Angela Bodeo - Poesie e Racconti

ERAVAMO RAGAZZE D’ESTATE

 

 

Eravamo ragazze d’estate

mille sogni, nessuna sconfitta,

non bastavano tutte le stelle

a raccogliere miti e segreti.

 

Ora siamo le donne d’inverno,

le sconfitte non negano i sogni

e le stelle ci guardano immote

conservando i segreti per sempre.


 

 

IL RE E’ NUDO

 

Mi guardano senza toccarmi

le facce vuote dell’ipocrisia.

 

Tristi volti di chi non ha scelto

mai altro che il comodo inchino.

 

Mestamente con pena le osservo

mentre affinano giochi e bugie

 

e non sanno che il loro vestito

mi appare qual è:

 

il  Re è nudo.


 

 

E’ UN FILO

 

E’ il tuo destino:

 

cammina sul filo,

afferrane un capo,

libra l’aquilone,

annodalo ad altri,

tendilo al punto che

si possa spezzare.


 

FRAMMENTI   DI ALFABETO (un viaggio guidato nel mondo della Cooperazione sociale)

 

LETTERA A

ALFABETIZZAZIONE

Bisognerebbe trovare il genio che ha coniato questo termine e riempirlo di legnate… ma dargliene proprio tante!

Probabilmente si tratta di un sadico, di una persona dall’animo crudele intenzionata a scoraggiare qualsiasi alunno straniero dall’apprendere la lingua italiana.

Il bambino pensa: se solo l’intestazione del mio quaderno è così difficile da pronunciare e da scrivere, quanto sarà mai complesso apprendere questa lingua!

Sulla pronuncia ce ne sarebbero da dire!!! Fate pronunciare il termine ad un indigeno bresciano, la cui poca disinvoltura nella pronuncia della zeta è legata al fatto che nel dialetto bresciano è una lettera che non esiste (come la erre per i cinesi).

Quanto poi a scrivere la parola, sappiamo tutti che con le zeta è sempre un problema : si corre spesso il rischio di abbondare, o al contrario di scarseggiare nell’adoperarla

LETTERA B

BILANCIO

Bilancio non è il maschio della bilancia, anche se la radice etimologica del termine pare li voglia associati.

Bilancio è una creatura mostruosa con il corpo simmetricamente suddiviso in una parte rossa e una blu.

I suoi occhi sono enormi, gelatinosi e fluorescenti.

Egli popola le notti insonni dei Consiglieri di Amministrazione, insinuandosi anche nei sogni.

Di giorno si nasconde negli uffici, con una predilezione per gli ambienti occupati da Presidenti , Dirigenti, Direttori del Personale.

Se vi capita di essere nell’ufficio di un Dirigente, con la giusta luce, specialmente al tramonto, potreste scorgere gli occhi di Bilancio, che si rannicchia nell’angolo a sinistra dell’armadio a vetri.

Esso diventa più aggressivo nei mesi di giugno e di dicembre, quando, a fronte di un bisogno maggiore di cibo, trova scarse opportunità di nutrimento.

La caratteristica saliente del suo corpo, è che la parte di destra si alimenta con le entrate, e la sinistra con le uscite.

Accade quindi molto spesso che il corpo di Bilancio sia sproporzionato: opulento nella parte sinistra e smilzo nella parte destra.E’ questo il motivo che rende Bilancio tanto aggressivo e famelico: come tutti gli esseri viventi egli aspira all’equilibrio psicofisico, vorrebbe condurre  una vita normale, giocare a calcio, lanciarsi nel vuoto con il bungee jumping, trovare una compagnia per la vecchiaia.

Bilancio non è cattivo di natura: è la società che lo rende così.

LETTERA C

CURRICULUM

Curriculum è un documento molto importante, che una persona produce e diffonde quando è alla ricerca di un impiego.

Spesso è un romanzo di fantasia, nel senso che la creatività innata degli umani riesce a farne un documento dai contenuti drammatici, satirici, esilaranti e, talvolta, un tantino inappropriati.

Curriculum può essere corredato da una fotografia: non sempre questo è un vantaggio per chi lo redige.

Non è necessario inserire in un curriculum da proporre a un servizio educativo una foto da copertina di Vogue o Vanity Fair: di solito nei nostri servizi non si lavora in bustier attillati e smanicati.

Le foto migliori sono ritagli che portano su un lato un pezzo di naso, un’orecchia, un pezzo di braccio, magari dell’amica, dell’amico, dei fidanzati, eliminati all’uopo.

