Alessandro Musner - Poesie

Pioggia d’autunno

 

Pioggia d’autunno che bagnavi
il cortile della mia infanzia…
Da quella finestra aperta
ti cantavo canzoni inventate,
e dolci brividi penetravano
il mio corpo di bambino.
Foglie morenti libravano
in quel piccolo cielo,
posandosi dolcemente
su quel quadrato di terra e fango ,
su quel pallone bucato,
compagno della mia giovinezza.
Poi quella voce, quella tiepida carezza ,
quel tuo bacio quasi rubato…
(Dedicata a mia Madre scomparsa nel 2020)


Quel filo d’oro

 

Quella mattina di primavera Lei mi chiamò,
ma non capivo il perché.
Voleva la certezza che io ci fossi, che arrivassi,
ma non sapevo il perché.
Poi l’incontrai e mi disse grazie.
Si, in quel di Molfetta, grazie per quello che fa,
per quello in cui crede.
Poi Lei sparì e rimanesti solo Tu.
Io e te e quel filo d’oro che ci lega nel tempo,
forse avvinto quella mattina di primavera
che tu mi chiamasti, ma non capivo il perché!
(Dedicata ad Elena ,
amica mia per sempre… “ Lega del Filo d’Oro”)


Retaggi di passati

 

Mi guardavo allo specchio e ti vedevo…
Pochi baci, poche carezze, forse retaggi
di passati non cercati, non voluti.
Ma tu volevi amore, cercavi amore,
e io ti giudicavo.
Come ho potuto farlo, come ho potuto.
Ero lì , in quella stanza bianca,
aggrappato al tuo ultimo respiro,
al tuo ultimo perdono.
Mi guardavo allo specchio e ti vedevo,
Padre mio…


 

Quel Regno dimenticato

 

Vecchio soldato che narri i ricordi di un tempo.
Ti vedo vestito di gloria e di ferro ingiallito
che si dà a un uomo ferito.
Son ferite di guerra o ferite di cuore ,
come l’amico che ti guarda e poi muore,
stringendo nel pugno una foto di donna,
coperta di veli, par sia la Madonna.
Memorie di notti invase dal fuoco,
rinchiuso su tane scavate da poco,
e quando la vita ti sembra a mancare,
ti avvolge il silenzio e ritorni a sperare.
quante lacrime sui monti, su quel Piave insanguinato,
per difendere i confini che quel Re ti ha affidato.
Quanto onore conquistato ,
triste Cavaliere di quel Regno dimenticato…
(Dedicata a mio Nonno “ Cavaliere di Vittorio Veneto”)


Se domani non ci fossi…

 

Se domani non ci fossi potrei solo ringraziare….
Forse un destino compiacente.
Forse un dio che vorrei fosse Dio.


 

Brigadoon ( film musical del 1954 )

 

Nella nebbia su per la collina c’era un villaggio questa mattina.
Case di un tempo, vecchi manieri , buffi cappelli , canti di gioia lungo i ruscelli.
Facce arrossate da un lungo dormire , colpa dell’alba che tarda a venire.
Cento e di più le dure catene che si intrecciavan sulle lor pene.
Cento e di più son gli anni trascorsi per cancellare i vecchi rimorsi.
Ma il grande orologio che ti sta a guardare, ti indica il sole che vuol tramontare.
E mentre i rintocchi ti fanno da culla, ritorna il silenzio, ora c’è il nulla.


C’era un tempo…

 

( dedicata a un caro amico morto di overdose a 17 anni )
C’era un tempo che il futuro sorrideva su di te, e il vigore dei tuoi anni si specchiava
dentro te.
C’era un tempo che l’ignoto non turbava i tuoi pensieri, ma l’amore che volevi non
sempre ricevevi.
Ragazzino che con errori crescesti , come un uccello impazzito cadesti.
Giovane vita bruciata da un sogno, creata soltanto da un inutil bisogno.
Cosa credevi bucando il tuo corpo di trovar ragioni e mai un torto?
Su quella piazza trovasti la pace, tra mille rumori il palpito tace, e il tuo ricordo, che di
certo non muore, mi stringe la testa di rabbia e dolore..


Riccioli d’oro

 

(il mio unico grande amore e madre dei miei figli)
La quadravo di nascosto con fugace aspirazione, non pensavo certamente di rubargli
l‘attenzione.
Il suo corpo sbarazzino mi intralciava ormai la mente e carpivo il suo pensiero, quasi
quasi lei lo sente.
Riccioli d’oro aveva per chiome e al femminile portava il mio nome.
Di bell’ aspetto era il suo viso e in quella bocca non mancava il sorriso.
Seni spigliati di giovane età , occhi vivaci di grande onestà,
e con il rispetto degli anni che aveva le diedi il mio amore, più nulla chiedeva….


