Alessandro Wesch - Poesie

IMPERITURO EMPIREO



Accolgo…il fragore di rocce in movimento,
nel terremoto di suolo instabile.
Distese di rami contorti,
nel disegno sopraffino,
a cercare un’identità,
espressa nella forma dell’aureola.

L’equilibrio, è nel divenire prospettico del tempo
e la luce ricama le forme all’infinito.
Una materia che cerca,
la propria densità nei colori
e il coinvolgimento delle forze ultraterrene.

Landa immensa,
ove sgorga il ribelle scintillio tra le increspature.
Sia il vento come il fuoco,
sia l’acqua come la gravità,
ammanta questa terra incorporea.

Empireo eternamente immobile,
che soggiace assiepato nel sistema solare,
alternando frastuono e silenzio.
Fagocitando corpuscoli estranei,
inglobando a sé,
il tripudio di elementi circostanti.

A.Wesch


 

SORGENTE DELLA CONSAPEVOLEZZA




Accresce come indole inscindibile,
un’impulso ininterrotto,
verso l’epicentro dell’iniziazione.
Lo smottamento erratico,
ineffabile tensione,
dell’animosa fiamma nell’adorazione.

Ossequio di parola,
promuove descrivendo il percorso,
del nutrimento della passione come risorsa,
nenia che risuona,
nell’adempimento dell’altruismo sensitivo.

Nella stretta del polso,
la scorza della precognizione,
quieta l’anima con vigore e comprensione.
Stimola l’ascolto dell’ indovino,
nella flemma del travaglio..

A. Wesch


CORPO VEGETALE



Labbro egocentrico,
ritmico, raro….
nell’attesa del coronamento in fiamme,
alle macerie di opulenza..
prostate alla persuasa beatitudine.

Prospera natura letizia….
l’erba nellaTerra,
ove tace la sete,
di dominio dell’ombra della quercia,
sull’ ignoto mondo vegetale…
Lucciola miserevole,
un faro nel segno del destino.

Ramo, cimelio mortale,
Cosciente della caducità d’autunno.
Abbandono…rovina di fedeltà divelta,
dalla rimembranza di corteccia e resina della realtà.


A. Wesch


PONTE



Anteporre una linea di scavalco…
Erigere un passaggio sul vuoto nudo della pietra.
Decretare architettonicamente,
un segno nel culto del paesaggio.
Ricondurre  il sentiero alla riconnessione con gli avi.

Come può la pietra innalzarsi sopra l’impeto dell’acqua ?
In torsione, nella perfetta simmetria,
l’anello centenario di pensieri sospesi e disegni sottesi,
sino al tramonto anteriore del tempo.

Il miracolo interiore della pietra che scavalca l’acqua.
A noi è tutto ciò che ci rimane, la pietraia della storia.
Un’eco d’ingegno che pone nella forma dell’arcobaleno,
l’aspirazione al sorpasso degli ostacoli,
nel saldo equilibrio di contrafforti.

Ponte che sospiri sul fiume, proteggici dal salto.
Dopo decenni lo ritrovai li incastonato,
dalle burrasche e alluvioni stagionali.
Il nostro tempio che si erge forte e massiccio,
pietrificato nel luogo medesimo.

Allusione di pietra sofferente,
irrigidita dal tempo,
impavida al freddo torpore del mattino,
trattiene una linearità di bava di lumaca.

Credo alla perfezione
– rete di ragno –
sospeso tra l’ impeto del fiume scultore..
e l’umana illusione di rocce levigate.  

A.Wesch


PERPETUO COMPROMESSO




Ho solennemente errato
per anni luce di catarsi.
Sulla mia pelle ormai solcata,
ho accolto nella scia della brezza,
l’ennesimo rigolio di rugiada.

Esiliato in questa landa di acquitrini,
ruggine è il colore dell’arditezza,
fossile è l’anima del tronco,
che porterà tutto a valle.