Qualcuno inserisce nei curricula che, prima della laurea e/o del diploma ha frequentato sia le scuole medie che le elementari (con tanto di indirizzo dei relativi Istituti)… precisazione sostanziale, che allunga il documento di almeno 4 righe.

C’è chi indica tra le referenze che il fatto di essere madre la fa ritenere di essere assolutamente adatta a lavorare con i bambini, in quanto “avente esperienza nel campo”.

C’è anche chi indica  per quante ore e in quali giorni della settimana sarebbe disposto/a a lavorare… (un esempio: il lunedì dalle 9 alle 11, il mercoledì dalle 14 alle 16 ecc.) Come si può non pensare immediatamente di  costruire un servizio ad hoc intorno a persone così precise?

Curriculum è un documento assai pericoloso, e l’autocertificazione consente l’inserimento di dati assolutamente di fantasia.. salvo magari dimenticare di scrivere il cognome o dare riferimenti telefonici , mail o indirizzo… cioè di essere rintracciati!

LETTERA D

DICEMBRE

Dicembre è un mese dell’anno, ma è soprattutto “quel” mese dell’anno in cui accadono fatti straordinari”, tra i quali l’edizione del calendario per l’anno successivo.

Ciò che a dicembre dev’essere ultimato ha in genere un periodo di gestazione di circa 2 mesi, ma non è una gravidanza semplice, né un parto indolore.

Si tratta di trovare la formula giusta per colpire il segno: il vestitino migliore, economico ma d’effetto, i principi da trasmettere (l’educazione della creatura che prende forma), un corpo ergonomico… insomma non è come dirlo!

Chissà se il signor calendario Pirelli ha le stesse preoccupazioni… beh forse no, dato che i vestitini proprio non li considera, e l’unico messaggio che deve trasmettere riguarda la clientela allupata delle officine meccaniche, o in alternativa addobba la cabina di un TIR!

LETTERA E

EDUCATORE

L’educatore maschio è una specie in via d’estinzione, purtroppo meno tutelata delle balene spiaggiate o dei tonni dalle pinne gialle.

Un’analisi sociologica rivela che la visione pubblica di chi sceglie di svolgere la mansione di educatore, afferisce secondo gli intervistati a 2 categorie:

  1. Giovani dotati di vocazione religiosa, ma incapaci di rinunciare ai piaceri della carne, anche se poi magari i soli piaceri della carne di cui godono riguardano la fiorentina (intesa come bistecca),
  2. Gay, nella comune convinzione che, essendo il lavoro educativo un’attività femminile, lo possono fare solo uomini gay in quanto “donne mancate”.

Queste affermazioni ci fanno riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare in campo sociale.

Ciò che fa desistere i maschi da questa attività, o li fa rinunciare  spendendosi in altre carriere, è ancora una volta conseguenza della struttura sociale che vuole il maschio come maggior bottinatore  nell’economia familiare(benché le sagge api ci insegnino che il ruolo di procacciatore di alimenti può benissimo essere attuato dalle femmine).

I servizi educativi, specialmente extrascolastici, hanno la caratteristica della frammentarietà oraria, e la concentrazione degli impegni in un arco temporale limitato.

Ci sono poi fattori culturali che limitano l’accesso dei maschi ai servizi per la prima infanzia, come ad esempio i nidi.

Si  verifica così per il personale educativo una rosa di proposte lavorative che hanno in comune la caratteristica del part-time, improponibile per i bravi bottinatori.

Come salvaguardare la specie?

Per gli animali in via di estinzione si utilizzano dei microchip per monitorarne i movimenti .

Per gli educatori si potrebbe pensare ad un dispositivo per renderli riconoscibili, che ne so.. tipo una stellina gialla da cucire sulla giacca… ah .. mi dicono che è un metodo che è già stato usato, magari con un altro intento, ma di certo andrebbe a finire nello stesso modo.

 

LETTERA F

FAME

Il lemma ripetuto per 3 volte consecutive è la parola magica che trasforma la vista di un collega di cui non faremo il nome allo scattare delle ore 13,00. Di colpo il mouse assume l’aspetto di una coscia di pollo, i tasti del computer sono piccole deliziose tartine, lo schermo è un forno da cui possono uscire prelibatezze di ogni tipo…

Appare chiaro a questo punto che la produttività è minata, perchè la parola magica finisce per creare le stesse allucinazioni anche agli altri colleghi interpellati… basta che sia pronunciata e fa lo stesso effetto del peyotl.

