Batterflay - Poesie

Titolo dell’opera: IL DOLORE DI UNA VITA D’AMORE.

 

“Una sera di primavera, nel silenzio di un tramonto, 

il cuore mi parlò”

 

LORO      

 

Due anime così diverse. 

Due menti lontane ma unite.

Due cuori innamorati all’infinito.

Due amori nella mia vita.

Due amori che hanno segnato tutta la mia esistenza.

Lei, remissiva, introversa, diplomatica,

Una spugna che assorbe solo e non reagisce.

Lui, forte, forte personalità, passionale, affettuoso,

di grande carattere e di parola,

sempre, comunque, con chiunque.

Lui e lei si amavano tanto.

Lui la adorava, la stringeva a sé, la coccolava.

Era la sua donna meravigliosa che lo amava.

Avevano creato la loro famiglia

con amore, desiderio, sacrificio.

Era tutto per lei e i suoi figli.

Lei, mia madre.

Lui, mio padre.

Lui, strappatomi dalla vita troppo presto.

Il mio idolo, il mio uomo, il mio fidanzato.

Severo, ma mi amava.

Severo, ma mi coccolava.

Severo, ma il mio partner.

Severo, ma ero la sua principessa.

I nostri momenti, nostri, solo nostri, io e lui.

La nostra lotta nel letto la domenica mattina.

Facevo la sua parrucchiera mentre guardava la partita.

Era il mio partner nei nostri passi a due di danza classica.

Mi prendeva in braccio sulla spiaggia.

Mi portava, orgoglioso, a braccetto al suo tennis club con l’abito da primavera.

Dipinti d’amore strappato, scolpiti nella mia mente e nel mio cuore.

Il mio cuore pugnalato a vita.

Il mio cuore che non ha trovato più pace, mai più.

Il mio cuore che, ancora oggi, dopo anni, piange quell’amore strappato dalla vita crudele.

Quel mostruoso strappo ha stravolto la mia vita.

Da quel momento il buio e il dolore hanno tormentato la mia vita.

Lei mi ha amato, ci ha amato.

Ha dedicato la vita all’amore perso e a noi, frutto del loro amore.

È stata una grande mamma, una grande donna.

Giovane, bella e completamente votata ai figli.

Lavoratrice, casalinga, mamma.

Ha fatto di tutto per noi,

ma non è riuscita a difendermi da lei,

non ha avuto la forza di proteggermi dalla sua prepotenza.

Una prepotenza in gesti, occhiate, pensieri,

 azioni, offese ,condanne,

rimproveri sempre e comunque.

Ero sempre sbagliata.

Ero sempre in errore.

Non andavo mai bene.

Mia madre assisteva in silenzio,

mentre lei pugnalava il mio cuore

ed offendeva la mia anima.

Poi, lei, è riuscita a rubarmi il frutto del mio grembo.

Una tragedia umana ed è calato il silenzio.

Io e mia mamma lontane,

un amore tacito, silenzioso.

Io amo mia madre, mi manca tanto.

Mia madre è in età matura, è debole e fragile in salute.

E, allora, invoco lui, mio padre.

Che la protegga!

E in me rimane il desiderio di un suo abbraccio, di un suo bacio.

Ma lei non è per queste cose.

Lei è schiva, ritrosa.

Io, io sono mio padre: amore e passione. 


 

UN DONO PREZIOSO       

   

Che dolci ricordi!

Da sempre, sempre e per sempre nel mio cuore.

La saggezza della loro vita,

fatta di tanto amore e sacrifici.

La saggezza del loro vissuto, delle loro esperienze.

La grandezza dei loro cuori pieni, stracolmi di bontà infinita.

La loro protezione espressa con quegli occhi dolcissimi

e quei baci così caldi e gioiosi.

I miei splendidi nonni!

Ho avuto nonni favolosi.

Esempio di amore di coppia.

Esempio di complicità.

Esempio di forza e coraggio reciproco.

Esempio di sincerità e genuinità.

Esempio di fedeltà.

Amore vero. Amore puro.

AMORE!

Quello vero, a cui ispirare tutta la vita.

Non sono stata la nipote, ma la figlia

da amare,

da sorreggere,

da proteggere.

Di notte, da piccola, tra loro, nel lettone, il ricordo dolcissimo di quel profumato calore del grosso corpo della nonna che mi coccolava e proteggeva. 

Le passeggiate all’ Edenlandia. 

Il loro donarmi e donarsi sempre, in tutto e per tutto. 

La nonna, la ragioniera più in gamba che abbia conosciuto. 