Uomo dell’eterno ritorno,
sacrificato ad entità vagabonda,
aggrappato a ruderi lesinati….
La natura non prova rimpianto,
mutevole si esprime rinnovata;
confonde il limite dell’orizzonte lacustre.

– Riconoscere il crittogramma impresso nel paesaggio -

Per ordine della gravità,
la terra collima con l’asprezza
della nuda roccia.
Camminerò per il secolo rosso,
di ricordi sovrannaturali.
Saranno stele infisse,
a pretendere il prestito con l’eternità.

A. Wesch


 OSMOSI ATEMPORALE



Materia instabile,
compromessa in Miliardi di stratificazioni,
si assesta nell’ osmosi gravitazionale,
come particelle in sospensione .

Nell’assiduo silenzio,
una disciplina di trasparenze,
modula la sagoma impercettibile di volti rarefatti.

Mani consunte,
alla ricerca di vani appigli su pareti fittizie.
Anime Pellegrine,
congiunte nella vastità dei secoli,
risplendono nel processo del firmamento.

S’inarcano prospettive di vasti colonnati,
compongono il poderoso disegno ancestrale,
di stigmate, ferite, squarci nel cielo,
alimentando rituali di viali interposti.

L’Apparenza serena del giallo rosaceo,
sabota ii cielo come un unguento subliminale…
Pulviscoli infinitesimali,
assecondano intricate cupole eteree
che si snodano in infinite volute multicolori.

Il ciclo non è giunto al compimento,
è solo il lento perdurare,
incostante del tempo.

A. Wesch


LUCE BASSA




Trascende,
come unico elemento notturno,
un bagliore fioco
che lentamente si insinua
tra pertugi e sponde di fiumi irridescenti.

In questo silenzio atemporale
colgo il disegno,
su qui è  stato manipolato,
il calco dell’espressione del bimbo
con gli stessi occhi del vecchio.

In questa Aurora schiumosa,
Il vento pettina le fronde,
E corro a perdifiato,
sugli stessi prati degli avi.

Un plauso riposto,
in una pellicola in bianco e nero,
ma quest’aria frizzante,
mi riporta a quel palpito
che teme l’ira delle civette notturne.

A. Wesch


TORMENTO DELL’INNOCENZA




Mutevole male che non si scorda..
ma si accorda perfettamente,
al duttile lievitare dell’esistenza .

Mano nella mano avremmo potuto liberarci,
di ogni colpa, fremere nel disincanto.
Ma non sei la mia appartenenza…
il bordo del tuo profilo vacilla.

Resina di ricordi appesi agli alberi ,
Altalena  spensierata,
ridammi il solletico nel ventre,
il sacrificio dell’esperienza.

La brezza sul viso del bimbo,
sorpreso nell”innocenza.
Lo sguardo che non tornerà,
mai più sui suoi passi.



A. Wesch.


UOMO-UNICUM




Guardare attraverso….
lo spettro dell’universo
ove ogni forma di energia,
evolve nella persistenza della trasformazione,
secondo uno schema di riflusso.

Noi che siamo come gocce di rugiada,
contribuiamo al lento mutamento sulla foglia d’acanto.

Uomo vacilla nella singolarità del sé,
e s’immerge in una miriade di particelle indistinguibili.
Sparsi in granelli di fioca polvere.

In tutto questo intercedere
l’ OMO-FABER,
il creativo si appropia del propio nucleo,
percependo l’interezza dell’ Unicum.

Divergendo dalla cancellazione,
delle differenze primigene.
Rielabora se stesso,
cogliendo l’ essenza di un fiocco di neve,
geometricamente multiforme.

A. Wesch


AUREA  

 


Imponi il tuo corpo levigato,
a questo intercedere del vento.

Opponi la prevaricazione al silenzio del vuoto,
determina la centratura dei tuoi passi.
Sappi che ogni gesto,
provoca una conseguenza tra di noi .

Nessuno è illegittimo,
siamo tabulati,
particelle inscritte in uno schema universale.