L’allucinazione si spegne solo al raggiungimento di un desco imbandito, dopo un congruo ingerimento di sostanze alimentari.

Poi tutto torna normale.. fino allo scoccare delle 13 del giorno successivo.

LETTERA G

GARA D’APPALTO

La gara d’appalto è uno sport, attualmente in lizza con altri per essere ammesso alle Olimpiadi .

La gara consiste nell’arrivare primi in classifica ed ottenere un servizio, ottemperando al regolamento stabilito da arbitri molto severi, ossia gli Enti Pubblici.

La differenza sostanziale con  le altre gare olimpioniche consiste nel fatto che, mentre negli altri sport le regole fondanti sono stabilite una volta per tutte, modificate solo da accorgimenti tecnologici migliorativi, Le Gare d’appalto subiscono ad ogni tornata modifiche sostanziali  nei regolamenti.

Al fine di selezionare in termini darwiniani la specie “Cooperative”, si introducono degli step a causa dei quali si è costretti talvolta a rinunciare alla partecipazione.

Per il futuro si prevedono modifiche quali:

  • Richiesta di personale che abbia al massimo 25, una laurea (ovviamente magistrale), e 10 anni di esperienza nei servizi educativi. Vi sembra impossibile? Basta che l’educatore dimostri di essere stato utente di servizi educativi, e si va a cumulare la sua esperienza.
  • Gara dedicata a cooperative che abbiano la loro sede in una via la cui iniziale sia F: ok stavolta ci è andata bene!

Per quanto noi si possa procedere nelle previsioni, nulla supererà mai  la colorata fantasia degli Enti nel trovare regole nuove, quindi speriamo di arrivare in forma alle prossime Olimpiadi.

LETTERA I

INFORTUNIO

Chi non lavora in un servizio educativo fatica a capire come ci si possa infortunare in una scuola, in un asilo, in una casa.

Noi sappiamo bene che il pericolo è sempre in agguato: si pensi ad esempio ai morsi a cui sono abituati gli ad personam, corredati talvolta di graffi (con unghiette non proprio da manicure), al colpo della strega che piega gli assistenti agli anziani quando devono sollevare matrone sopra il quintale…

Non vanno trascurati nemmeno gli attentati per gli Assistenti Domiciliari: siete certi che sia sano accettare il dolcetto che vi offre la mamma del bambino che seguite a  casa?

Attenzione: se si tratta di un cantuccio alle mandorle potrebbe contenere del cianuro di potassio!

 

 

LETTERA M

MATERNITA’

A Monterchi, paese natale della madre di Piero Della Francesca, si può visitare il museo che contiene 1 sola opera: la Madonna del Parto.

Da tutto il mondo le coppie con difficoltà di procreazione si recano in questo sito per affidarsi alla rappresentazione della Madre celeste, perchè pare sia di buon auspicio.

Sappiate che  la nostra Cooperativa con i suoi nidi supera statisticamente i “miracoli” del dipinto toscano.

Se l’incidenza di maternità nei servizi educativi in generale si aggira attorno al 10% delle dipendenti  in età fertile, nei nostri servizi educativi siamo al 15%, e la percentuale cresce in termini quasi geometrici se osserviamo i nidi: 30%!!!!

E’ sufficiente che un’educatrice inizi a lavorare in uno dei nostri nidi, o venga trasferita da un altro servizio ai nostri asili e immediatamente scatta la gravidanza!

Altro che miracolo della Madonna del Parto!!! Qui i miracoli sono gratuiti, anzi si è miracolate e retribuite.

Vorrei sottolineare che le percentuali da me indicate, non essendo fornite dal mio idolo Renato Mannheimer, sono di dubbia attendibilità, ma poco importa: la realtà è sotto gli occhi di tutti!

 

LETTERA N

NIDO

Perchè il Nido (asilo nido) si chiama così? Studi recenti in campo etologico fanno risalire l’origine del nome ad una disputa avvenuta  in Germania sul finire del 19esimo secolo.

E’ ormai risaputo che i bambini vengono portati dalle cicogne, e che esse, essendo uccelli, vivono in abitazioni chiamate Nidi.

Automatico direte voi, ma non è proprio così.

