Lasciami morire
Un sospiro
ti guardo negli occhi, la mia voce trema
per dirti quello che ti voglio dire.
Due sospiri
mi avvicino, sei lì che aspetti
mi hai dato la vita
ora ti chiedo il permesso di toglierla.
Tre sospiri
vedo il mio riflesso nei tuoi occhi
so che non sei d’accordo
tu mi hai reso così
tu hai creato questa cosa dentro di me
tu, tu lo sai bene.
Quattro sospiri
non è colpa tua
te la caverai senza di me
te lo dico sussurrando
mentre una lacrima scende sul tuo viso
non me ne vado senza il tuo permesso
aspetto il tuo consenso.
Basta sospiri
lasciami morire.
Dedicato a mia madre
La casa dell’ impiccato
Dondola dondola il corpo
dell’ impiccato
tra la scala e la parete
dondola dondola il corpo
è appena morto
il suo collo si è spezzato.
Dondola il corpo tra una scala e un’ altra
vedo riflesso il mio corpo
si è ammazzato.
Pallido in viso è in fondo ad un abisso
ormai morto oscilla tra il vento della quiete.
Vieni, avvicinati
attraverso il silenzio, appeso lo puoi vedere.
Verde
Verde
per molti è solo una parola
per altri è solo un colore
lo associano al mare
rappresenta il mondo.
Verde è il calore del silenzio
è la prima cosa che vedo al mattino
e l’ ultima alla sera.
Verde brillante
trifoglio verde
cartellino verde
verde semaforo
verde speranza
verde elettrico
verde come i tuoi occhi.
Mi arrendo al verde
perchè senza affogo.
Per Samanta Viero
Deserto di parole
Sale il freddo al calar del sole
autunno immenso deserto di parole
la tua voce si confonde con la pioggia
che forte si sente quando s’ appoggia
Intenso nella notte l’odore
freddo appare, nascosto il mio dolore
sento il peso delle stelle
lo sento spingere sulla mia pelle
La notte è splendente
la luna illumina me, una carcassa vivente
un vuoto immenso, atroce profonda fossa
è tutto nascosto sotto le mie ossa
Seppellisci il mio corpo
Sotto la luce di Venere
di me resta solo cenere.
MEMENTO MORI
Buio silenzio vuoto
davanti a me l’ignoto
sento un pianto in lontananza
la mia bara è la nostra distanza.
Ho perso la mia guerra
chissà se mi mancherà sotto terra.
E tu sembri alleviata
mentre la mia cassa viene sotterrata.
La morte mi chiama, ma tu non entri
stanotte dormo con gli spettri.
Sei solo un’ombra
La mia anima nera è persa
c’è qualcuno?
sento solo silenzio
in questo stato mentale in cui sto vivendo.
La morte mi tormenta così tanto
un’ ossessione, un pensiero fisso
è appoggiata alle mie spalle
sussurra il mio nome
Io la vedo, ci parlo
occhi neri e penetranti mi fissano
aspettano il mio ultimo sospiro
Non c’è nessuna via di uscita
è nella mia testa
sei solo un’ombra.
Le foglie danzano sulla mia fossa
Le foglie danzano sulla mia fossa
apro gli occhi, capisco dove sono
è la mia punizione per i miei errori
da qui dentro non esco.
Piango urlo grido
silenzio, nessuno mi sente
prendo a pugni questa cassa
questo inferno è tutto ciò che mi resta.
Cerco una via di uscita
non posso perdere un altro respiro
continuo a battere
sperando che qualcuno mi senta
L’ unica cosa che batte forte è il mio cuore
non posso fuggire al mio destino
la morte nuovamente mi attende
e per sempre qui, io giaccio.
Ricovero
Con lo sguardo fisso su quel muro
osservo il vuoto
piano persi la voce fino alla ragione
che più non esiste
non sento che me
sussurri di parole
e allo stesso tempo grida, urla
nessuno oltrepassò quella stanza
dove si liberano dall’ inquietudine i miei disturbi.
Ride la morte
di me
delle mie ossessioni
dei miei rituali
ride probabilmente della mia anima
che si è appena suicidata.
Ride
le urla non fanno più rumore
per quell’ombra il silenzio fu piacevole
ma in me cresceva un fastidio consistente
cosi rimango nel silenzio
il silenzio del rumore che esso è.
Ti sto perdendo
Il mio corpo è stato fatto a pezzi
ti vendo la mia anima
Tanto nulla in quanto rimane.
Ascolta, un grido
l’ ultimo te lo giuro
rosso, denso, scuro cresce
Ti mostro il mio dolore
Non starò in silenzio
Riesci a sentirmi?
Sto cadendo dagli abissi.
Aspetto ancora sotto questa croce
Esalami il tuo ultimo respiro
Un brivido compare sulla mia pelle
Ti sto perdendo.
Non riesco a trovare le parole
Io sono la tempesta che porta via tutto
Io sono il mare che batte sugli scogli
Io solo il vuoto che senti ogni sera
Io sono come l’oceano profondo
Perso
E sto affondando
Tutto intorno a me muore
Non riesco a trovare le parole
Lacrime di pioggia
Si aggira nel buio non la vede nessuno
Io la conosco mi appare in sogno
Il suo cammino è lento mentre danza nel vento
Lei porta il freddo, gelo agghiacciante
Piano piano volteggia
Volteggia sotto la pioggia questa sagoma nera
Forse piange nell’oscurità questa creatura
Sulle colline della pianura
Su una roccia s’appoggia
Non non piange è solo la pioggia
La morte mi conserva per sempre
Cade la neve sull’ombra del sole
Mi trovasti tu, appesa all’ albero
con gli occhi sbarrati ti fissavo
Mi dispiace che mi trovasti tu
Lei stringeva il vestito con cui ero stata sepolta
Pallida la mia pelle sotto al suo tocco
Il sangue delle mie vene si congela
Radici
Cade la neve sulle sue parole
Mentre nel deserto nasce un fiore
Mi ha portato all’inizio del sentiero della vita dove ci legano le nostre radici
Lui per me è il grano, è l’amore, è il deserto di parole
Con le sue mani mi stringe mentre dormo sulle lenzuola dell’ospedale
la sua ombra mi sorride mentre cammina per le scale
Ti prego non sentirti solo quando me ne andrò
Quando tutto sarà perduto io ti sorreggerò e quando ci sarà solo il buio saremo felici e vivremo per sempre sotto le nostre radici
A mio padre
La tua ombra incrocia la mia
Ti troverò sulla mia croce nascosta nel buio laddove non vi è anima alcuna e piangerai, tra il freddo, perché mi hai perso.
Senza sapere perché tu mi abbia fatto questo io ti ho protetto
La tua mano la stessa che m’accarezza mi ferisce
Adesso stai lì che fissi incerta il mio nome su quella pietra, ti dispiace senti questa mancanza nell’aria e pensi che sia tardi mentre io svanisco nel vento
Mentre ti guardo sto qui che aspetto il vuoto del silenzio
Ormai è tardi mi hai perso
Requiem
La sera il vento dall’ alto cadeva
Sentivo che la morte così tanto voleva
Che io cadessi nell’abisso
Non lo nego forse cedo adesso
Mi sta bruciando come questa carta e questo fuoco ardente
Mi consuma dall’interno fino a quando di me non resta niente
Adesso dovrei morire
Al tuo tocco non tremo ma sento le mie ossa scalfire
Che ci faccio qui nel lago di ossa
Non mi senti urlare “ti prego non te ne andare”
Sento il suono, si spezzano le ossa ma non queste catene che a te mi legano