Angela Maria Torrisi - Poesie

Il cantico delle creature corrotte

 

Messer fratello sole è diventato

un killer assai spietato,

 e per tenersi allenato

tutta l’ozonosfera ha bucherellato.

 

Trafigge la pelle di noi poveretti

dall’Antartide a Collesalvetti

coi micidiali raggi ultravioletti.

 

A dire il vero tutti gli altri elementi

non fanno mica tanti complimenti

nell’evitarci danni permanenti.

 

Sorella aria avvelena i nostri respiri

con i gas nocivi e le polveri sottili

elargiti da ciminiere e camini.

 

Rimodella poi gli architettonici stili

di monumenti religiosi e civili,

utilizzando anidride solforica a chili.

 

Da artista a botanico, l’aere non erra:

le alte dosi di CO2 fornite alla Terra

faranno di essa un’enorme serra.

 

Sempre più il termometro sale

e con esso il livello del mare.

Sparirà qualche specie animale,

ma è solo un danno collaterale.

 

Nostra madre Terra, in piena rottura,

i doveri di brava massaia trascura:

non prepara più barattoli di confettura

e si rifiuta di buttare la spazzatura.

 

Essa ormai ricolma di tanti e tali

rifiuti urbani, tossici e speciali,

ci nutre con frutti e vegetali,

arricchiti di particelle nucleari.

Sorella acqua non è più pura:

ama gli smalti e la tintura.

Di oro nero ha una continua fornitura.

per il nuovo hobby della pittura.

 

I fiumi e i mari sono pantani

ne sanno qualcosa i cormorani.

Nemmeno i pesci sono più sani,

come termometri li usano i gabbiani.

 

Le piogge acide sono così abili

nell’incidere acqueforti inestimabili,

che ai mercanti d’arte non bastano i contabili.

Peccato per le sorgenti non più potabili!

 

Il carattere delle creature certo è assai mutato

da quando San Francesco di loro ha cantato.

 

Ma, un momento! È arrivato un espresso.

Esse nessun reato han commesso: 

per quanto detto sopra c’è un reo confesso.

 

Uomo, perché hai contaminato

quello che Dio per te ha creato?

 

Corri ai ripari, forse fai in tempo.

Metti i filtri ai tubi di scappamento.

Fai la raccolta differenziata

e usa la carta riciclata.

 

Solo così non sarai un ingrato,

e Dio non avrà sbagliato

ad affidarti tutto il Creato.

 


 


Pioggia acida

 

Goccia dopo goccia

la pioggia disegna

linee taglienti

come lame sottili

che trafiggono

e avvelenano

il mondo.



Gocce di pioggia

 

La pioggia riga

il volto della Terra

con le sue gocce inquinate.

È il pianto disperato

di un pianeta in agonia

senza più la speranza

di un arcobaleno.



La pioggia

 

Non è l’antico scroscio

melodioso e vivificante,

ma un suono cupo di morte.

 

Dal cielo plumbeo

scendono lacrime nere

sui nostri volti pietrificati,

sugli alberi ischeletriti,

sulle città sepolte.



A Novembre…                     

                                                                                    (Sul pullman)

Solite facce

tristi e assonnate

ritrovo ogni mattina.

Mi siedo e intanto 

la città corre via.

 

Tra profumi e odori

di fumo, pane caldo, 

arancini, aglio e sudore,

Cinesi, Nigeriane e

Catanesi vanno al lavoro:

a scuola, in piazza, sulla via.

 

Alla radio la stessa canzone 

e tra noi tutti gli stessi discorsi:

scioperi, figli, problemi, malattie.

Tu mi guardi

e io fingo allegria, 

mentre fuori è novembre.

 

Dietro i vetri un paesaggio,

triste e spoglio, corre via.

Ma sul pullman “novembre

accende la città in un istante”.


Vita        

 

Percorro a fatica

un’irta salita.