Mi ha insegnato le strategie economiche casalinghe più semplici ed efficaci che esistano, che ho imparato e custodisco per sempre. 

Il nonno, che uomo devoto! 

Poche parole ma assennate e spesso spiritoso, divertente. 

Una coppia favolosa. 

La nonna gestiva. 

Organizzatrice perfetta in tutto e per tutto e

 con i suoi occhioni ringraziava il suo uomo per tutta la tacita fiducia che da sempre le accordava. 

Il nonno, col suo sorriso e grattandosi ogni tanto tra i capelli, la osservava sempre ammirato ,

per come la sua donna “portava avanti la famiglia”. 

È stata una fortuna averli amati, 

averli avuti nella mia vita. 

Ma loro sono sempre con me, 

li porto gelosamente nel mio cuore da sempre. 

Loro!  I miei vecchietti! 

Un dono prezioso. 


 

PASSIONE         

 

Fin da piccola ammiravo, estasiata, 

quei favolosi balletti di danza classica.

La domenica mattina, che belli!

Era per me un appuntamento imperdibile.

Convinsi loro, i miei genitori, a portarmi in quel mondo.

Volevo entrarci a tutti i costi e così fu.

Quell’accademia favolosa 

dove ho mosso i miei primi passi danzanti,

dove osservavo tante ballerine e ballerini

inseguire i loro sogni ed anch’io.

Anni di studio, di passione e di sacrifici miei e, con me, i miei genitori.

Finché arrivò uno stop dettato dalla vita e dagli errori della vita stessa.

Mi allontanai fisicamente 

ma il cuore e il pensiero sono sempre stati lì.

Poi la vita mi ha aperto un altro percorso,

un percorso nuovo, diverso

perché lei ha tante forme di un linguaggio universale: 

la Danza.

Stavolta ero matura, adulta, consapevole degli errori passati,

e sono andata avanti, decisa, determinata.

Così sono arrivata ad oggi,

professionista con anni di esperienza,

desiderosa di donare questa passione al mondo. 


 

LEI        

 

Un incontro remoto,

per caso,

così come spesso nella vita.

Lei, dolce, cara, disponibile.

Quegli occhi dolcissimi

che mi ispiravano verità, bene, solidarietà,

che mi parlavano, tenendomi la mano.

Quella mano si è fatta sempre più vicina,

afferrandomi con tenerezza e cautela.

Mi stringeva, ma in un modo speciale, unico, senza farmi male

e, col tempo, mi sussurrava:

Non posso guarire le tue ferite,

Non posso salvarti dal male della vita,

dai tuoi infiniti dolori.

Posso ascoltarti.

Posso starti vicina,

Posso raccogliere ed asciugare le tue lacrime,

i tuoi sospiri e respiri.

Posso esserci.

Per me era tanto, tantissimo.

Lei, un’amica vera, presente,

come una sorella,

quella che avevo sempre desiderato e mai avuto dalla vita.

Si può essere sorelle di cuore

più che sorelle di sangue.

Le sorelle di cuore si incontrano per caso,

non decide la vita per loro.

Si scelgono col cuore.

Si scelgono perché i loro cuori si incrociano, si capiscono, parlano la stessa lingua. 

Si apprezzano. 

Si sostengono sempre, dovunque e comunque. 

Da vicino. 

Da lontano. 

Importante è esserci sempre. 

Amica cara, amica mia. 

Tu! 


 

L’ AMORE       

 

L’Amore

è qualcosa di troppo bello, nobile, importante e delicato.

L’Amore non è per tutti e di tutti.

Saper amare.

Saper donare. 

Saper ascoltare.

Saper sopportare col cuore e supportare.

Saper condividere.

Saper rispettare la diversità nell’altro.

Saper amare l’altro nella sua diversità.

Non essere egoista.

Non essere prepotente.

Star bene amando l’altro e far star bene l’altro col proprio amore.

Rispettare i bisogni dell’altro,

le esigenze altrui.

Gioire quando leggi la gioia negli occhi di chi ami.

Ehhh ! Ma che sto dicendo?!

Amare è tutto questo?

Per me si, non solo, ma tanto altro.

E allora, forse, è davvero troppo…forse non per questo mondo…

e, purtroppo, non destinato a me.

La vita mi ha sempre dimostrato che,

non so perché, merito poco. 


 

IN GREMBO     

    

In grembo il frutto dell’amore del mio cuore.

In lei il mistero della mia vita prendeva corpo.

Ho cominciato a conoscere quel mistero

fin dal primo momento in cui ho saputo.

