Black Soul
Poesie
Lagune di lacune
Quattro giorni che non dormo, due che non ceno,
Preferisco perder sonno che perdere il treno,
Devo spargere il mio messaggio, da vero messaggero,
Sto per ardere, ma la mia rabbia messa al gelo,
Condottiero, del coraggio
Fiero, senza equipaggio,
Dietro, alla perfezione c’è il marcio
Come la nostra percezione, inesistente,
Di una alterazione, persistente, che distorce il paesaggio,
Non abbraccio, Pa’, da otto anni,
Fotto drammi, in fotogrammi, spargo grammi su foto,
Non resto qui a crogiolarmi, incrocio,
Le dita mentre sudano i palmi e fisso l’orologio,
Non ti basta una messa a fuoco per inquadrarmi,
Sono solo un contenitore per un grande fiume e dove sfocio?
Tra lagune di lacune, siamo un lume nel vuoto.
Tu ricorda che, tu ricorda che.. tu ricorda che!
Tra lagune di lacune siamo un lume nel vuoto!
Tu ricorda che, sei alla fine del mio tunnel che mi stai aspettando,
Le ore si son fatte lunghe ma sto arrivando,
ti stai mangiando le unghie,
dalla tensione non dalla pigrizia,
È la contemplazione di un ingiustizia,
ti vizia, la commiserazione,
l’ambivalenza ti terrorizza, ne hai abbastanza, come:
Il sapore quotidiano della vita, ma il dolore è accompagnato
da un urgenza che avanza, Ed ogni goccia di pioggia;
è come una sentenza, la distorsione del sistema
spacca la maggioranza,
Ma non ti poni il problema; ami a convenienza,
sappi che tutto ciò ti caratterizza,
Come se ti condiziona una sostanza
e fossi perennemente in astinenza,
Cambiassi sembianza quando sei senza
e non vuoi assistenza quando tutto avanza.
Tu ricorda che, tu ricorda che.. tu ricorda che!
fra lagune di lacune siamo un lume nel vuoto!
Intuizioni rumorose
Il rumore del trattore era assordante, e illusorio contemporaneamente,
Un rumore continuo, un disordine coordinato, va a ritmo col caos che hai dentro,
Quel rumore inizia a piacerti,
Avvicinandosi aumenta, retrocede e avanza, mi gira in torno
E si allontana di nuovo, ma il rumore pur dissolvendosi mi rimane in testa,
Mi era già entrato dentro, i motori si spengono, il sole sgorga fuori dalle nubi,
Come le paranoie da un adolescente, un ragazzo che sfida i propri pensieri,
Vuole uscire a tutti i costi, anche quando le nuvole glielo impediscono,
Anch’esse Vittime di una catena che non possono spezzare,
Fino a piegarsi ad un potere che chiamano armonia,
Le nubi riavvolgono il sole, come il sistema camuffa la Libertà;
E mi ritrovo al buio, sotto la pioggia, senza vedere nemmeno i miei passi,
Decido di farmi guidare dal rumore, che col tempo ho iniziato a chiamare istinto
E per quanto possa essere assordante, mi rendo conto che non è illusorio, anzi, tutt’altro;
Forse, è la cosa più concreta che possiedo.
Invidia lucente
Creiamo le cose per buttarle, come se tutto ciò che facessimo non avesse senso,
Ed anche se proviamo a motivare le nostre azioni,
Alla fine finiamo per compiere gesti controproducenti a ciò che abbiamo costruito.
Forse siamo solo perennemente confusi, Il che è probabile, suppongo,
la confusione; Non è estinguibile.
Può solo aumentare sporadicamente e ci porta a modificare le nostre scelte,
Fino a farci dubitare di noi stessi.
Ci convinciamo di non fare mai abbastanza, dubbiosi del nostro percorso,
Prendiamo parte ad un meccanismo senza fine,
Con lo scopo di trovare uno scopo ad ogni cosa, per poi morire insoddisfatti.
Siamo abituati a vedere le cose in grande, a sognare in grande,
siamo come la Luna;
Ci sorprendiamo quando la vediamo splendere alta, piena, nel cielo della notte,
Come se non sapessimo che in realtà è costantemente piena,
Quando non la vediamo come tale, non è colpa sua, a volte,
il buio ingloba la sua chiarezza, a volte, le stelle intorno ad essa la tengono viva,
risplendono su di lei, a volte invece anche con la luna piena,
il cielo rimane sgombro, rispecchia molto l’invidia;
Le persone ti allontanano quando risplendi, d’altro canto,
qualcuno i rimane accanto sempre, per approfittare della tua luce,
o per illuminarti quando non splendi abbastanza,
Siamo il riflesso dell’universo, magari è per questo che
siamo così interessati ad esso, convivendo con una sublime ingratitudine,
Abbiamo la pretesa della conoscenza.