La vibrazione è un suono cosmico
che crea figure geometriche assestanti.
Scelgo il mio algoritmo
e cerchi e linee invisibili mi pervadono.

Tracciati elicoidali ci connettono,
ma è il senso della gravità
che ci preme contro.

La terra, la nostra superficie abitabile,
è l’unico residuo di vita possibile.


A. Wesch


Vitro

 

Un' estensione di forme saturnine,

trattengono una luminosità d'opale,

nella bolla di vetro che sfuma nella densità dell'oceano.

Soggiace l' agglomerato di uova,

all'interno del pulviscolo infinitesimale dell'Abisso...

-Palpita-

un polmone di vetro incrinato,

-Respira-

nel ventre di cunicoli e grotte sotterranee in pensieri remoti.

Un Vascello di cristallo, incastonato in un relitto di conchiglia,

depone le proprie uova tra le alghe marine.

Architetture silenziose,

reagiscono all'infermità del tempo e ritrovano la vita nel compianto lunare sibillino.

L'immaginazione, descrive attraverso il reticolo virtuale,

la feconda germinazione dei sogni retrattili.

......Il lento fluire millenario di liquidi e di onde riproduce perle purpuree.

Apparatus solerti Infinitium

 

Occhio sorgivo,

ghiaccio mentale diluito perennemente tra le rocce.

Intelletto che disegna campi-confine del paesaggio.

Acqua che cade sotto un ponte e attraversa la mente .

Con ANIMO  sfida la gravità della forma liquida e materia statuaria .

Cervello che obliquamente si muove in funzione meccanica assiale.

Infrange l'aria, ruota, rotola, convoglia,

-direziona-

L'intelletto obbliga all'acqua

ad imbattersi costringendola

a fluire nel corso delineato dal determinismo.

Uomo  produce circuitazione elettiva

si interpone tra l'elemento liquido e il congegno.

Cigolante, iridescente ingranaggio,

scandisce nel tempo goccia dopo goccia,

la lacrima del volto di un ghiacciaio.

Sapere - matrice che convoglia l'acqua ovunque tu voglia.

Cosa impedisce all'intelligenza della forma

di rispecchiarsi come arteria Vitale?

Il proliferare come una radice d'albero

...che inietta acqua al suolo è tutto rende fertile.




 Toccando l’etere

La complessità nella sua interezza ...

Capita che ciò che inevitabilmente si discosti dalla ragione

proietti la sua luce sublime su pelli limate e candide,

fomentando cicatrici rapprese nella dolce terra tiepida e delicata.

Nel qui e ora svaniscono i pilastri appesi al contemplato idolo,

adorno di trivelle serpeggianti.

Proseguono infierendo sul sentiero,

afflati di nubi,

spumeggiando  nel suffragio intonso,

verticale, onnivoro, perdurante.

- Imprimitura -

germina in estasi, ripone costantemente l'alveolo sopraccigliare

ed in stupefatta resilienza tacita nel buio apparente.

Geme  al perfetto enunciare,

inalterato sulla linea latente impresso emotivamente sul Sigillo.

Arpiglio, epitaffio dall' immanente evacuare,

deciso a sopperire nella simmetria ellittica.




 Sipario silente

Finalmente la notte si veste con carte stellate scoperte...

Ritrova la sua natura irridescente,

immersa nell' energie dell'universo e prende forma tra ori e Blue bizantini.

Pure diramazioni interstellari,

aprono a Galassie e volute....

e con segno vibrante,

ridefiniscono lo schema immobile, prescelto dal tempo.




Lessico vegetale

Il suo andamento si impone con vigore,

su e su, appeso appigliato a pertugi,

si disloca in verticale e alimenta la sua sete di luce e spazio verso la sommità.

O costrutto di Fibra verdeggiante che cerchi tra i tuoi appigli uno simile a te

che adotti la strategie medesima .

Ci vuole tempo prima che da terra

si sprigionasse l'altezza emulata da un torciglione d'essere.

