Antonio Murdaca - Poesie

Popolo di Santi e Navigatori
Di Poeti, grandi Eroi e di Corrotti
Per gli Alemanni:sol di traditori
Di Preti,Faccendieri e di Bigotti
Di Plebe lamentosa e rassegnata
Che ormai dimenticò gli antichi motti
Di una Nazione che non è mai nata
Serva di tutte l’altre senza posa
Teatro della Strage più efferata
Non è mai verità nessuna cosa
Che puoi trovare scritta sui giornali
Perché a noialtri viene sempre ascosa
Allor ci tocca viver da maiali
Senza poter alzare mai la testa
Questo il più grande è di tutti i mali.
Ti vedo nel fulgore dell’estate
E bella sì m’appari che incantato
Non voglio perder nulla mentre vago
Gli ulivi,il cielo,le colline,il mare
Respiro finalmente l’aria pura
Il dolce tuo profumo della terra
Ti tengo qui nel cor soave terra
Che porti in me i ricordi dell’estate
Mentre nuotavo dentro l’acqua pura
Una sirena bruna l’incantato
Sublime luogo dove regna il mare
Il volto impresse nel pensier mio vago
Su quel paese antico sempre vago
Nei punti dove il sol spacca la terra
E dal quel picco poi vedere il mare
Che luccica nel cuore dell’estate
In mezzo a due montagne l’incantato
Scorcio che lascia immagine più pura
Ancor ricerco la passione pura
E mi riscontro spesso a pianger vago
Perché più d’una donna m’ha incantato
Ed era nata in questa bella terra
Un dardo amor gettò quel dì d’estate
E il core sprofondò fin dentro al mare
Sol lo potrebbe dir l’azzurro mare
Quel che provò codesta parte pura
Era il mese più caldo dell’estate
E ritenevo tutto il mondo vago
Ma lei mi fece odiar la vile terra
Per quanto il ciel m’aveva ormai incantato

Allor riposerò nell’incantato
Sepolcro posto lì vicino al mare
Ed a coprirmi non sarà che terra
Di me soltanto qualche frase pura
Poi rimarrà,e tutto il resto vago
Nel mentre,si susseguirà l’estate
Dal giorno che Incantato dall’Estate
In riva al Mare,penso a questaTerra
Con la speranza Pura,intanto Vago


 

Nel giorno in cui l’amore si festeggia
Io mi ritrovo,come sempre solo
E più nessuna cosa mi amareggia
O m’impedisce di spiccare il volo
Ma mentre nel mio cor sovente albeggia
Ragioni per soffrir ne avrei uno stuolo
Le malattie,l’età che mi dileggia
E l’abbandono stesso non dà duolo
Certo la gioventù fu assai diversa
Anch’io ebbi a dolermi per amore
E più d’una pulzella omai s’è persa
Perciò a voi dico:ascoltate il cuore
Che con la mente e l’anima conversa
Allora non farete il triste errore


Io tre maestri ebbi nel poetare
Due furon toschi,l’altro marchigiano
E niun che scrive mai li po eguagliare
Il limite segnaron dell’umano
Dolci e leggiadri furon nel rimare
Fosse argomento sacro oppur profano
Un metro nuovo seppero inventare
Per dare eterna vita all’italiano
Sempre quando vi leggo il cor s’invola
E sento quel dolor che v’ha turbato
Rivedo nel pensier le vostre donne
Che i sublimi versi hanno ispirato
Quelle che della vita son colonne
E per cambiarla a me basta una sola


Amor ricordi ancor la prima volta?
Col fulmine tu il core mi passasti
Per mezzo di mirabile visione
Che pure dalla mente non s’è tolta
Ed ebbi sol per lei pensieri casti
Pieni di irrefrenabile passione
Notare si doveva la tensione
Le rare volte ch’essa mi parlava
Sognante la guardavo
Intanto poi speravo
Un giorno forse lo saprà capire
Il grande Amore che per lei provavo
Invece poco dopo l’ho perduta
E fino ad ora non l’ho più riavuta.
Ma la seconda non fu meno dura
Quel sentimento naque in un pensiero
Una domanda della mente al core:
“Se la perdessi avresti tu paura?”
Ed egli rispondea:” un cimitero
La vita sembrerebbe, e sol dolore
Il resto dei miei giorni senza amore”
Questa rivelazione mi sconvolse
Allor debbo parlarle?

