LA GIOSTRA
Anche la luce è spenta
nel freddo di una mattina che si alza lenta
nell’argento coricata tra mille diamanti
cerca la forza di tirare ancora una volta avanti.
Nell’adagio del nuovo giorno danza la ruota della giostra
il valzer del luna park delle speranze in perenne sosta,
sempre in movimento e sempre ferma come in posa
in una foto scattata a colori lavati pallidi come il rosa.
E ancora una volta ritorna la sera
e di nuovo si ferma la giostra coprendosi con lenzuola di seta.
Un altro domani ci incalza e dietro un altro ancora avanza
la giostra é gia’ di nuovo pronta a girare e per il giostraio riprende la danza.
Carlo Gentile
LA META
Forse alla fine di un viaggio
non troverai una luce,
ma certo vedrai se ciò che hai sognato
fosse un miraggio.
Sono le centinaia di passi a fare
del tuo viaggio una strada.
Sono le centinaia di sassi a fare
della tua strada una meta.
Uno dopo l’altro, uno di fianco all’altro,
come ago che cuce un giorno all’altro
come ogni alba dopo ogni tramonto,
ciascun passo insegue il successivo.
Non puoi capire, forse, se vi è meta all’arrivo
ma comprendi cos’è stato il tuo cammino.
Nel girarti indietro ti ricorderai di loro,
uno per uno,
perchè tu ne hai compiuto ognuno.
Della tua stoffa che hai cucito
rivesti la vita che hai vissuto
e ogni suo brandello ti appartiene
perchè solo tu li hai messi assieme.
Dal primo all’ultimo i tuoi passi
han cucito il tuo arlecchino
e ora, nel guardarlo,
ti appare finalmente chiaro il tuo cammino.
Arrivando al traguardo non vi è più domanda
perchè ogni risposta già l’hai scritta.
Carlo Gentile
VELIERO DI CARTA
In bonaccia come in tempesta di mare alto,
in adagio su acque cupe e melmose
così come su di un placido blu cobalto,
veleggiamo su tenui velieri di carta
in cerca di non si sa quale approdo,
ma non si scorge ancora riva o risacca
e qualunque ombra o speranza
crea ai nostri occhi la sagoma di un porto.
Non si esce facilmente
da un oceano fatto di coraggiosa illusione
che un animo sognante
davanti agli occhi di continuo si pone.
Di certo non possiamo berci un intero mare di chimere,
come in un’ubriacatura d’assenzio feroce
bevuta sino all’ultimo bicchiere
ricolmo del fiele agrodolce
del distillato del dispiacere.
Ma non dobbiamo affondare la nostra barca di storie,
sebbene intrisa delle acque illusorie,
unica nostra speranza di vita migliore
e fedele compagna del navigatore.
Con lei tante le onde solcate,
tante le scogliere scampate,
tante le speranze salvate.
Con mare mosso o nebbia indolente all’orizzonte
sempre la sua prua continuerà a fendere le onde
fino a quando ci sarà il desiderio
di avvistare le terre promesse.
E quando il vento ripulirà il cielo
la luce delle nostre stelle
tornerà ad indicarci la rotta
e le vele saranno nuovamente rigonfie
di speranze e di sogni.
Carlo Gentile
ABBRACCIATI
Madre e figlio
fusi in un abbraccio
adagiati su un giaciglio
di sola sabbia bagnata dal coraggio.
Quanto ce ne vuole per affrontare le onde?
Tanto quanto ce ne vuole per cercare nel buio le sponde.
Annaspare neppure serve contro l’arrivo del feroce flutto
se non puoi scegliere chi vive tra te ed il tuo frutto.
Se lo lasci andare a fondo
ci morirà il tuo cuore in quell’abisso profondo.
Se ti lasci andare tu a fondo
non saranno le sue sole braccine a riportarlo a bordo.
Scende in mare la carretta dei sogni di una vita
e diventa sempre più forte la stretta delle vostre dita.
L’acqua fredda riempie ormai corpi e menti
e giù nel fondo si coprono d’alghe anche i nostri sentimenti.
Indifferenza del Mondo e spalle girate
di fronte all’abbraccio mortale oggi solo frasi ipocrite e due lacrime salate.