Ho fatto di tutto per vederla al mondo

e poter crescere con lei, amandola.

È stato non facile.

Riposo assoluto,

tanta trepidazione e preoccupazione

e, poi, è venuta al mondo.

Mia figlia!

Frutto del mio grembo.

Frutto del mio amore.

Lei, semplicemente splendida quanto difficile.

Ed io crescevo con lei,

sbagliavo amandola,

capivo amandola,

maturavo amandola,

perché non si nasce mamma,

mamma si diventa strada facendo.

Una strada dalle mille sfaccettature,

tante quante non si possono immaginare.

La strada più difficile al mondo

e siamo cresciute insieme,

unite più che mai.

Ho lottato per proteggerla da tutto e tutti, sempre.

Ho voluto essere mamma-amica più che mamma.

Poi ho capito, solo dopo ho capito.

Io ho sempre capito i suoi dolori, i suoi drammi.

Ho pianto per lei con lei.

Ho pianto per lei senza di lei.

Sono sempre stata lì,

per lei, con lei, accanto a lei.

Ho fatto di tutto per lei,

pur sbagliando tante volte.

È sempre stata il mio orgoglio,

la mia fierezza, la mia forza, la mia ragione di vita.

Ho sempre creduto in lei più di quanto ci credesse lei stessa.

Sapevo quanto valeva.

La sua intelligenza,

la sua capacità comunicativa,

il suo talento l’hanno sempre resa speciale,

non perché fosse mia figlia

ma semplicemente perché era lei.

Eravamo unite, troppo unite

e quel cordone mai tagliato, improvvisamente, si è strappato.

L’ho persa.

Mi sentivo persa senza lei,

sola più che mai.

Tutto ciò che avevamo costruito era andato perso.

Io avevo sempre capito i suoi dolori

ma lei non riusciva a capire il mio dolore per lei.

Io ero la mamma.

Lei era la figlia.

Solo il cuore di una mamma può capire.

Poi ha continuato a non capirmi sempre più,

non era più la mia adorata figlia.

Quell’animo nobile non esisteva più.

Ho cercato di inseguirla,

ma non si faceva inseguire,

finché tutto è diventato

buio, scuro, terribile.

Tutto è diventato ansia, paura.

Avevo paura di lei.

Il sentimento più oscuro che possa provare una madre.

Ora siamo lontane!

Siamo due sconosciute!

Il peso nel mio cuore di madre è un macigno.

Il desiderio di guardare mia figlia,

quella di una volta e dirle in un abbraccio :

Ti amo, figlia mia!

“Il cuore di una mamma è un oceano che racchiude infiniti misteri di dolore e amore”.


 

ALL’IMPROVVISO   

     

All’improvviso,

dal nulla, comparve nella mia vita un viso, uno sguardo.

Quegli occhi, la sua voce, un incontro,

un abbraccio,

e un bacio.

Quell’abbraccio talmente caldo,

avvolgente, sicuro, protettivo, 

rassicurante, 

bellissimo!! 

Ma, mi spavento’ tanto. 

Provavo ciò che avevo desiderato ed immaginato da sempre

e perciò mi spavento’ tanto, tantissimo. 

Io che avevo sognato, immaginato e desiderato, 

io che avevo sempre dovuto lottare in tutto e per tutto nella vita, 

difendendo da tutti e da tutto 

perché sola, 

sola da una vita. 

Ed ora, improvvisamente, quell’abbraccio mi parlava, fin dalla prima volta. 

Mi parlava. 

Mi avvolgeva. 

Mi proteggeva. 

Mi rassicurata. 

Mi donava amore. 

Tutto era davvero troppo inverosimile. 

Poi tutto contro intorno a noi, 

una lotta quotidiana, 

un tormento, 

condanne ed accuse continue

fino a distruggermi. 

Quell’ansia allucinante, 

quel dolore crescente, 

giorno dopo giorno, 

si faceva sempre più spazio nel mio cuore, invadendo tutto. 

Eppure quell’abbraccio, quel bacio

erano sempre accanto a me, 

senza mai, mai lasciare la mia mano. 

Ed allora ho capito che davvero mi voleva. 

Ho capito che era lui. 

Ho capito il “Noi”. 

Ho capito il “Futuro Noi”. 

E abbiamo navigato abbracciati, 

amandoci ogni giorno sempre più, 

più di ieri, meno di domani. 

Siamo fuggiti da tutto e

continuiamo a navigare insieme 

sulle Ali dell’amore. 


