Eliana
Sorella cara
che sorrisi mi hai donato
salvando ciò che desideravo
Ricordo le passeggiate
circondate dalle tue dolci risate
illuminavano il mio giorno
ad ogni mio ritorno
E ogni volta che mi parlavi
gentili mani mi mostravi
maleducazione non osava
nei tuoi gesti non sostava
lontana le sei sempre stata
come una stella ti guardavi
allo specchio sistemando il cappello
e grande sei cresciuta
aumentando di statura
mentre amore e fiore sbocciavano
in tuo onore
E il mio cuore si rammarica
per ogni lacrima o sogno svanito
nel tuo disegno prestabilito
Stilosa e profumata ti sei presentata
ma non mi hai mai dimenticata
solo ringraziata e supportata
La visone
Quando ti cerco
Il mio corpo si contrae,
come carta stroppicciata
e maltrattata.
I miei occhi s’illuminano
ma rimangono socchiusi
come le nostre porte.
In una antica corte
esse racchiudevano segrete stanze,
piene di ricchezza e falsità
potere e scarsità.
Non badavamo
a ciò che pensavano,
sapevamo bastarci l’uno con l’altra.
Eri un nido,
come a casa mia,
Amore e Odio erano fratelli,
nel mio cuore malato
da nessuno ritrovato
spezzato e dimenticato.
Ero invisibile al passato
fino al tuo sguardo velato.
Luccicante viaggio
In quei pomeriggi vuoti
la mia mente ti ha cercato,
lasciandoti spazio;
comprendendo lo stato
decadente ma prudente.
Incline ma rigido come marmo
il mio pensiero si fermò
a guardare le stelle.
Come sei strano
sei un astro senza un piano
perso nel blu oceano,
nel luccichio che
le tue sorelle creano.
Domande vanno e vengono
come un viandante,
non essendo un abitante
provi a nasconderti
senza risponderti.
Con mille difetti
apprezzi ma rimpiangi
i giorni che ti sono stati dati
su questa terra
che senza radici confondi.
Confermando il tuo rimorso,
lancerai al cielo un grido
sperando nel suicidio.
Palpebre come ali
Prima che
avessi gli occhi stanchi
anch’io amavo esplorare
come tutti quelli che li hanno
come anche i ciechi sapranno
Se oggi mi dicessero
Tu potresti avere il sole
Mi scioglierei udendo tali parole
Il mio cuore si spezzerà
se mai vicino quel giorno giungerà
E come una foglia volerei
leggera e soffice
senza meta o speranze
Confidando in me stessa sempre
gettando occhiate superflue
a chi fa lo stesso
ma con ribrezzo
Autunno
Il petalo cade
su un prato di sventure,
un cuore fatto di paure
morbido al tatto,
ma aculeo all’interno.
Ti fidasti tutt’un tratto
fino a risentirne il ricatto,
seguendo quel muscolo pulsante
che vibrava in modo esasperante;
ricordandoti sempre ciò
che casa vuol dire,
un sentimento estraneo.
Eri un marinaio senza rotta
su un mare tempestoso
pieno di pensieri fluttuanti,
volevi scappare ma non potevi;
perchè ciò che rimaneva
era il prodotto di noi.
Il peso del dolore
Ogni dolore
che incontro camminando
accolgo senza domande
con uno sguardo comprensivo
soppesandone il male interno
Mi chiedo da quanto lo portano sulle spalle
Da quanto gridano
-amo la delicatezza-
ma ella non appartiene ai loro sogni
è pregiata come polvere di stelle
ma unica come i tuoi occhi
Vedo una bimba
Al paese dei balocchi
una bimba felice
cercava la gioia
come la lince una preda
Una cascata di sentimenti
travolse il suo umore
portandola a casa
Sola e se stessa
Era un fiore denutrito
pronto a spezzarsi se nutrito
Nominando doni
Quante anime
si perdono nel buio
perdendo i petali del loro mantello
Periscono senza ragione
il tempo rubò la loro bellezza
in sorte di sapere
E quanti conferiscono nome
a sconosciuti eventi
senza sapere da quale galassia
siano stati creati
Ignari del dono violaceo
che fu consegnato ad altri occhi
E quanti giovani artisti
sperano di volare
nelle famose dicerie di antichi
immaginando di essere ricordati
da menti superflue
quanto vecchie
Rincarnandosi nell’ essenza
dei loro cuori
un tempo amori
L’infinita speranza
Se i nostri attimi migliori durassero
potrei viverti.
E invece continuo a sognarti,
senza vedere una fine
nei miei occhi che sanno patire.
Lascio viaggiare l’immaginazione
padrona della mia migrazione.
Seguo quella debole luce
pronta a spegnersi in un secondo,
e in un millesimo
mi hai mostrato il mondo.
Speranza e fiducia sono sorelle
nella mia anima pura da te illusa.
Erosione si manifestó
in tempeste di lacrime gridó-
Te ne vai cosi
senza lettere o sguardi
cosi mi lasci ai miei impavidi traguardi-
Nella tenda si ritiró
e nella nebbia scomparse.
Il lutto
Mi impressionava ogni giorno-
sempre era di colore diverso
come se in quell’istante si spaccasse il cielo e liberasse l’inferno.
Mi ardeva, l’ oscurità,
mi assaliva in sogno;
e ancora si rattristava nel mio sguardo
ad ogni raggio al mattino.
Credevo le persone tempeste-
violente ma nulla rispetto a lei.
Con questo Madre Natura perse la mano,
e la lanció nell’oceano.
Il giorno dopo la disgrazia
successe piú spesso.
Lei veniva con forte impatto
armato il cuore si difendeva,
scudo e spada combattendo.
La Natura indifferente continuava,
la sua camminata
senza badare o prestar attenzione
ai nuovi fiori sbocciati,
come se volesse ostentare la felicità
ai miei occhi sbarrati.
Fragile anima
Quando la mia anima
avrà sofferto fino al limite
ti verrò a cercare
Non esitante come la prima volta
ma coraggiosa e spavalda
come lavanda.
Delicata e spensierata sarò
quando le mie mani
stringeranno le tue.
E so che sarai casa
quando i miei muri si annulleranno,
mostrandomi ciò
che ho perso nel tempo
che all’impazzata correva,
senza aspettare il luccichio
o l’amore della sua vita
sperando nel mito.
Le anime trovano sempre
il modo di incrociarsi ancora.