Alessandro Scialpi - Poesie

Io Bestia

       E

La mia sposa

 

Quel dì col maestro a lavorar

Delle donne ci misimo a parlar

Nel nostro chiaccherar

D’un tratto smise di parlar

 

Poi di scatto mi chiese

Come fosse la donna 

Nei miei pensieri

Ed io con braccia tese

Come voler supplicar

I miei desideri

 

Vidi lui fare un lieve sorriso

Nel suo esser affranto

Mi disse all’improvviso

Colei che cerchi e qui accanto

 

Rimasi sbalordito

Da quel che avevo udito

Ed in me pensai:

                        ” io lei la vedo ogni mattina

                          uscir da casa in tutta fretta

                          ma per il freddo poverina

                         a coprir il volto era costretta “

Nel mio pensar ella chi fosse

Mi senti chiamar con colpi di tosse

Era il maestro che nel suo parlare

Disse che la giornata era finita

E che dovevamo andare

 

Allor mi accinsi a casa ritornar

Ma d’un tratto mi sentì sussurar

Alzai la testa nel veder chi fosse

Vidi lei con guance rosse

 

Da quel giorno in mente

Avevo solo una cosa

Che lei sarebbe divenuta

” La mia sposa “


 

A Giovanna

 

Col mio pensar ti scrivo

Mia amata principessa

Talun parole che 

Non t’ho mai dette

 

Il mio amor per te è vivo

Anche se il mio mostrar

È un po’ restivo

 

Il tuo cammin 

È ormai tortuoso

Io ti sto vicin

Anche se dimostrar

Non oso

 

Ogni dì è un mio pensar

Nel cosa possa far

Pur di veder

Il tuo viso rallegrar

Cerco con pazienza

Di alleviar la tua 

Sofferenza

 

Oh, mia amata

Se il mio cuor

Potesse parlar

Di cose ne avrebbe

Da dichiarar

 

Oh, mia amata

Perdona il mio

Esser distante

Ma cerco solo

Di render

Il tuo dolor

Meno pesante

 

Oh, mia amata

Quel Dì passato

 

Rimembra in me

L’amor che 

T’ho giurato

 

Oh, amata mia

Qualunque sia

Il tuo destino

Il mio cuor

A te sarà vicino

 

Oh, amata mia

In salute 

O in malattia

Tu sarai

Per sempre MIA


Amore Infinito

 

Tu ragazza

Dal grande cuore

Che per anni

Sei vissuta nell’oscurità

Non capendo

Quanto fosse bello l’amore

In questa crudele realtà

Ma un giorno 

È accaduto qualcosa

Come in una favola blu

Nel tuo cuore 

È sbocciata una rosa

E per quanto bello fosse

Non ci credevi neanche tu

L’amore tanto atteso

Ora è arrivato

E nel tuo cuore malato

Un grande amore 

È sbocciato

Colui che diverrà

Tuo marito

Ti darà tutto

Il suo amore

Si il suo

” Amore Infinito “


L’amore Diverso

 

Come ogni dì m’appresto

A svolger il mio lavor

A dir po modesto

Ed intento a non sbagliar

Le pietanze preparar

 

Ad un tratto nel mio pensar

Udì la porta aprir di scatto

E mi accinsi a veder chi fosse

 

Mi apparve all’improvviso

Ed il suo salutar

Con gran sorriso

Il mio cuor fece tremar

 

Rimasi sbalordito

Nel veder quella fanciulla

Il mio corpo impietrito

Non poteva più far nulla

Nei giorni a seguir

Con Essa a lavorar

Il mio cuor fece sentir

Che ancor poteva amar

 

La fanciulla nel suo lusingar

Disse di non potermi amar

Che per un certo verso

Il suo amor era ” DIVERSO “


 La Primavera

 

Il vento soffia lieve                               Il tuo profumo

Incomincia a sciogliersi                          Volteggiar nell’atmosfera

La neve                                                   Ti do il benvenuto

 

Odo il cinguettar                                    ” PRIMAVERA “

Degli uccelli

Nel fiorir

Dei ramoscelli

 

Ed il sole

Al suo levare

La natura

Rallegrare 

 

