Le mie dita disegnano sul tuo corpo
– centimetro per centimetro –
tutto l’amore che non so dirti.
Sii allora la mia tela:
dipingerò tutta la bellezza
che vede in te la mia anima.
Due universi che collidono,
ecco cosa siamo.
Eppure guarda
che bellezza ha generato
la Grande Esplosione Primordiale.
Tu sola saprai
nell’oceano
le tue maree.
Un pensiero di te
si fa spazio
nella mente.
E’ tardi
purtroppo
per il cuore.
Strappandoci le piume
taciamo il canto
quando dovremmo solo
volare.
Certe persone
sono piante grasse:
le annaffi una volta al mese
– forse anche due –
e loro son capaci
di resistenza.
Io però
sono una rosa
– delicatamente bella
con le mie spine – :
scordati di me per un giorno
ed io inevitabilmente
appassirò.
La botanica umana
Ciò che mi spaventa
dell’idea che tu te ne vada
è quanto velocemente
mi scorderò di te.
Prova di te, ode alla creatura
Astratta, selvaggia.
Ti fai sfiorare la notte
-tacito segreto-
mi sfuggi al mattino.
Penso che tu protegga
nascosto
l’amore che tanto inseguo.
Ricordi di un’amore lontano
Tu di profilo,
illuminata dalla luce fioca
di una lampada morente
come le nostre anime.
Tieni in mano un libro
avvolta dal fumo di una sigaretta
che pende dalle tue labbra
e lenta si consuma:
così sono io.
Consumata,
appesa a quelle labbra
-mio unico pensiero-
dalla sera in cui
per pochi istanti
sei stata solo mia.
Il giorno in cui smetteremo
di farci la guerra per altri
e capiremo che gli altri
infondo sono noi,
sarà un giorno in cui saremo
tutti un po’ più fratelli
ed un po’ meno soldati.