 

LEI, UNA SCONOSCIUTA       

  

Per me, una sconosciuta.

Un’oscura e terribile sensazione stava serpeggiando in me.

Si faceva spazio in modo crudele, forte, massiccio, troppo doloroso.

Cos’era?

Non sapevo, mai provata prima.

Poi, purtroppo, ho capito!

Cuore a mille, diecimila, centomila, ogni giorno di più.

“Una voragine in mezzo al petto,

come un pugno che rimane lì, senza staccarsi”.

Ti fa male,

non respiri.

Dolore, dolore,

angoscia dolorosa,

fino a diventare paura, terrore e,

col tempo, ti divora sempre più.

Piangi,

disperatamente combatti, ma perdi.

Col tempo si impossessa di te.

Vorresti un po’ di respiro,

un po’ di tregua,

un po’ di pace.

Ma lei è crudele,

è un tormento.

Poi capisci e sai che devi sopravvivere,

almeno “PER AMORE” e, allora,

allora impari a convivere con lei,

in una strenua lotta quotidiana.

Non ti riconosci più.

E impari a vivere portando questo peso terribile che ti tormenta e ti dilania.

E lotti, lotti, lotti tantissimo

e comprendi che lei rimane lì,

in un angolo del tuo animo, 

pronta a tenderti improvvisi agguati spietati e a tormentarti sempre e ancora, 

in ogni momento di fragilità ed ostacolo di vita. 

La mia “ANSIA”. 


 

IL MONDO        

 

Stanotte il mondo mi ha parlato.

Ero stanco, stremato, esasperato e, allora, mi sono fermato,

bloccato fino a sentirmi paralizzato.

Una paralisi unica, dal sapore del riposo, 

della quiete,della gioia.

Quella gioia mai provata prima,

la gioia della riflessione,

del respiro,

del sognare guardando il mare limpido,

il prato fiorito,

il volo degli uccelli,

il loro cinguettio,

la limpidezza dei laghi, dei fiumi, dei ruscelli,

il silenzio delle strade,

il silenzio del mondo tutto.

Quello stesso mondo che tanto, troppo

aveva urlato e per troppo tempo.

Desideravo cominciare una vita veramente “umana”,

ma proprio quegli umani non hanno compreso, non sono capaci di comprendere.

L’umano è sordo. 

L’umano è egoista.

L’umano è disumano.

Io l’ho ascoltato affascinata, ammirata, stupefatta.

Nostalgica di quel silenzio che tanto ho amato,

apprezzato, gustato, ascoltato e capito.

Poi il mondo mi ha ascoltata.

Cosa ti aspettavi?

Davvero hai pensato e creduto che l’umano ti capisse?!

La sensibilità, quella di cui tu hai bisogno e meriti,

è di pochissimi.

Io ho amato il tuo silenzio,

la tua quiete.

Ho ascoltato, pian piano, sempre più ammirata ed affascinata e

quel silenzio, quella lentezza

mi mancano talmente. 


 

UNA VITA        

 

Mezzo secolo di vita, vissuta sempre con amore e passione.

Il mio essere alfa ed omega in tutto e per tutto.

Tutto o niente.

Bianco o nero.

Aperto o chiuso.

Presenza o assenza.

Gioia o dolore.

Ma soprattutto dolore, tanto, sempre e qualche respiro di gioia.

Tutto avvolto in un grande amore.

Innamorata dell’amore stesso da sempre.

Quell’amore che ti fa vivere tutto con passione.

Quell’amore che ti fa soffrire per amore.

L’Amore è stato sempre fonte e motivo di profondo dolore nella mia vita.

Ho sempre amato tanto,

profondamente, soffrendo di dolore immenso,

che oggi mi ha reso talmente fragile.

Una fragilità affettiva ed emotiva immensa, prepotente e preponderante.

Una fragilità che, a volte, mi spaventa tanto, tantissimo.

Ma è così, incontrollabile.

E allora spesso ti fermi, pensi, rifletti.

Io, pensatrice da sempre.

Pensiero, amore, dolore.

Ho sempre saputo che quella perdita di circa 40 anni fa ha segnato tutta la mia vita,

fino all’atto crudele in cui ho cominciato a perdere ciò che avevo seminato.

Ed oggi sono qua, pensatrice più che mai,

a raccogliere i frutti di un vissuto di amore e dolore di una donna segnata dalla vita, troppo spesso crudele.

Una crudeltà che le ha portato infinita fragilità e il suo SOLO, UNICO, GRANDE AMORE, LUI.

LA MIA VITA!