Col tuo arrivo

Vedo gl’alberi fiorir

E l’inverno

Pian piano svanir


L’amore perduto

 

Quante volte noi due

Mano nella mano

Tante volte non ho avuto

Il coraggio di dirti ti amo

Non so quanto tempo ancora

Se un anno, un mese o un ora

 

Mi sento solo 

Come un cane abbandonato

Da quando il nostro amor

Si è allontanato

Abbaio alla luna

Ma vedo solo il tuo viso

E quello che cerco

È solo un sorriso

 

Ho bisogno di te 

Mia principessa

La mia vita senza te

Non è più la stessa

Il mio amor per te 

È immenso

E star senza te

È un dolore intenso

 

Sento il mio cuore

Gridar di rabbia

Come un uccellino

Dentro una gabbia

E quello che spera

In assoluto

Che torni presto

Il mio ” Amore perduto “


LEI

 

Immenso fu quel dì

Immerso nei miei pensieri

Sentì una voce sussurrar

Alzai lo sguardo ad osservar

 

Chi è costei mi chiesi

 

Il mio cuor sentì pulsar

Al suo avvicinar

Nel veder il suo bel viso

Lei mi fece un gran sorriso

 

Nel veder tanta bellezza

Udì nel suo parlar 

Tanta dolcezza

Ed io li immobile

Come gelato

Cercavo in me

Un po’ di fiato

Il suo sguardo

Nel mio cuor si pose

Lei nel  sibilar

Delle mie parole

Udì il mio dir

E poi rispose

 

Non son quel che credi

Ma son ciò che vedi

Son una semplice fanciulla

Oltre l’amor non ho più nulla

 

Nel udir codeste parole

Trasmise in me 

Un grande amore

E come una docile sinfonia

Gli dissi che sarebbe

Stata per sempre mia


Mare in tempesta

 

Sento la mia anima soffrir

E nel mio pensar malato

Mi misi a camminar pacato

D’un tratto nel mio vagar

Mi ritrovai sul lungo mar

 

Odo il soffiar del vento 

Che come un tormento

Le mie carni a penetrar

 

Sentì sulla mia pelle

Quei granelli di sabbia

Che mi si scaglian

Con tanta rabbia

 

E poi nel mio osservar 

Vidi te

Che col far sontuoso

Il mio svanir

Nell’esser pensoso

 

Veder quelle onde

Così maestose

In me quel pensar ripose

 

E nell’osservar

Quelle tue gesta

Affioran nella mia testa

L’ esser come te

Un ” Mare in Tempesta “


Matera

 

Di tempo n’è passato

Ove l’uomo ti studiò

Tra le rocce di tufo 

Ti creò

 

Case su case costruì

E pian piano 

Di gente si riempì

 

Tu ove la tua terra

Piena di sassi   

Il viandante vi lasciò

I suoi passi

 

E nel lor passar

Qualcosa costruir

E la tua città

Pian piano fiorir

 

Molti anni or sono

Da quando fosti creata

Ed oggi come un dono

Sei stata premiata

 

Per la tua antichità

Ti han insignito come

” Patrimonio dell’ Umanità “


 

Mare in Tempesta

 

Sento la mia anima soffrir

E nel mio pensar malato

Mi misi a camminar  pacato

D’un tratto nel mio vagar

Mi ritrovai sul lungo mar

 

Odo il soffiar del vento

Che come un tormento

Le mie carni a penetrar

 

Sentì sulla mia pelle

Quei granelli di sabbia

Che mi si scaglian

Con tanta rabbia

 

E poi nel mio osservar

Vidi te che 

Col  far sontuoso

Il mio svanir

Nell’esser pensoso

 

Veder quelle onde

Così maestose

In me quel 

Pensar ripose

 

E nell’osservar

Quelle tue gesta

Affioran nella mia testa

L’esser come te

Un “ Mare in Tempesta”

 

Non potevo udir

 

Alcuni degli studenti

Eran rimasti lesi

Da quei frammenti

 

Ad un tratto l’inviato

Esclamò sconcertato

E stato un attentato:

 

E fu li piccola fanciulla

Che la giovinezza tua 

Al suo fiorir

Per colpa di mano altrui

Vide il tuo “ PERIR “