Raccolta di poesie “Il filo rosso”
Tu
Tu
Pronome personale ma non è!
Racchiude un mondo, un viso, una voce.
Una carezza mai data e un abbraccio
come fanno i rami degli alberi.
Aspettavi calore, linfa e luce tra le fronde
ma i sentieri della vita sono lunghi e poi tortuosi.
S’incamminano a mo’ di radici, fanno giri enormi e si ritrovano.
Una mamma, un papà, un amore.
Sono melodie dell’estate che non muore mai
lasciano vuoti e scrivono attese.
Là incidono malinconie e frasi del passato mai andate.
Quando dentro sei possente, bello di bellezza raggiante e unica,
quando ideali e valori, gesta, seminano l’essenza del vivere.
Quell’arbusto vive.
C’è tempesta, sono gli autunni ciclici,
ecco fiori spuntano all’alba.
A te Mimì
Ci son persone che fan tanto rumore dentro
gli passi accanto, le ascolti, gli dai consensi e le applaudi.
Sono primule nel deserto, che hanno note colorate
con sfumature che non possono essere udite né apprezzate.
Vengono da altri mondi
quelli delle luci sottili e delle canzoni intonate
dove la musica la odi un poco dappertutto.
E’ quella dell’anima lieve
che canta e ama sempre
mentre respiri e posi il tuo sguardo,
sui campi della gentilezza e del candore.
Quando vorresti trasformarla questa terra
a tendere la mano ogni volta.
Ma….
Gli uomini non cambiano.
Eccelsa nel cuore e delicatamente immensa al sole,
resti.
Restano anime come te
che dipingono ancora scie d’autore.
Grazie Mimì
Odi sussurrate
L’artista di penna è tornata.
E così strana la vita,
passi una vita intera
nel rifugio di cristallo e la scarpetta non arriva.
Pennellate di colori e lenti sospiri,
sogni e pensieri stretti al cuore.
Quando il turbinio delle tempeste passa e va,
l’incantesimo è rotto.
Non dipingi più, vorresti afferrarla quella pallida realtà.
E ti sembra vero il giro di muse e canti
che danzano.
Portano lievi carezze, si mimetizzano.
Tra giostre di risate e specchi di occhi che si riflettono.
E’ la casa dell’anima tua
non dell’altra.
La verità è chiusa là nelle righe del poeta che gioca e sa.
Ancora.
Rallentiamo umani
Ti svegli un mattino
il cielo è grigio: nubi fitte s’addensano
e risuona all’orizzonte un allarme forte.
La Terra trema, i grandi del pianeta urlano.
Quasi si odono versi da “quel ramo del lago di Como”.
Epidemia, Pandemia!
E’ così che ricordiamo la famosa peste dai libri di scuola.
Sogno o incubo, pare più un film di paura.
Il mondo intero è chiuso in casa e folle impazzite
a fare scorte tra scaffali.
Quasi pilotati, ai palazzi si cerca di tamponare.
Arrivano i vaccini.
Allora lunghe file mascherate e cala il sipario.
Al grigiore di quei binari che tolgono dignità e vita
quando carovane fischiano.
Al sibilo dei migranti.
Al suono di sirene ed è guerra nuovamente.
Le onde del mare confondono voci di chi non ha più voce
e poi le uniscono all’unisono: diventano coro.
Il secolo dei diritti riappropriati e il tonfo della persona.
Dov’è più onore? Dov’è più rispetto? Dove l’onestà?
Che sono pari opportunità?
Madre Terra eleva, ascolta, accomuna le nostre umanità.
Nel silenzio di bambini
negli occhi lucidi di un vecchio
nella mano di una donna.
Fermi.
Le mamme
La mamma è un poco come il papà.
Ti sorride, ascolta, sopporta in silenzio.
Lavora, è presente.
Piange in disparte per non farsi notare,
mette da parte il salvadanaio delle proprie fatiche.
Sacrifici per le sue figlie.
Fa la spesa e le basta il minimo indispensabile
Mangia quello che trova.
E assomiglia al tuo papà,
quando non compra un maglioncino
e non va alle feste,
ma attende ai piedi della croce per una preghiera.
