Agnese Paciocco - Poesie e Racconti

LA PARTENZA

 

Il viavai dei treni dei carrelli, dei bagagli

il vocio incessante dei viaggiatori

frastornano la mia testa

un lieve senso di nausea si alza dallo stomaco

e si propaga nella gola

Sei ancora qui nel mio cuore

saldo nei miei pensieri

forte anche nella tua assenza

Non vorrei mai dirti quanto temo di perderti

Non oserei incrociare il tuo sguardo

per paura di leggervi che non mi desideri più

Allora non potrei vivere

neanche nel più piccolo angolo della terra

Continuerei a scrivere questi versi

nella neve che si scioglierebbe

sotto il primo raggio di sole

Eternamente

sentirei l’eco della tua voce nel vento

vedrei la tenerezza del tuo sorriso

l’incanto di ogni tuo gesto

la dolcezza dei tuoi occhi

Il mio treno aspetta sul binario

un ultimo annuncio

si sale, un fischio

la partenza.


 nell’anima risuona il canto del silenzio…

la tristezza è un delirio che strazia la mia anima fragile quanto un vaso di cristallo boemo le rose esangui custodite nella teca del tempo intrecciano toccanti poesie di due amanti baciano i tasti ingialliti di un vecchio pianoforte scordato un feeling intenso una carne sola aurore di ombre cinesi risvegli su nuvole di seta a pois il profumo della vita sulle tue labbra un milione di fuggevoli tormentosi bacetti pizzicotti carezze suadenti una terra lontana una spiaggia bianca rovente bambini sorridenti nudi senza pensieri visi sereni all’ombra di palme rigogliose mani bramose affondare i denti in un soffice krapfen alla crema sploverato di zucchero a velo sentire il delicato ripieno gonfiarsi sotto la pressione delle labbra l’estasi proibita tra le dune bianche sotto i magici raggi di luna valli vellutate boschi fitti di impenetrabile dolcezza intangibili amplessi di respiri angelici a cosa alludevano quelle parole ti mancava il tempo ma il tempo per cosa per vivere per amare per morire mi mancò la terra sotto i piedi sentii il tutto sgretolarsi sminuirsi smontarsi come il cambio di scena avrei voluto essere su un altro pianeta nel profondo delle viscere dell’universo allontanare quel tormento che già si insinuava infidamente dentro di me serpeggiando mordendo la mia carne lasciando tracce di veleno fatale non saprai mai quanto mi avevi maledettamente ferita ma nemmeno quanto profondamente io ti abbia amato meta di un desiderio errante avevi offeso la mia gioia di esser nata urlava disperatamente a perdifiato correva sul filo dell’orizzonte un’alba dalle tinte smorzate lambita da foschie dense distante sulla tua isola remota sperduta in mezzo all’oceano cullavi i tuoi pensieri tessevi le tue trame quotidiane freddo discostato da me dalla realtà dall’amore smarrito nel mosaico di una pace mai trovata sordo alle mie parole conversazioni unilaterali armonia stonata note disperse senza destinatario risuonavano come trombe squillanti scivolavi taciturno tra le mie dita nel vortice senza fine avrei voluto ricoprirti di baci e di parolacce se tornassi sui miei passi diventerei una statua di sale il mio cuore di pietra la mia anima di alabastro la mia esistenza di sabbia…

volare via sulle tue ali era stato come iniziare il cuore immacolato di un

fanciullo alla musica new age dischiudere i suoi profondi segreti inconfessati il tuo corpo si muoveva al flusso ammaliante della mia anima impazzita i nostri sensi tessevano canti all’unisono ascoltavi il mattino il tuo desiderio prorompente il fiume di acqua dolce aveva portato via ogni tua incertezza nelle tue braccia sorgeva un altro sole le magiche note ci prendevano per mano ci stringevano nel cuore ci spingevano verso la veemenza di un amplesso che durava un’eternità…