Un gruppo di contadini della città di Monaco, grandi allevatori di cavoli, verso la metà dell’Ottocento si oppose al sindacato delle cicogne di Colonia che, forti del numero di bambini da loro depositati nelle case, ritenevano di poter dominare il mercato dei lieti eventi, disturbato dalla discreta manciata di bambini nati sotto il cavolo.

Dopo una disputa durata circa 5 anni le cicogne vinsero il ricorso in tribunale, e fu loro attribuito il diritto di definire i luoghi che ospitavano i bambini da 0 a 3 anni “Asili Nido”, ricavando anche una percentuale sull’uso del nome ogni volta che si apriva un nido (la legge è tuttora in vigore, e entro il 2014 sarà Legge europea).

Per questo motivo esistono gli Asili Nido mentre non ci è pervenuto alcun dato sugli “Asili Orto”.

LETTERA P

PRESIDENTE

Al fine di edurre soci e lavoratori delle Cooperative  ed evitare loro spiacevoli malintesi, rendo pubblico il decalogo del Presidente:

  1. il presidente  non dorme:medita;
  2. il presidente non mangia: si nutre;
  3. il presidente non sbaglia: assume una prospettiva differente rispetto agli altri;
  4. il presidente non grida: assume un tono incisivo;
  5. il presidente non giudica: esprime considerazioni oggettive;
  6. il presidente non arriva in ritardo: si intrattiene;
  7. il presidente non va in vacanza: esplora nuove prospettive per la coop in luoghi diversi;
  8. il presidente non va a fare shopping: controlla il mercato;
  9. il presidente non mente: omette verità che potrebbero turbare i suoi sottoposti;

 

  • il presidente non ha vizi: non ne ha il tempo.

 

LETTERA Q

QUALITA’

La qualità di un servizio si misura attraverso il livello dei servizi erogati.

A differenza delle scienze esatte non esiste un’unità di misura universalmente accettata per definire la questione.

Si desume quindi che i certificatori della qualità debbano possedere doti soprannaturali per comprendere quali indici siano da analizzare per giungere all’ottimale.

E’ proprio così: l’ispettore della qualità non è una professione che una persona sceglie: chi svolge questa attività nasce già così, ed è in grado di leggere nel pensiero, possiede una vista a raggi x ed ha un olfatto ipersviluppato.

Gli ispettori della qualità vivono tra noi, ma non sono come noi.

Non esistono al momento cure per evitare che un bambino sviluppi la propensione a diventare un ispettore della qualità, ma un genitore informato potrà aiutare il figlio a crescere sereno nonostante questa anomalia.

E’ importante quindi cogliere nei figli i segnali che indicano che in futuro la creatura generata con tanto amore potrà assumere i tratti del certificatore.

Tra i segnali più comuni:

  • Ancora molto piccolo, il bambino mostra avversione per i giocattoli non recanti il contrassegno CE. Davanti ad un peluche o un trenino non conformi, il bambino si mostra diffidente, rifiuta il contatto fisico con l’oggetto.
  • Davanti alla tavola imbandita il bambino non tocca pietanza finchè i familiari non gli illustrano la tracciabilità della filiera da cui provengono gli alimenti.

Non dobbiamo comunque dimenticare che “i figli so’ piezz’ e core”, quindi un genitore amerà sempre il proprio figlio… anche se è un ispettore della qualità.

LETTERA R

RAGAZZO

Secondo la definizione del Sabatini- Colleti, dizionario della lingua italiana, dicesi RAGAZZO chi è:

Uomo giovane di età compresa fra l’adolescenza e la giovinezza, adulto di scarsa maturità o di animo giovanile,figlio ,fidanzato,garzone di bottega.

Nella realtà il termine è abusato, tanto che i nostri figli ci guardano basiti se diciamo “esco con le ragazze” e poi esse si rivelano 50enni .

Così il ragazzo del bar magari è uno che ha fatto il ’68, e le ragazze delle paghe sono diventate nonne da poco…

Forse è per questo che gli adolescenti, in forma di reazione, chiamano gli amici  e coetanei “vecio” e “vecia”!!!!

LETTERA S

SEGRETERIA

La segreteria è il porto di un servizio, dove afferiscono gnomi e folletti, creature fantastiche, supereroi ed educatori.

L’impassibilità del personale di segreteria è ammirevole: anche davanti a Godzilla mantengono l’aplomb, filtrando gli appuntamenti e evitando talvolta che i coordinatori e i dirigenti vengano eliminati fisicamente da personaggi che per motivi loro ce l’hanno con il mondo.