Cado in burroni,

precipito in crepacci

e spesso mi impantano.

 

Riemergo ogni volta

con nuova speranza,

ma, giunta in vista

della vetta,

ripiombo nel vuoto

e la gioia si muta

nuovamente in tristezza.



Il sogno

 

Ti sognai.

Medicavo la tua mano ferita.

 

Al risveglio ripensai al sogno

e pensai a te, lupo solitario,

ai tuoi silenzi, alle tue fughe,

alle tue brusche premure.

Nel tuo cuore avevi forse una ferita

che solo io potevo guarire.

 

Mi illusi.

E d’improvviso mi innamorai di te.

 

Tentai di resistere all’amore,

ma le sue ondate mi vinsero 

prima di conoscere la verità.

La ferita adesso è nel mio cuore

e tu non potrai mai curarla.



Il viaggio

Di città in città,

di spiaggia in spiaggia,

libero la mente

e allargo il cuore,

sospendendo la mia pena.

 

Ma il viaggio finisce

e ritorno prigioniera.



Amore

 

Linfa vitale e

mortale veleno,

ti cerco e ti fuggo.

 

Ieri non potevo averti,

oggi non posso più sognarti.



Serenità

 

Mi sembra di raggiungerti,

ma un vortice di pensieri

risucchia il mio spirito.

 

Mi allontano e

ricomincia il cammino.


Il miracolo della natura

 

Un fiume si trascina

nel suo letto di morte.

Lacrime acide piangono le foglie,

sempre più pallide e rade.

 

Non cantano sui rami gli uccelli,

né guizzano i pesci nelle acque.

Più non ridono i prati, 

sempre meno solleticati dalle api.

 

Ma, dietro un anfratto roccioso,

appare un’incontaminata radura.

D’un tratto torna a sorridere il cielo.

Questo è un miracolo della Natura.


Il cantico delle creature inquinate

 

 

Per colpa dell’ozono bucherellato,

messer fratello sole è diventato

un killer assai spietato.

 

Sorella aria avvelena i nostri respiri

con i gas nocivi e le polveri sottili.

 

L’anidride carbonica nell’atmosfera

ha trasformato la nostra madre Terra

in una immensa serra.

 

Sempre più il termometro sale

e con esso il livello del mare.

Sparirà qualche specie animale.

 

Sorella acqua non sa cosa fare:

sono un pantano i fiumi e il mare; 

delle sorgenti è meglio non parlare.

 

Un uso improprio del regno animale

si aggiunge al disastro ambientale. 

 

Vacilla nella stalla la mucca pazza

e nel pollaio l’influenza impazza.

 

Uomo, perché hai contaminato

quello che Dio per te ha creato?

 

Corri ai ripari, forse fai in tempo:

metti i filtri ai tubi di scappamento; 

lascia la macchina, vai in bicicletta;

il protocollo di Kyoto accetta.

 

Solo così non sarai un ingrato

e Dio non avrà sbagliato

ad affidarti tutto il Creato.


Carrette del mare

 

 

Nel mare mezzo verde e mezzo azzurro

appare un barcone senza remi 

che pare dimenticato tra il vapor leggero.

 

 

E agghiacciante dal relitto viene

l’urlo d’angoscia dei migranti,

tra lo sciabordare delle onde

con tonfi spessi e lunghe preghiere.

 

 

Il vento soffia e scricchiola la zattera

e la guardia costiera ancora non arriva.

Quando partisti non immaginasti

che la vita a volte è un fondo nero. 



copia di una scultura (carboncino)

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Autoritratto (colori acrilici)

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Copia carboncino di un'opera di Eugenio Russo

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Il miracolo della natura (colori acrilici)

 

 

 

 

 

 


 

 

In corsa (colori acrilici)

 

 

 

 

 

 


 

 

L'onda della vita (colori acrilici e smalti)

 

 

 

 

 

 


 

 

L'origine della vita (colori acrilici)