O solo un segno darle?
E pur se la distanza limitava
Dolce proponimento: lo confesso
Non è colpa di lei quel che successe
Ma solo delle mie paure stesse.
Dopo vi furon,terza,quarta e quinta
Dillo tu amor,che non so più contare
Certo che un bel regalo m’han lasciato
Il cor distrutto, la speranza vinta
E due che più non voglio nominare
Dell’ultima dirò che m’ ha ispirato
Versi e rime da vero innamorato
Le voglio star lontano
Per questo soffro invano
Ed ogni dì rinasce ancor più forte
Che prenderla vorrei solo per mano
E declamargli tutto quel c’ho scritto
Guardandola negli occhi con trasporto
Sarei felice pur se fossi morto.
Ora se penso a tutto il mio vissuto
Alle notti che sveglio sospiravo
Sognando l’indomani
Perché vicino al mare t’incontravo
E gli anni che volando son passati
Soltanto in pochi versi l’ho fermati
Nel core e nella mente il bel ricordo
Di quello che provai mai più mi scordo


 

Il nome tuo fa rima con mattina
E come un sole splendi sul cammino
Di chi vorrebbe averti qui vicino
Per stare insieme a te dolce bambina
Allor sarebbe cosa sai divina
Svegliarti con un si nel mio destino
Mettendo le paure nel cestino
Frutto d’una realtà grigia e ferina
Di viver solo omai ne son sì stanco
Pagando i tristi errori del passato
L’Aver troppo sentito e poco detto
Che tu possa comprender io m’aspetto
Correndo il rischio d’esser rifiutato
Almeno questa volta sarò Franco


 

Il poeta
Modella le parole
Come fosser creta
A volte
Nascon nella mente
E prendono la forma
Di un pensiero
Altre volte
Arrivano dal cuore
E quasi sempre
Parlano d’amore
Eppure la maestria
Nel dare espressione
Al suo sentire
Questa più d’uno
Non la sa capire
Forse perché
Non importa tanto
Quel che si nasconde
Nel profondo
Ma così va la vita
E pure il mondo
Certo conta
Molto di più apparire
Che quello
Che dei versi
Posson dire.


Non c’è amico più sincero
Ne donna più fedele
Di te che dalla nacita accompagni
Questo mio cor: eppure non ti lagni
Dei tristi tentativi di evitarti
Tanto sai sempre che ritornerai
Finchè una fredda tomba ci divida
O finalmente la fortuna arrida
A questo fato mio:ma quando mai
Sognavo di sferrar colpo mortale
Alla natura tua più d’una volta
Ma il cielo questo pianto non ascolta
E tutte le occasioni son perdute
Pensando bene sei una compagnia
Più delle donne che qui son passate
Ed or ti prego non andare via
Presenza eterna delle mie nottate.


 

Avrei voluto regalarti un fiore
Nel giorno lieto del tuo compleanno
La rosa rossa:simbolo d’amore
Per riparare in parte al primo danno
Da quando ti conosco sol l’errore
Ha dominato questo dolce affanno
Solendo agir da consumato attore
Ho tratto pur me stesso nell’inganno
Di certo avrei voluto cancellarti
Dalla mente,dall’anima e dal cuore
Perché volevo uccidere il passato
E forse più nemmeno salutarti
Ma sol per qualche istante quell’amore
Tutta la vita dà significato


Un dì le stanche membra poseranno
Dentro una fredda tomba sotto terra
E più ne fame o sete non avranno
Ne caldo o freddo gli faranno guerra
E non gli sovverrà del dolce affanno
Che la figura dentro il core serra
Paure,ansie e dolori spariranno
Perché l’anima il corpo non afferra
Ma pria della sicura dipartita
Mi chiedo disperato qual il senso?
Di nascere sovente in mezzo al pianto
E continuar lottando questa vita
Non ha significato:questo penso
Se non soffrire oppur gioire tanto.