Le educatrici di alcuni servizi sono un po’ intimorite dal giovanotto della segreteria, perchè dicono che è troppo serio… vorrei rassicurarle perchè in realtà è una persona gioviale, ma il ruolo richiede un certo stile.

Aggiungo che, per chi fosse interessata, secondo le ultime informazioni raccolte il segretario è single.

LETTERA T

TEMPO

Gli inglesi possiedono due diversi lemmi per definire il tempo atmosferico – weather- e il tempo in termini di quotidianità -time-.

Nonostante la sua ricchezza, la lingua italiana definisce con lo stesso termine i due valori.

Questo dà adito ad una serie di ambigui giochi di parole e modi di dire.

Se un collega al rientro da una vacanza vi chiede: “Che tempo fa?”, non è perchè riconosce in voi le abilità di un novello Giuliacci. In realtà vuole chiedervi: “Come vanno le cose in ufficio, come funzionano le relazioni tra le persone ecc.”

Nei servizi educativi la parola “tempo” è molto usata: tempo prolungato, tempo per le famiglie, banca del tempo…. si tratta di dare valore ad un concetto assai labile nella sua durata, che qualche volta ci fa sbarellare di brutto.

Il tempo è percepito come infinito ad esempio in attesa dell’esito di un bando di gara, mentre nella preparazione del progetto scorreva con troppa velocità.

La tempistica rappresenta il periodo che ci si dà per elaborare un prodotto, ed è un dato spesso soggetto a proroghe e variazioni.

Temporeggiare significa prendere tempo, e ciò che per alcuni è una perdita di tempo è vissuto da altri come uso creativo del tempo stesso.

Il temperino non ha alcuna connessione con i termini precedenti.

LETTERA Z

ZERO

Cos’è lo zero? E’ un numero? Una quantità? Un’entità?

Dipende!

Lo zero può portare a momenti di esaltazione ed altri di annichilimento. E’ un elemento importante quindi della sindrome bipolare che in misura variabile appartiene a tutto il genere umano.

Se dicessero alla collega responsabile dei nidi che i posti ancora da occupare nei nostri nidi sono pari a zero, festeggerebbe senza dubbio.. magari coronando la giornata con un paio di Louboutin tacco 15.

Se la collega della contabilità dovesse comunicare  al CDA che l’attivo dell’azienda è pari a “Zero” di certo non lo farebbe accompagnandolo con tartine e prosecco..

Lo zero ci perseguita fin dalla scuola, in particolare nella sua accezione negativa (uno zero non lo recuperi più!) a meno che non rappresenti il numero di materie da riparare a settembre.

Essere uno zero significa non contare nulla, ma avere zero difetti fa di ognuno di noi un supereroe.

Zero può significare un debito estinto, ma anche la non disponibilità monetaria sul conto corrente.

E poi c’è Renato Zero, che è una disgrazia, ma è apprezzabile il fatto che abbia scelto uno zero come nome d’arte… basta che non canti e tutto va bene.

 

 

Ricama la storia

che vuoi per la vita.


 

28 MAGGIO

1974

 

UN BOATO

E NULLA PIU’

 

LIVIA BOTTARDI MILANI

 

Un boato e nulla più.

Le pagine della mia vita

d’un tratto polverizzate .

 

Non più quelle gocce fastidiose

a insistere sul viso

mentre mi avvicinavo

per ascoltare meglio.

 

Non più il profumo del gesso,

non più le lezioni preparate,

le discussioni.

 

Non più i miei ragazzi.

 

Un attimo prima ero lì

e poi

il silenzio

nel frastuono

perchè

per me

scomparso il rumore,

scomparso il tutto.

 

GIULIETTA BANZI BAZOLI

 

Adieu mes cher enfants.

 

Nemmeno il tempo di una carezza,

nemmeno un sorriso.

 

Solo il vuoto.

 

I miei bambini

a casa aspettano,

ma non tornerò.

 

I miei studenti

si guardano in silenzio

e sanno

che non tornerò.

 

Avevo una casa,

avevo un mondo,

avevo un ideale.

 

Ora non ho più nulla.

 

CLEMENTINA CALZARI TREBESCHI

 

Si era detto “per sempre”

e per sempre sarà.

 

Uniti

nella vita e nella lotta.

 

Uniti

mio caro sposo

su questo selciato,

in questa piazza bagnata.