in un attimo avevi riacceso un fuoco spento in un attimo tutto era riemerso come un’isola vergine che si era scagliata verso il cielo una luce folgorante abbagliante mi rallegrò il cuore il mio mondo si era illuminato riscaldato nell’attimo fuggente di un sorriso sotto i portici dell’upim quella sera di fine novembre ore undici e un quarto un montgomery blu le mani in tasca i tre bimbi un’aria gelida intorno al collo due vasche lungo il corso una scintilla nei tuoi enormi occhi teneri lucenti un brivido imprevedibile una simpatia reciproca un caffé a casa mia un fiume ininterrotto di parole vibranti di desideri furtivi i giochi con le carte storie spezzate le due e mezza…

penso a te ai tuoi anni alla tua vita al tuo cuore ingannato al tuo sorriso spento chi amerai nelle notti solitarie chi abbraccerai al posto del tuo cuscino un fragile ricordo una canzone che ascolti ripetutamente un nome ti batte forte nella testa ossessivamente batte come un tamburo primitivo scandisce i tuoi pensieri nel vuoto spietato popolato solamente da ricorrenti incubi che minano la tua tranquillità vorresti cancellare gli ultimi due mesi della tua esistenza ricominciare dall’ultima intimità che ti fece rinascere uomo formulare il mio numero parlarmi come se niente fosse accaduto ridimensionare i tuoi impegni…

penso a te a me ad un amore dimenticato in fondo ad un cassetto di un cuore disperatamente solo in cerca d’affetto che non ha conosciuto il trasporto delle tue braccia il fuoco selvaggio dei tuoi sensi l’impeto dei tuoi desideri più indomiti perversi…

penso troppo voglio lasciarmi morire lentamente che senso ha nascere se poi possiedi un’esistenza nella quale non ti senti viva palpitante assapori la gioia delle cose degli affetti per poi scivolare impotentemente nel nulla…

ora alberi spogli mi fanno compagnia nudi ricordi fredde giornate parole vuote timori ingiustificabili appesi a ragnatele sguardi taglienti cuori lacerati da un dolore cupo un dubbio una verità nascosta emozioni incontrollabili che riaffiorano come fantasmi su un palcoscenico frasi sbagliate la consapevolezza della fine un gesto che non ha potuto risparmiare il nostro destino un salvagente di carta che si dissolve nell’oceano dell’impotenza…

tutto ciò che sei tutto ciò che sarai è un sospiro nel buio una pavida lacrima una dolce carezza un alito sulla punta delle dita un ricordo seducente che attanaglia l’anima ogni piccola cosa di te ogni tenero sguardo ogni dolcissimo bacio ogni bugia è oramai una vela bianca che solca l’oceano sconfinato nel mio cuore straziato abbandonato a se stesso il tuo sguardo aveva risvegliato uno stormo di gabbiani che si era alzato lentamente verso le nuvole bianche un nuovo orizzonte…

ora nella mia anima penetra il dolce soffuso canto della brezza al tramonto…


NEL PROFONDO SILENZIO

Nel silenzio profondo della mia stanza

uno squillo penetrante,

la tua voce al telefono;

le due di notte:

Sento ancora il soave profumo della tua pelle e…

già mi manchi.”

Ricordo il dolce saporedei tuoi baci

impressi sulle mie labbra

e i sensi si destano;

il cuore si riscalda;

l’anima si dilata

fino a te e ti abbraccia.

I ricordi si sciolgono

e si disperdono nell’aria

come mille gocce di rugiada.


OGNI SERA

Ogni sera alla stessa ora

aspetto il tuo ritorno

da quel paese lontano dell’oblio.

Come il ritorno dell’alta marea

nel mio cuore cresce il desiderio

di stringerti ancora

tra le braccia

di accarezzare

il tuo viso

i tuoi lunghi capelli biondi.

Come il tramonto

vorrei scendere lentamente

nella tua anima

sussurrarti

la buonanotte

e vivere un’altra alba con te.


O ANIMA MIA

O anima mia,

perché innalzo il mio canto

nel cuore di questa notte silenziosa

scandita solo dal ticchettio

dell’orologio al muro?

Perché il mio cuore già

muore un po’ per te

al sol ricordo della tua dolcezza?

Perché sento ancora

la tenera forza delle tue braccia intorno a me?

Perché è ancora vibrante

il sapore dei tuoi baci

sulle mie labbra?

