Barbara Zasso

Poesie


Impercettibile

Impercettibile
Nessuno si accorge nemmeno tu
Respiro in affanno voce corta
Annebbiata la parola.
Le parole che si rincorrevano
Con la sicurezza
Di una forza vittoriosa
Le parole che cadevano precise
Sul giudizio
Nel rigore del pensiero
Ti era stata donata
Abbozzata, di rosa vestita
Ricamata di fiori di nevi danzanti
E tu la donavi
Ai mille bambini incontrati
Sulla porta
Della tua giovinezza.
E la coloravi di segni di gesti
Di cose piccole come le loro mani
Di sogni leggeri come i loro capelli
Con quei sentimenti che i giorni
Gli istanti trascorsi
Ne ingrandivano il pensiero
E come gemma sul ramo rinviene
Ecco era tempo ormai di volare.
Ci sarà quindi il silenzio
Quello della paura
Della sottomissione
Le parole non dette che cadrebbero
Nel vuoto universale
Se il mistero del poi
non facesse tenere quel filo
dove materia e soffio si fondono
per svelare
l’impossibile agli occhi

 


 

La leggerezza

Ecco si è alzato
Pare in volo
galleggia in un’aria deserta
sorpreso
già alto
le piume non bastano
non servono
E’ il volo
Scompare
nel vuoto nel gioco d’immenso
riappare più in alto
si appoggia
o è nebbia soltanto
né soffio
respiro
il bianco ed il nero
che sfugge
a ogni peso terreno
ricorda la neve
il volteggio
la brezza
istante svanito
Più nulla
A che serve l’avere
il vuoto è di spalle
è tutto col niente
Nel passo leggero sta il volo
di un uomo
di un falco nel vento
“guardate gli uccelli del cielo”
fardello in essenza
La leggerezza è una fede.

 


 

Non esserci

Tu e il silenzio.
Di quelli che fanno scappare
Per non sentirlo per non vederlo
E cancellarlo
Con una croce una gomma il tasto canc
Tu e quell’urlo
Più grave del silenzio
Che ti prese la notte all’improvviso
Fu di tua madre il terrore
Fu di tuo padre disperato
Di te figlia desolata
Ammetti ci hai pensato
Giocando a fare finta se mai non fosse vero
L’indirizzo è sbagliato
non sono io
E tutta questa gente
qui assembrata
Che ti ha voluto bene
in parte detestato compatito
Incredula
Che abbassi la testa e taccia
E ascolti
Nell’antro dei suoi pensieri
Quell’eterno ragazzo
Che picchia più forte
perché vuole esserci
Te e il silenzio del vuoto nella vita
Di non esserci
Che ti sei fatta da parte
umilmente sola
Perché sì lui lo sapeva
Mai sazio e rannicchiato lì
per non farsi ritrovare
Giocando a rimpiattino con quell’ombra
Che senza farci caso
Era impazzita la vita.

 


 

Solo per due sassi

Ecco sei lì
Lampo istantaneo
Domanda che non viene
Gioia che non senti
Paura che non sai
Inverno che è passato
Domanda che ti chiedi
Oscurità in fondo agli occhi
Quegli occhi
La mano che non lascia
Quanto tempo?
(Sembra tanto)
E il sole d’estate
Paura non avrai
Silenzio che non viene
Come sarà stavolta
Come un romanzo
O una poesia
Quest’anno sarà meglio
È già volato via
Anche le nuvole sanno
Vedono
Soffrono
Salire e tornare vivi
(Solo per due sassi morire di passione?)
In alto c’è il sogno
La parte preziosa di noi
Dolce più della terra tornare.
Tra le ciglia un riflesso
Come quel primo giorno.

Concorso Letterario Nazionale “ARGENTARIO” 2017
2° Classificato – Poesia inedita