 

Potevamo ancora lottare,

potevamo ancora volare.

 

Invece

è tutto finito.

 

Una lapide

ricorda i nostri nomi.

 

Saranno i nostri cari

a ricordare noi.

 

ALBERTO TREBESCHI

 

Io so

cosa è una bomba.

 

Io so

quale principio

muove l’innesco.

 

Io so

quali effetti

produce un’esplosione.

 

In teoria

tutto questo

so.

 

Ciò che non immaginavo

era che sarebbe finita qui

con Clem al mio fianco.

 

Dilaniati

dalla ferocia di chi

al rispetto

per l’ideale altrui

antepone

la brutalità

nell’illusione

che

un boato

possa

uccidere un’idea.


EUPLO NATALI

 

Tic tac tic tac

gli orologi di mio figlio.

 

Tic tac tic tac

l’orologio di una bomba.

 

Tic tac tic tac

le gocce di pioggia sul mio ombrello.

 

Tic tac tic tac

 

Silenzio

 

Il boato

 

Sto male

sto male.

 

Tic tac tic tac

gli ultimi battiti del mio cuore

 

e poi

eterno

silenzio.

 

LUIGI PINTO

 

Me ne vado

Ada.

Stavolta

me ne vado da solo.

 

Abbiamo attraversato

la penisola

insieme.

 

L’ultimo viaggio

sarà

senza di te.

 

Non era previsto.

Ti ho detto che sarei tornato.

Non ho potuto Ada.

 

Il male mi ha trattenuto.

La furia omicida mi ha stampato sulla terra

fredda

bagnata.

 

Nel dolore

ho rivisto

il caldo sole del sud

e i tuoi occhi di ragazza

disposti

a seguirmi.

 

Non ti ho portata lontana Ada,

non ho mantenuto le mie promesse.

 

Non ho potuto Ada.

Faceva troppo freddo.

 

BARTOLOMEO TALENTI

 

Questa volta ho perso.

 

L’arbitro ha fischiato da lassù,

oltre la pioggia e le nuvole.

 

Nemmeno il tempo di capire

ed ero solo materia

sparsa sulla piazza.

 

Il nemico ha segnato un punto,

ma non c’è nulla da applaudire.

 

Io non avevo finito,

tante cose ho lasciato da fare.

 

Il destino dicono.

 

Vigliaccheria dico io,

di un avversario

che non mostra la faccia,

spietato e crudele.

 

VITTORIO ZAMBARDA

 

Compagni

Amici

vengo a raggiungervi.

 

A me

è toccata la pena

di sapervi già andati.

 

Dolore

per le ferite insanabili del corpo.

 

Dolore

per le cicatrici indelebili sul cuore.

 

Vi ritroverò

in quel mondo eterno?

 

Sarete ad aspettarmi

per ricordare insieme?

 

Sarò nel nulla eterno?

 

Compagni

Amici

fatemi posto

in mezzo a voi.



-1-

 

Accade spesso che gli studenti migranti perpetuino il loro continuo andare, legati indissolubilmente alle scelte familiari, vittime inconsapevoli di un destino di fuga.

Succede così che spesso si costruisca con questi ragazzi un ponte per comunicare, che si attuino delle strategie per conquistare la loro fiducia, e quando sembra che la fragile infrastruttura su cui poggiare il dialogo abbia raggiunto un minimo di stabilità, ci si ritrova davanti un banco vuoto, una fuga nella notte, per una vita di clandestinità.

 

L’ETERNO ANDARE

 

Di quanti sorrisi è fatta

La terra del Catai?

 

Arrivasti

Con la neve candida dell’inverno,

ma già

non potei scorgerti

tra i primi boccioli della primavera.

 

Retata!

Polizia!

Fuga!

 

Quante altre volte prima,

quante altre volte ancora?

 

Forse

questo è il destino

degli

ambasciatori di sorrisi:

perenne fuga

e

imparare in più lingue

a chiedersi: “PERCHE?”

 

 

-2-

 

Ci  sono bambini e bambine che nascono in Italia da genitori stranieri, ma immediatamente vengono affidati ai parenti nella Terra d’origine, e riconsegnati ai genitori quando sono ormai adolescenti. La legge definisce questo movimento “ricongiungimento familiare”, ma in realtà si tratta di un disgiungimento, perchè  questi ragazzi si trovano a condividere la quotidianità con perfetti sconosciuti.