Quando ti accorgi che è importante?
Quando poi assapori le note di occhi dolci
o mani tenere?
Quando lei la tua mamma non c’è più.
Quando ha preso il sentiero
del tuo papà,
e finalmente sono felici insieme.
Ma quanta assenza, quanti vuoti.
L’imponenza e l’umiltà insieme dei valori testimoniati
e dell’amore donato ogni volta.
Grazie di essere stati miei genitori. Unici.
Questa è la mia verità.
La ruota gira
Un tempo sfogliavamo i fiori,
margherite timide scucivano strappi
a ritmi cadenzati:m’ama non m’ama.
Erano ancora i sogni ubriachi
della bella gioventù.
E girava,
la ruota girava.
Il gaudio genuino,la sobrietà della fede!
Quando hai fiducia quei petali morbidi
ti baciano con coraggio nella girandola.
Siete voi fanciulle e donzelle di oggi
i pionieri di un tempo che fu.
Gli attori del reale
a cui abbiamo lasciato schermi digitali
che ruotano impazziti tra selfie,tic toc
faccine e finte informazioni.
Nel carillon della vita
siamo stati bravi
a illudervi col benessere.
Perché non sapevamo più cosa fosse la meraviglia.
Troppo facile disinnescare la miccia dell’amore,
perché non volevamo più essere amati.
Ci vuole impegno.
Voi ragazzi e ragazze a dare ancora
il sapore e l’ubriachezza delle emozioni.
Voi oggi il girasole che ruota:è vita.
L’odore del mare
C’è sempre un colore azzurro
sulle pagine di giornali
tra quartieri sbandierati,sui murali
orologi d’oltralpe,tra vicoli e lungomare.
Le domeniche trascorrevano già così:
cori,sventolii,mostri d’annate,numeri targati
e campioni che già venivano dall’eternità.
Un calcio ad un pallone e magie scritte sull’erba.
Sono i profumi della gente che canta
e si stringe al luccichio di un brivido nuovo.
L’odore del mare.
E il tempo non conta:tra un campetto o rettangolo
sedioline sbiadite e fumi antichi.
Il tabellone già segnava,
c’erano occhi d’un tempo
gli stessi sorrisi ed una pacca sulla spalla.
Vincere è questo!
Alzare un trofeo al cielo
e riconoscersi campioni della vita
Con un papà,un nonno,un dieci.
È la stessa gioia e felicità.
La luna
A te luna
che prometti
e non mantieni!
Lo vedi
il mare
che fluttua?
È dal principio degli albori
che le terre oscillano
e tremano.
Dall’alto osservi
e reggi i fili.
Quasi come un quadro
alterni giorno e notte
e mandi baci
a stelle e costellazioni
nell’ellisse
del firmamento.
L’uomo scempio
ha caricato di fardelli
il genere umano
quaggiù
e adesso non ci si fa più.
Aiutaci e pensaci tu.
Il filo rosso
Dove sei? Un filo tiene!
Come la luna sta alle stelle e il sole alla terra,
lo mantengo stretto.
Quanto dista il cielo,
quanta anima si libera a mare
così il filo rosso racconta
Si ripete.
Sembrano favole e novelle, solite sonate,
frasi fatte, sinfonie d’orchestra.
Il rosso è passione, è calore, è senso del sentire.
Quando si appiccica per diventare trama,
ogni volta il filo rosso stende verità dell’anima.
E fa giri ingarbugliati.
Su scale sacre, nella sabbia, dentro note,
nei cuori che hanno amato.
Il filo rosso
Poesia quotidiana che dà nome e si firma.
Il mio cielo
Se il cielo potesse parlare.
L’iniquità dell’uomo non ha confini,
la scelleratezza.
Povera ottusità!
L’animale intelligente ha stravolto i piani e capovolto l’asse terrestre.
La realtà è diventata finzione,
gli unici veri ricchi son rimasti poveri
il brutto anatroccolo è diventato bello
la voce del vento.
L’Infinito che ritorna
E fa pace con la sovranità.