Carlo Gentile
FUOCO IN MOVIMENTO
Danza ancora il suo rondò il fuoco in movimento
incendia i cuori degli avidi di nemici
passati sopra decenni e decessi sempre quello il sentimento,
bui i giorni del quotidiano fosco di orrori che ci si siedono vicini.
Un passato tutti ce l’abbiamo con cui tocca fare i conti
prima che torni ad esigere i suoi tributi di sangue ai nostri corpi,
le fiamme danzanti ci sono davanti
velate con cura da panni intrisi di bugie maleodoranti.
Nessuno accetta a cuor leggero il veleno in vena
solo per rabbia e paura ne può valer la pena,
spegniamo l’incendio furioso che ci incatena
come corpi inerti ad una invisibile croce
prigionieri di paure ed odio da telegiornale della sera
perché luce e verità non piovono da sole ma dalla nostra voce.
Carlo Gentile
IL CAMMINO
Nei prati delle chiese
siamo come mulini ad udir la voce del vento
che sussurra lento
echi di parole alle nostre candele accese
Sono le colline di fieno e grano
come spighe intrecciate a coda
ove l’azzurro sull’oro si posa
a custodirci i cuori in un’unica mano
Mille passi con te al mio fianco
percorrerò mai stanco
per rive scoscese o dure salite
mi basta sentirti abbracciata a me come la vite.
Carlo Gentile
AUTUNNO
Gocciola lento il bosco scuro di gagia e pioppi
di foglia in foglia si insinuano i rivoli di pioggia
l’aria gonfia nell’autunno di frescura
annebbia i sensi di magia pura.
Sentile le note del vento tra i rami brulli
sembrano risate di fate e giochi di elfi
che le piante abbracciate tramutano in morbidi urli
nel bosco i colori sono dei dolci alle more di gelsi.
Camminarci é ritrovarsi col sorriso
nonostante le lacrime di pioggia solchino il viso.
Carlo Gentile
NOTTURNO VOLTO
E ci fu un tempo
in cui le stelle si specchiavano mute
nei nostri occhi velati di pianto,
pallide e invidiose di aver perduto ogni luce.
Quattro candele accese dal senso,
animate dal tatto,
rese tremule al vento.
Lungo le schiene scendevano i brividi,
riverbero di passioni consumate a lume di Persiadi.
Nel chiarore del notturno volto
non vi è spazio per raccontarsi menzogna
nè tempo per cedere alla vergogna,
solo voglia di non veder più il giorno.
E così ti guardavo come pietrificato dallo sguardo di Medusa
mentre sfioravo i tuoi capelli umidi di marea
per poi accarezzare la tua bocca in un bacio racchiusa.
E avrei fermato il mondo, il battito del tempo,
pur di far durare l’attimo in eterno.
Carlo Gentile
Zaffiri
Gocce d’oceano,
poca cosa in acqua
ma gemme preziose nella tua mano
che racchiude nel suo palmo la fotografia
di attimi di felicità volata via.
Polvere di sentimenti
forgiati in pietre da gemiti e lamenti
non perdono la loro luce
se bagnati di lacrime di solitudine.
Incastonati nel dipinto di un volto
ne scruto la beltà solo da un giorno
perchè la luce è un dono
che ottiene solo chi non è mai domo.
Lunga la ricerca del minatore di stelle
se solo può vederle
nel tremolio dei brividi della carne sulla pelle.
Sospinti dalle carezze degli zefiri
volano e confondono lo sguardo
tra due cieli ora abbracciati in azzurri esili,
come angeli gemelli da un’ala sola
si abbracciano fraterni per volare ancora.
Carlo Gentile
MONTAGNE
Colli imponenti
di coperte di frasche ricoperti,
come custodi solenni
ci vegliano indolenti
nella nostra notte dei tempi.
Nei sentieri dei treni
e lungo le lingue d’asfalto
ascoltano le parole del mondo
sciogliersi come note in un unico canto.
Incanto del suono che si fonde col suono,
lingue diverse scrivono la nuova voce del luogo.
Voce improbabile, sfuggente e sempre mutevole
racconta quanto una civiltà rinchiusa sia debole.
Le sentinelle di pierta euganea
nella loro severa imponenza
san bene che la cultura non inganna
e nel forziere di roccia proteggono la conoscenza.
Carlo Gentile