 

Tristi ricordi

 

(di un giovane prete caduto in un burrone mentre coglieva una stella alpina, quando da
bambino frequentavo la colonia di Asiago..)
Stella alpina della montagna cresciuta nel cielo come la manna…
Dolce fiore quasi divino che fai gioire l’abete ed il pino…
E un giorno Lui con fare sicuro volle raccoglierti sopra quel muro..
Quel muro fatto di rocce taglienti o sagomate per l’acqua ed i venti..
Ma tu tradisti ignoto destino, e ti portai appresso in modo assassino, quel corpo
giovane e votato al Signore…
Su di un campo finì la sua corsa con stelle alpine sulla sua testa, e mentre tutte
gli baciavan le guance chiedevan perdono…


 

Vento dell’Est (blocco orientale durante la guerra fredda)

 

Cantami vento quel lungo lamento che sempre ti porti e che ora io sento.
Fermati vento dal tuo lungo andare che nasce dagli Urali e muore sul mare.
Chiama i latini e i sassoni in coro, i venti dell’ovest ti vogliono loro.
Abbatti quel “muro” dei vecchi rancori, taglia quel filo che stritola i cuori.
Porgi la mano, non è carità, ma è un soffio di vita, è la libertà.


 

Lawrence (d’Arabia.. film del 1962 )

 

Sabbie e sabbie, venti e venti, paesaggi inesistenti, mari ardenti di cristallo ,
facce scure di metallo.
Cavaliere coraggioso tanto ardito e tenebroso , navigare nel deserto non ti stanca,
no di certo.
E le ondate coloniali non spaventano il destriero, tu lottare con la spada ogni istante
ne vai fiero.
Loro sanno che il tuo corpo mai la sella lascerà , il tuo nome è leggendario,
tre millenni la tua età?
Non c’è nulla che prevale ,tu sei Lawrence , l’immortale!


 

Io e Anna

 

Camminavamo per i corridoi del museo, mano con la mano….
Tu volevi toccare tutto, i quadri le sculture , però non potevi farlo , non si può farlo in
un museo, ma dovevi farlo perché tu sei così!
E’ la tua condizione per conoscere, è il tuo modo di scoprire il mondo, le cose che ti
circondano.
Io ti tiravo, cercando di spiegarti quello che vedevo, ma a te non bastava.
Volevi toccare , ma non potevi toccare, e mi tiravi, e come mi tiravi per toccare , ma non
lo potevi fare.
Il guardiano ci osservava , io l'ho visto, si l'ho visto ,ci osservava nella nostra diatriba e
sorrideva. Sorrideva e annuiva! Era un cenno? Si lo era , o magari mi autoconvincevo
che lo fosse, e in quel momento mi bastava! Anna , tocca,tocca,tocca,tocca…..


 

Senigallia

 

Ho chiuso gli occhi per essere come te…
Solo dieci minuti , stesse condizioni, stesse sensazioni da decifrare.
Io e te , immobili in quella spiaggia, davanti l’odore del mare.
L’acqua ,il vento , il calore del sole , stati diversi su dimensioni insolite.
Il rumore dei bambini che giocano, il vociare della gente tutta intorno non da fastidio,
ma è come fosse la cornice di un dipinto e noi il soggetto in un mondo diverso.
Si, solo dieci minuti di quel mondo che è solo tuo, e lo sarà per sempre!


 

Eroe senza essere eroe

 

Ero appena partito con l’auto , e attraverso il lunotto posteriore vidi dei bambini che
sembrava mi salutassero…
Si si,non mi sbagliavo , mi salutavano ed erano tutti fuori dal cancello , con i loro
braccini magri agitati al vento, mentre i genitori tutt’intorno sorridevano , forse
contagiati da quella situazione insolita e per nulla scontata.
Più mi allontanavo e più mi salutavano quei mocciosetti, e mica la smettevano.
Avrei voluto fermarmi, tornare indietro e abbracciarmeli tutti, ma non lo potevo fare
per via di questo maledetto periodo che si stava vivendo.
E allora l’idea era ricambiare il saluto sventolando il braccio fuori dal finestrino,
continuando questa operazione finche’ fossero spariti dalla mia vista, e fu cosi!
Fu un momento emozionante , durato una decina di secondi o forse più , che ripaga
tutto , di più del tutto.
Non ti aspetti gratitudine, non è un diritto acquisito, ma poi ti cadono addosso questi
attimi di gioia misti a commozione che ti fanno sentire eroe senza essere eroe.
Non avevo fatto nulla di così importante per meritarlo…
Avevo solo consegnato una spesa alimentare!