Cosa muove  la tua armonica fede,

nell' aprirti con tutto te stesso,

nel moltiplicarti sulla lunghezza e lo scorrere del tempo.




Orpello

Alternanza di un aspetto concentrico

per un'intensità elicoidale

- avvengo -

nell' imperturbabile estroflessione.

Ma la linea è finita,

laddove comincia l'enunciazione di un relitto.

Nel perentorio mutare degli eventi,

mi sostituisco al serpeggiare inquieto del bivio.

Nel mentre tu attendevi,

sappi che ero già inappropriato,

al divenire sfocato imparziale,

mutilato da ogni lato,

Inestinguibile al vero suono di una moneta.




 Afflato di cellula

Goccia a goccia per tentativi - accadrà -

nel rigolio dell' onnipresente calderone, fluttuando per l'eternità.

È lì, che per lento fluidificare,

riporterà l'evento al coagulo del corpo di aggregazione Materica.

Ad un'eterna ebollizione di echi e di rimandi,

dal tutto svuotato nella profondità dell'essere magma.

La caducità riprenderà coscienza dell'atto sfuggevole,

avviluppandosi a cellula legata a cellula,

nella geometria del tessuto impregnato di ricordi sovrannaturali.

Si perfezionerà per sopravvivere al decadimento,

per ricondurci inevitabilmente a quel filo di alito che è la vita.




 Cupole eteree

Oro colato. 

Scompongo  la chimica dalle leggi precise

con la consapevolezza dell'Eterno fluire...

Sono pervaso da lente e densi fluttuazioni

che si dispongono in Cupole etere.

Qui si compie il distacco tra essere e divenire in questa osmosi

stabilità da un disegno celestiale.

Pretendo risposte da una materia di liquidi informi

gli squarci di crosta di movimenti tellurici.

Nel disegno solare c'è un percorso nel ventre del magma

ove il calore onnipotente Sprigiona forze radianti inaudite.

Due porte di fuoco intendono eludere a forme Divine

da un uscita e un'entrata eterna

La superficie Ribolle secerne lava incandescente

e tutto fonde in un'unica sostanza Vitale.




 Verdeggiante divenire

Nel Lampo-estorcersi alla vita,

a frattaglie si scompone mutevolmente,

sotto il suolo si frappone,

un interludio,

una coltre di nuovo mantello.

Ciò che sembra legare il tutto è l'osmosi eterna,

la falda esposta, la roccia divorata sublimata nel ventre.

Fogliame decora l'alba è il tramonto delle intemperie.

Un salto d'acqua commuove l'intensità della muraglia appesa.

Siamo dentro la terra, nel destino che si dissolve e tace.

Un silenzio ampio, un senza volto privo del noi.....

approssimati alla natura del cambiamento irrequieto.




 Vitalis Substantia

Dal vuoto incommensurabile,

lievi progressioni di luce,

si sciolgono in un atmosfera soffusa.

Eternamente vicino e forse inconsciamente nel ventre,

colonne siderali di nubi e alveoli,

dimorano il nostro sentire.

Raggrumazioni dai fondali ultraterreni,

amplificano il corteo di rocce in evoluzione.

-Eludo lo spazio entro scardinate sostanze-

la materia tempestata di diamanti, evaporando sale.

Occhi nel limbo siderale

fluttuano ad un ritmo costante in evoluzione ciclica.

Un minerale colto sullo schiudersi, si plasma a specchio,

con migliaia di complesse sfaccettature.

Nella sottigliezza dell'alba degli elementi,

il giudizio dell'intelletto, come pupilla viscerale,

alimenta il tessuto sovrano dell'eternità.

Flussi di energia, come alito vitale,

si placano negli interstizi numerici, alcune architetture evadono da essa

in concuminate rettili-formi esordi.

Interferenze di atomi solidicadono nel imperfetta simmetria,

Eppur sempre uguale, all'eternità ridotta a polvere

....una sensazione dispersa.