Perché ti amo già, senza conoscerti?


METAMORFOSI

 

Quale magica metamorfosi

hai provocato in me,

amore misterioso di una notte?

Quali forze arcane hai infuso

nel mio corpo

attraverso le incantevoli

carezze

delle tue mani?

Dolcissimo amore,

dolcissima pazzia,

quali segreti

hai dischiuso

attraverso i tuoi sguardi

penetranti?


FRAMMENTI

Frammenti, baci

Carezze, sguardi languidi

ammiccanti

saliva tiepida

dolce musica

balliamo abbracciati

avvinghiati, incollati

collegati allo stesso walkman

sulla stessa mattonella

capelli biondi

lunghi intrecciati

sul viso tuo

sulle mie labbra

risalgono lingue di fuoco.


CHI SEI TU?

Hai navigato oceani di cristallo

nella tua conchiglia dorata

Reciso dal resto del mondo

Ferito, calpestato, usato

ma hai amato con tutto il cuore

con tutta l’anima

Hai donato tutto te stesso

gratuitamente.

A me hai dato la dolcezza inebriante

dei tuoi baci,

l’emozione travolgente delle tue carezze.

Hai racchiuso e protetto

la mia vita intera nell’attimo fuggente

di un abbraccio.

Hai destato i miei sensi assopiti.

Mi hai risvegliato da un lungo letargo,

da una vita che non conosceva più l’amore.

E per questo non smetterò mai

di dirti, grazie!


LONTANO DA ME

Lontano da me

spiegherai le tue ali

di gabbiano solitario

planerai le sconfinate distese

di mare deserte

cercando un’isola

dove riposare il tuo corpo stanco.

Giorno dopo giorno

il ricordo del mio fragile amore

ti accompagnerà

ma quando scenderà la notte

allora la tristezza

velerà il tuo cuore

e capirai

che la tua vita è solo un’illusione.

Ora è la solitudine che possiede la tua anima

E io sono solo un fantasma.


LE TUE PAROLE

Vibrano nel silenzio

le tue parole

come dolci note di un canto

arcano e remoto.

Vorrei dimenticarle

ma il ritmo è ossessivo

E’ quasi una cantilena che mi culla

nelle notti tempestose

quando la pioggia cade senza fine

colmando la mia anima di malinconia.

E’ triste desiderare i tuoi baci ardenti,

le tue coccole e non averti qui.

E’ doloroso abbracciare il mio cuscino

ed immaginare il profumo del tuo corpo.

Perché sei già così profondamente dentro di me?

Quale chiave ti ha permesso di entrare nel mio cuore

e possederlo completamente?


PERDUTO MA NON DIMENTICATO

 

Ho lasciato il mio cuore a Rajalahti

I miei sogni nelle mani dell’unico uomo mai amato

Ho navigato gli oceani cristallini dei suoi occhi verdi

E il suo possente abbraccio

Mi proteggeva dall’alta marea

Ora frammenti di nostalgia

Spezzano le ali della mia fantasia

E per un attimo il dolore della solitudine

Invade la mia anima

Ma man mano che i miei pensieri si sciolgono

Raccolgo giorni di felicità

I nostri momenti irrequieti

E la speranza di rivederti ancora

Terrà acceso il desiderio di stare con te per sempre.


 

FRAGILE AMORE

 

Fragile amore cuore in tempesta

Segui la luna nella tua testa

Il sole e il cielo ti fan da ombrello

Ma non ti accorgi che spegni una stella

Giorno che passi guadagni la vita

Ma dov’è il tuo amore è un paradiso ambito

Cuore selvaggio non aspettare

Issa le vele e solca il tuo mare

Presto o tardi cuore gitano

Incontrerai una terra lontana

Ma quando la notte improvvisa verrà

Una stella brillante ti guiderà

Ti farà luce sul tuo destino

E capirai quanto eri bambino.


 

FRA QUESTE RIGHE

 

Fra queste righe

Ci sei solo tu

Fremente dono d’amore

Fuggente carezza

Spensierata allegria

Eterea alchimia dei sensi

Per sempre ti scriverò nel mio cuore.