STELLE CADENTI
Le notti d’agosto
avvolte nel silenzio
a luci spente lo sguardo al cielo.
Come attori sulla scena
puntini luminosi appaiono.
Sfavillanti stelle
si lasciano contemplare.
Qualcuna immersa
nella propria vanita’
perde l’equilibrio
e cade giu’.
Povera lacrima
che scivola
sulla guancia candida
e lascia in bocca
il sapore amaro della fine
RESPIRI
Non il rumore
dei tuoi passi
e’ rimasto nella stanza vuota
ma i nostri respiri
che intrecciandosi
dal letto salivano piano.
Ansanti o quieti
dolorosi o stanchi
uniti o distanti.
Stanotte sono
la condensa sul soffitto
la ruggine sul lampadario
la macchia scura sullo specchio.
Sono la guardia d’onore
al mio essere assente
rimasugli di un passato
che la ragione
vorrebbe cancellare
che il rancore
vorrebbe ripulire
AUTUNNO
Foglie d’Autunno
volteggiano incartapecorite
facce rugose
di vecchi stanchi
e presto precipitano
al suolo.
Calpestate dall’Indifferenza
urlano un dolore inascoltato
e si frantumano.
Un guizzo…..un altro
Piu’ niente.
LA NOTTE
Con passo leggero
la notte
entri nei miei sogni.
Batte impaziente
il tacco
al tuo ritardo
perche’ breve
sara’ il viaggio
prima che l’alba
ti riporti via.
Insieme esploriamo
luoghi vicini
o mete lontane
e il tuo sguardo
mi cuce addosso
due ali candide.
Tutto e’ cosi’
semplice e naturale
come la menzogna
piu’ veritiera.
FATINA
Nessuno meglio di te
sapeva cogliere
l’innocente candore
dell’infanzia.
Li hai amati tutti i bambini
un po’ meno forse quelli
troppo belli
da copertina
Tanto i monelli capaci
di farsi perdonare
con un disarmante sorriso.
Assai i piu’ timidi, quelli
con una lagrima sul ciglio
e gli occhi bassi.
Ti hanno amato anche loro
e oggi
ti ritrovano
nei sogni della notte
fatina buona
che scacci via
l’orco cattivo.
Tranquilli
dormono i genitori
che non credono piu’
alle fate.
SOLITUDINE
Apre la porta
entra e mi cerca.
Mi trova la’
dove mi nascondo
mi resta accanto.
Mi vuole tutta per se’
mi lusinga
con parole dolci.
Mi nasconde
alla vista degli altri
gli altri
nasconde alla mia.
Siamo sole
tra la folla
mentre fissa i suoi
occhi nei miei e
mi parla
con alito fetido.
Odiata nemica
sempre presente
nella nuova vita.
CLIFF OF MOHER
Volteggiano i gabbiani
dalle ali bianche giocando
col vento implacabile che
sferza i nostri volti
senza riparo.
Il loro e’
nei sicuri anfratti
dei giganti guerrieri fedeli
custodi delle genti.
I piedi piantati nel profondo
hanno impedito
secolari approdi
di navi nemiche.
Oggi
con tonfi pesanti
qualche pezzo improvviso
precipita
inevitabile tributo
alla missione sacra.
Come fiumana
disordinata e rapita
ci sparpagliamo tutt’intorno
poi andiamo.
Domani le scogliere
scintilleranno ancora
ai primi raggi dell’alba.
Noi non saremo qua.
L’eternita’
non ha figura umana.
STROMBOLI
Una lunga scia di pietre scure
galleggia.
Grandi come noci
friabili
al tatto subito si sgretolano.
E’ lava dello Stromboli
in quest’estate cosi’ eruttiva
portata dalla corrente
al mar Tirreno.
Isola selvaggia
esplorata anni fa
mai piu’ incontrata
se non nell’immaginario
di case bianche
abbagliate dal sole
spruzzate di viola
ferite al cuore
dai rossi pomodori.
Due canoe in acqua.
Otto braccia si tendono al massimo
nello sforzo di pagaiare.
E’ la gara della vita.
Allora il vulcano
eruttava piano.
OMAGGIO A VAN GOGH
Tra tutti lui
il preferito : Vincent
che esaltava la luce
amava la realta’ e
la trasfigurava
lasciandola com’era.
E i volti parlavano
e le misere sedie
diventavano pezzi rari
e i bar di paese
luoghi magici
e gli sguardi pensosi
rivelatori di sogni
ormai andati.
Vincent
che si superava
nel vorticoso luccichio
delle notti incantate
mescolando
cielo terra e canali.
Vincent
troppo grande per condividere
tanta bellezza
troppo solo
per restare.
IMBARCO ACQUA
Una vecchia barchetta
e’ affondata
non lontana dalla riva
dove pensava di approdare
e rimanere sino
alla fine dei suoi giorni
riposando.
Ma imbarcava acqua
dalle troppe ferite
prima gocce
poi zampilli
e il suo stesso peso
l’ha trascinata presto
verso il fondo
verso l’Oblio.