Sono adolescenti con storie misteriose alle spalle, e mostri dentro il cuore che non si possono narrare. Alcune delle ragazze portano i segni di una sessualità precoce,  già consumata in rapporti mercenari che perpetuano nella nuova patria , generalmente per contribuire a soddisfare i bisogni delle famiglie.                                          

 

PELLE D’EBANO

 

Dove sei

Pelle d’ebano

Quando il tuo banco è vuoto?

 

Dove vaga

il tuo pensiero

quando mi dici:

“Ho capito!”

e non è vero?

 

Forse sui viali alberati

Fra Accra e Kumasi,

macinando la nostalgia

degli amici perduti

 

Forse davanti a una TV

col magico satellite

che ti avvicina

all’Africa lontana

 

O forse

a lato di una strada,

consapevolezza precoce

di quanto può costare

un corpo di donna

 

 

-3-

 

Con alcuni studenti si costruiscono rapporti speciali. Nasce un’ empatia che vive al di là delle differenze etniche. E’ un rapporto originato dai sorrisi, basato su un profondo rispetto e stima reciproci. In questo caso si tratta di uno studente che ha affrontato una lunga “fase del silenzio”, durante la quale la comunicazione era fatta di sguardi. Poi, come spesso accade, un giorno è nata la parola, ma il codice comunicativo degli sguardi è rimasto a suggellare un patto.

 

UN VENTO LEGGERO

 

 

Certi venti arrivano piano

annunciati da brezze leggere,

così  tu compassato e in silenzio

hai portato il tuo cuore d’oriente.

 

I tuoi tempi ora sono maturi

E parliamo con nuove parole.

 

Taciturno hai guardato la vita,

ora sai, e dai nomi alle cose,

di me vuoi sapere,

di te mi racconti.

 

Le conquiste più grandi son fatte

di granelli di riso e sorrisi

 

 

-4-

 

 

Il primo studente che ho incontrato come educatrice interculturale ha lasciato in me una traccia indelebile, anche perché il mio rapporto con lui si è arricchito nel corso del tempo, caratterizzato da alterne vicende che ci hanno visto talvolta in conflitto, in altri casi compatti e schierati. Nel corso degli anni abbiamo collaborato in diverse occasioni, ma la rabbia adolescente non trova pace.

 

 

IL PRIMO

 

Tutto è cominciato con te,

il più rabbioso,

il più polemico

però…

…intelligente, curioso,

ansioso come sempre

di correre più forte

delle tue stesse gambe.

 

Ora la lingua è acquisita

Ma ben altre ferite

Aspettano il lenitivo del tempo:

il senso di certe ingiustizie,

la famiglia amata ed odiata,

un futuro incerto e nebuloso.

 

Come allora,

come il primo giorno

ci sarò.

 

 

-5-

 

La scelta di migrare può scaturire da tante motivazioni: la fame, la guerra, ma anche il desiderio di rivalsa nei confronti di un destino che non si vuole percepire come ineluttabile. Questo conduce talvolta il migrante a nutrire aspettative straordinarie rispetto al luogo d’approdo, ma i ricordi non si possono eliminare con un biglietto aereo…

 

LA VALIGIA

 

Il peso che

Ti trascina verso il basso

È la valigia

Ingombrante dei ricordi.

 

Ti avevano detto

Di un mondo migliore

 

Hai sognato per notti

Una scuola più bella

 

Hai sperato per giorni

In amici più cari….

 

Ma adesso….

Perso in questa nebbia fredda

Che nasconde persone e pensieri

Non hai nessuno

A cui

Parlare

Di te.

 

 

-6-

Ci sono ovunque adolescenti arrabbiati, ma chi viene strappato agli amici e agli affetti lo è ancora di più. Con questi ragazzi trovare un punto di contatto diventa arduo, talvolta impossibile, ma i legami che nascono quando si riesce a condividere un mondo sono profondi e significativi.

 

LA RAGAZZA-RICCIO

 

In tua presenza

Potevamo parlare, ridere, scherzare,

ma non un cenno arrivava

dal tuo angolo di stanza.

 

Avvolta in te stessa

E gli indumenti da scudo

Uscivi dal silenzio

Solo per insultare.

 

Poi quel giorno…

Forse stanca di essere sola,

e il profumo dei fiori nell’aria,

e i miei complimenti per te….

 

Finalmente,

un sorriso,

due parole,

una luce

nel buio dell’anima.