché è ancora vibrante
il sapore dei tuoi baci
sulle mie labbra?
Perché ti amo già, senza conoscerti?
METAMORFOSI
Quale magica metamorfosi
hai provocato in me,
amore misterioso di una notte?
Quali forze arcane hai infuso
nel mio corpo
attraverso le incantevoli
carezze
delle tue mani?
Dolcissimo amore,
dolcissima pazzia,
quali segreti
hai dischiuso
attraverso i tuoi sguardi
penetranti?
FRAMMENTI
Frammenti, baci
Carezze, sguardi languidi
ammiccanti
saliva tiepida
dolce musica
balliamo abbracciati
avvinghiati, incollati
collegati allo stesso walkman
sulla stessa mattonella
capelli biondi
lunghi intrecciati
sul viso tuo
sulle mie labbra
risalgono lingue di fuoco.
CHI SEI TU?
Hai navigato oceani di cristallo
nella tua conchiglia dorata
Reciso dal resto del mondo
Ferito, calpestato, usato
ma hai amato con tutto il cuore
con tutta l’anima
Hai donato tutto te stesso
gratuitamente.
A me hai dato la dolcezza inebriante
dei tuoi baci,
l’emozione travolgente delle tue carezze.
Hai racchiuso e protetto
la mia vita intera nell’attimo fuggente
di un abbraccio.
Hai destato i miei sensi assopiti.
Mi hai risvegliato da un lungo letargo,
da una vita che non conosceva più l’amore.
E per questo non smetterò mai
di dirti, grazie!
LONTANO DA ME
Lontano da me
spiegherai le tue ali
di gabbiano solitario
planerai le sconfinate distese
di mare deserte
cercando un’isola
dove riposare il tuo corpo stanco.
Giorno dopo giorno
il ricordo del mio fragile amore
ti accompagnerà
ma quando scenderà la notte
allora la tristezza
velerà il tuo cuore
e capirai
che la tua vita è solo un’illusione.
Ora è la solitudine che possiede la tua anima
E io sono solo un fantasma.
LE TUE PAROLE
Vibrano nel silenzio
le tue parole
come dolci note di un canto
arcano e remoto.
Vorrei dimenticarle
ma il ritmo è ossessivo
E’ quasi una cantilena che mi culla
nelle notti tempestose
quando la pioggia cade senza fine
colmando la mia anima di malinconia.
E’ triste desiderare i tuoi baci ardenti,
le tue coccole e non averti qui.
E’ doloroso abbracciare il mio cuscino
ed immaginare il profumo del tuo corpo.
Perché sei già così profondamente dentro di me?
Quale chiave ti ha permesso di entrare nel mio cuore
e possederlo completamente?
PERDUTO MA NON DIMENTICATO
Ho lasciato il mio cuore a Rajalahti
I miei sogni nelle mani dell’unico uomo mai amato
Ho navigato gli oceani cristallini dei suoi occhi verdi
E il suo possente abbraccio
Mi proteggeva dall’alta marea
Ora frammenti di nostalgia
Spezzano le ali della mia fantasia
E per un attimo il dolore della solitudine
Invade la mia anima
Ma man mano che i miei pensieri si sciolgono
Raccolgo giorni di felicità
I nostri momenti irrequieti
E la speranza di rivederti ancora
Terrà acceso il desiderio di stare con te per sempre.
FRAGILE AMORE
Fragile amore cuore in tempesta
Segui la luna nella tua testa
Il sole e il cielo ti fan da ombrello
Ma non ti accorgi che spegni una stella
Giorno che passi guadagni la vita
Ma dov’è il tuo amore è un paradiso ambito
Cuore selvaggio non aspettare
Issa le vele e solca il tuo mare
Presto o tardi cuore gitano
Incontrerai una terra lontana
Ma quando la notte improvvisa verrà
Una stella brillante ti guiderà
Ti farà luce sul tuo destino
E capirai quanto eri bambino.
FRA QUESTE RIGHE
Fra queste righe
Ci sei solo tu
Fremente dono d’amore
Fuggente carezza
Spensierata allegria
Eterea alchimia dei sensi
Per sempre ti scriverò nel mio cuore.